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Il prof delle minacce alla figlia di Giorgia Meloni vuole incontrare la premier. Il rischio licenziamento e l’indagine: «Voglio scusarmi guardandola negli occhi»

02 Giugno 2025 - 17:07 Ugo Milano
Stefano Addeo incontro premier meloni minacce figlia
Stefano Addeo incontro premier meloni minacce figlia
Dopo le scuse, Stefano Addeo scrive una lettera alla presidente del Consiglio: «Mi assumo ogni responsabilità». L'Ufficio scolastico regionale si prepara ad aprire un procedimento disciplinare nei suoi confronti. Il docente rischia fino al licenziamento

Le scuse non sono bastate per spegnere i riflettori del dibattito pubblico (e politico) sul suo post social. E così Stefano Addeo, il docente di tedesco in un liceo della provincia di Napoli che ha scritto una frase con minacce di morte nei confronti della figlia di Giorgia Meloni, ora chiede di poter essere ricevuto dalla premier. «Le chiedo, se possibile, di potermi incontrare per poterglielo dire guardandola negli occhi», si legge in un passaggio della lettera che Addeo ha scritto alla presidente del Consiglio, dopo le polemiche scaturite da un suo post, pubblicato e poi rimosso dai social, in cui evocava per la figlia della premier la stessa sorte di Martina Carbonaro, la ragazza uccisa ad Afragola dal suo ex fidanzato.

La lettera del docente alla premier

Nella lettera, che domani sarà pubblicata integralmente dal quotidiano Roma, il docente scrive: «Non c’è giustificazione possibile per le parole scritte. Mi assumo ogni responsabilità, anche se confesso che mai nelle mie intenzioni vi era l’idea di augurare la morte a una bambina. È stata una frase infelice, inadeguata, inaccettabile, che non mi rappresenta né come uomo né come educatore». Addeo chiede quindi perdono al premier, pur sapendo «che nulla può cancellare il male fatto con quelle parole». Resta da vedere, dunque, se Giorgia Meloni accetterà la richiesta di incontro del docente.

Il direttore dell’ufficio scolastico regionale: «Episodio sconcertante»

Intanto, a commentare l’episodio è anche Ettore Acerra, direttore dell’Ufficio scolastico della Regione Campania. «Siccome sono il titolare dell’azione disciplinare, naturalmente non posso fare i commenti di tipo istituzionale. Posso dire che è un episodio, a mio parere, sconcertante», dice il dirigente. Il post pubblicato dal docente «è il segno di come un uso inqualificabile dei social possa portare a degli episodi che non dovrebbero essere assolutamente accettabili», ha continuato Acerra, che si dice «dispiaciuto perché un componente della comunità educante dovrebbe pensare bene prima di parlare» e assicura che cercherà di «prendere le giuste decisioni». Sul caso anche la procura di Roma attende una prima informativa della polizia postale, per valutare l’eventuale competenza territoriale dell’indagine.

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