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Tajani alla Camera su Gaza: «La risposta israeliana al 7 ottobre sta assumendo forme inaccettabili. Chiediamo a Israele di fermarsi»

28 Maggio 2025 - 11:03 Sofia Spagnoli
antonio tajani gaza
antonio tajani gaza
Scintille con l'opposizione. Provenzano attacca: «Non ha avuto il coraggio di pronunciare il nome di Netanyahu»

Il governo prende posizione sul conflitto nella Striscia di Gaza: «La risposta israeliana ai fatti del 7 ottobre sta assumendo forme drammatiche e inaccettabili che chiediamo a Israele di fermare immediatamente». Il dossier torna oggi alla Camera dei deputati con un’informativa urgente. A parlare è il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha preso la parola in Aula per aggiornare i parlamentari sulla situazione nella Striscia, rispondendo a una richiesta arrivata dalle opposizioni, che da settimane sollecitano chiarimenti sulla posizione del Governo di fronte al conflitto. Prima di iniziare ha invitato i parlamentari ad osservare un minuto di silenzio in ricordo delle vittime palestinesi. Un tono grave segnato anche dal fatto che per l’informativa sono presenti diversi ministri – cosa quantomai singolare – tra i quali Matteo Salvini, Gilberto Pichetto Fratin, Guido Crosetto, Alessandro Giuli, Roberto Calderoli. Anche i banchi dell’opposizione sono pieni e sono presenti tutti i leader del Campo largo, Giuseppe Conte, Elly Schlein, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.

La soluzione dei due Stati

«Quanto sta accadendo a Gaza suscita un dolore immenso», ha continuato il ministro. «E a pagare sono soprattutto le vittime innocenti: bambini, donne e anziani». Ribadita più volte nel discorso la ferma posizione dell’Esecutivo su Hamas, che «deve liberare immediatamente tutti gli ostaggi». «L’unica prospettiva possibile per la pace è la soluzione dei due Stati». Due Stati «che convivano in pace e sicurezza» perché «l’espulsione dei palestinesi da Gaza non è e non sarà mai una soluzione accettabile».

«Sappiamo che tutto ciò non è sufficiente»

In merito alla ripresa degli aiuti umanitari nella Striscia, il ministro ha sottolineato che sono entrati i 15 camion italiani carici di viveri, ma «sappiamo che tutto ciò non è sufficiente». E rimarca: «Per noi è con i fatti che si aiutano i palestinesi, non con proclami». Si alzano delle grida dagli scranni dell’opposizione. Il ministro prosegue: «Quando dicono che il governo sta ignorando la crisi di Gaza, offrono una versione distorta della realtà, ma soprattutto offendono l’Italia».

Stanziati altri 2 milioni e mezzo

Tajani ha poi ricordato una serie di interventi messi in atto dal governo: «Abbiamo consentito a oltre 700 persone di lasciare la Striscia di Gaza e proprio in queste ore stiamo portando a termine l’evacuazione di altri 31 palestinesi». Attualmente «133 piccoli pazienti vengono curati nelle strutture sanitarie italiane». «Stiamo utilizzando anche altri strumenti, come le borse di studio – ha aggiunto – Si tratta di un programma che coinvolge 42 università italiane, in collaborazione con la ministra Bernini». Ha fatto sapere che il Consiglio dei Ministri (Cdm) del 9 maggio ha stanziato altri due milioni e mezzo per lo stato di emergenza a Gaza.

Il voto contrario in Ue

Tajani si è anche espresso sul voto contrario dell’Italia al Consiglio europeo, riguardo alla proposta avanzata dall’Olanda di rivedere l’Accordo di associazione Ue-Israele. L’Italia ha votato contro insieme alla Germania ed altri stati dell’Est Europa. «Voglio chiedere, quale soluzione pacifica e negoziata è stata raggiunta senza tenere aperta la porta del dialogo?». Insiste «Quale pace senza dialogo? per questo abbiamo deciso di non recidere questo canale di dialogo».

Eposodio a Jenin

«Usare armi contro una delegazione diplomatica è inaccettabile», ha dichiarato Tajani, facendo riferimento a quanto accaduto a Jenin il 25 maggio, quando una delegazione composta da 25 ambasciatori e diplomatici di 31 Paesi – tra cui Italia – è stata oggetto di colpi d’arma da fuoco mentre visitava un campo profughi, su invito dell’Autorità Palestinese. «Per questo motivo, abbiamo convocato l’ambasciatore israeliano a Roma per comunicargli che episodi del genere non devono mai più verificarsi». Sempre in quella circostanza, il governo italiano chiesto l’apertura dei varchi per consentire l’accesso agli aiuti umanitari.

Rigurgiti antisemiti

Il ministro e vicepremier ha condannato anche «i rigurgiti antisemiti». «Nei mesi scorsi e anche in questi giorni, stiamo assistendo a episodi vergognosi – come il cartello affisso in un negozio di Milano per scoraggiare l’ingresso degli ebrei. Questi fatti non possono essere minimizzati». Sostegno anche alla senatrice italiana, Liliana Segre, ebrea sopravvissuta ai campi di concentramento «alla quale va tutta la mia solidarietà e quella del governo» e che «è stata oggetto di incredibili insulti antisemiti». «Non possiamo permettere – conclude – che le azioni del governo israeliano vengano scaricate sugli ebrei. Mai più, nessuno dovrà avere paura solo perché è ebreo».

Scintille dall’opposizione

Tra i deputati che sono intervenuti in risposta all’informativa di Tajani, c’è stato anche il leader di Alleanza verdi e sinistra (Avs), Nicola Fratoianni, che proprio qualche settimana fa è stato in missione al valico di Rafah e in Cisgiordania. «Lei ministro ha iniziato il suo discorso chiedendo un minuto di silenzio – spiega – Ma servirebbe anche un altro minuto di silenzio: per tutto ciò che non avete fatto». Poi rivolgendosi agli altri ministri presenti, tra cui Matteo Salvini e Gilberto Picchetto Fratin, ha detto: «Non fate fatica ad andare a dormire la sera? Non vi vergognate di fronte all’orrore che da troppo tempo avete, e abbiamo davanti? Voi avreste il potere di fare qualche cosa e invece avete scelto l’ignavia del silenzio, la vergogna della vigliaccheria la comodità dell’ipocrisia allora sì, ve lo chiedo ancora non vi vergognate?». Scintille durante l’intervento del deputato e responsabile Esteri del Partito Democratico, Beppe Provenzano. «Le sue parole, ministro Tajani, forse erano buone 19 mesi fa – grida dai banchi – 50mila morti fa. 20mila i bambini bruciati vivi». E prosegue: «Lei qui ci ha parlato a lungo di aiuti umanitari. L’unico vero aiuto umanitario, ministro, è fermare Netanyahu». Mentre Provenzano parlava, Tajani si è più volte girato, anche sorridendo. E il dem: «Rida pure!». Poi ha concluso: «Non ha avuto il coraggio di pronunciare il nome di Netanyahu, ma lei non è a capo di una organizzazione umanitaria, ma della politica estera dell’Italia».

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