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Trump-Musk, è guerra totale: «Ho tolto gli incentivi a Tesla ed è impazzito». «Bugiardo, il suo nome era nella lista Epstein» – I video

05 Giugno 2025 - 21:50 Ugo Milano
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A meno di una settimana dall'addio al Doge si consuma la rottura spettacolare tra il presidente Usa e il patron di Tesla: «Non avremo più grandi rapporti...»

È guerra totale tra Donald Trump ed Elon Musk. A meno di una settimana dal commiato ufficiale dell’imprenditore dalla guida del Doge – i due si erano scambiati ringraziamenti pubblici – vengono allo scoperto in maniera esplosiva tutte le divergenze tra i due miliardari. Accogliendo alla Casa Bianca il cancelliere tedesco Friedrich Merz, Trump ha messo in piazza tutta la sua delusione e irritazione per le recenti critiche mossegli da Musk: le ultime e più ficcanti al progetto di legge fiscale, bollata dal patron di Tesla come un «disgustoso abominio». Secondo il presidente, l’imprenditore sarebbe «arrabbiato» per questioni che lo riguardano molto più da vicino: in particolare l’abolizione del cosiddetto «mandato» per le auto elettriche», ovvero gli incentivi che per anni hanno sostenuto Tesla, la cui rimozione, potrebbe aggravare la crisi dell’azienda. «Elon si stava esaurendo, gli ho chiesto di andarsene, gli ho tolto il mandato EV che obbligava tutti ad acquistare auto elettriche che nessun altro voleva, e lui è semplicemente impazzito», fa sapere poco dopo Trump su Truth.

La minaccia di stop a tutti i contratti per Musk

Trump ricorda anche di aver bloccato la nomina di un uomo vicino a Musk per un incarico alla NASA e ridimensionato il ruolo del miliardario nelle elezioni: «Avrei vinto la Pennsylvania anche senza di lui». «Non so se avremo ancora una grande relazione», conclude furioso Trump. E gli fa balenare la minaccia di chiudere ogni rubinetto pubblico per le sue ambiziose aziende. «Il modo più semplice per risparmiare denaro nel nostro bilancio, miliardi e miliardi di dollari, è quello di porre fine ai sussidi e ai contratti governativi di Elon. Mi ha sempre sorpreso che Biden non l’avesse fatto!».

Le repliche al vetriolo di Musk

Non si fa attendere la risposta del patron di Tesla. Quasi in contemporanea, Musk interviene con una ridda di tweet sul suo X, accusando il presidente americano di «ingratitudine» per non aver riconosciuto – a suo dire – il ruolo determinante che avrebbe avuto nella vittoria elettorale di novembre. L’ex capo del Doge respinto poi come «falsità» le dichiarazioni di Trump riguardo alla discussa legge fiscale, oggi al centro del dibattito politico negli Stati Uniti. «Questa legge non mi è mai stata mostrata nemmeno una volta», scrive Musk. «È stata approvata nel cuore della notte, così in fretta che quasi nessuno al Congresso è riuscito a leggerla!». Nel merito, l’imprenditore torna a criticare il provvedimento per aver mantenuto i tagli agli incentivi per veicoli elettrici e impianti solari, senza però toccare i sussidi a favore dell’industria del petrolio e del gas, definendo questa disparità «molto ingiusta» e chiedendo che venga eliminata la «montagna di spese inutili». Altro che legge «grande e bella», insomma, come l’ha definita Trump. Musk replica ironicamente: «In tutta la storia della civiltà, non c’è mai stata una legge che fosse allo stesso tempo grande e bella. Lo sanno tutti. O una legge è grande e brutta, oppure è snella e bella. La via giusta è sottile e bella», ha scritto. 

Il nuovo partito e lo scandalo Epstein

Ma le vere bombe contro Trump l’imprenditore le snocciola dopo. Prima lancia su X un sondaggio tra i suoi follower per chiedere se non sia il caso, a questo punto, di fondare un nuovo partito – ed è subito plebiscito di sì. Poi Musk annuncia con enfasi che è arrivato il momento di «sganciare la bomba più grande». Quale? Eccola (su X, ovviamente): «Donald Trump è nei file di Epstein. Questo è il vero motivo per cui non sono stati resi pubblici. Segnatevi questo post per il futuro. La verità verrà a galla», attacca Musk, suggerendo una connessione tra il presidente Usa e il finanziere finito nella polvere sotto il peso delle accuse e delle condanne per abusi sessuali e traffico di minori.

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