Vasile Frumuzache e il sospetto di un complice: «Ha portato suo figlio all’asilo con il cadavere di Denisa in auto»


Quando la mattina del 16 maggio Valise Frumuzache portava suo figlio all’asilo, nel bagagliaio della sua auto era ancora presente il corpo di Denisa Adas. È questo uno degli elementi che la procura ha sottolineato nel decreto di convalida del fermo a carico del 32enne rumeno, reo confesso di aver ucciso le escort Maria Denisa Adas e Ana Maria Andrei a dieci mesi di distanza l’una dall’altra. Secondo i pm, l’uomo ha agito con «organizzazione e freddezza», come chi ha già compiuto tutte quelle azioni, Valise Frumuzache. Un comportamento che alimenta il sospetto che possano esserci stati altri omicidi e che, come ha scritto la procura di Prato nel decreto di convalida del fermo, rende «comprensibile» il sospetto che il giovane padre di famiglia rumeno abbia avuto un complice. Anche perché, stando ai primi approfondimenti dei pm, non sono pochi i punti della confessione di Frumuzache che non tornano.
La versione di Frumuzache e i dubbi degli inquirenti
L’omicidio di Denisa Adas avviene nella notte tra il 15 e il 16 maggio, probabilmente già in quella stanza 101 del residence in cui la 30enne riceveva i suoi clienti. La donna, ormai cadavere, viene messa all’interno di una valigia che intorno alle 2.38 di mattina Frumuzache carica nel bagagliaio della sua auto. L’uomo, durante gli interrogatori, racconta di aver ucciso la donna e di averla poi decapitata, proteggendo il pavimento dal sangue con sacchi dell’immondizia. Secondo gli inquirenti, che effettivamente non hanno riscontrato tracce ematiche nella stanza, l’uomo avrebbe invece tagliato la testa al corpo della 30enne una volta giunto nella sua abitazione a Monsummano Terme. Non è però chiaro se la mutilazione orrenda sia avvenuta dopo le 3.29, ora in cui secondo il gps l’auto di Frumuzache parcheggia di fronte a casa, oppure la mattina seguente.
I movimenti di Frumuzache: i figli all’asilo, l’occultamento del cadavere poi il centro commerciale
Un dato è certo: alle 8.16 del 16 maggio, poche ore dopo aver ucciso la donna, il 32enne rumeno carica i figli sulla sua auto e li porta a scuola. Nel bagagliaio, sostiene la procura, si trova ancora il corpo di Denisa Adas. Alle 8.35 l’auto torna di fronte a casa per poi dirigersi, un’ora dopo, verso le colline delle Panieraie dove in undici minuti Frumuzache si libera del corpo nascondendolo sotto rovi e sterpaglie. Poi risale in auto e, senza nessuna esitazione, si sposta a un centro commerciale di Massa e Cozzale.
Nel giardino della sua abitazione, in un punto da lui indicato agli inquirenti, sono state rinvenute quattro lame bruciate, compatibili con l’accetta o il machete che l’autopsia ha evidenziato come arma della decapitazione. Dalla abitazione del 32enne, intanto, sono state sequestrati anche quattro telefoni cellulari. Uno, in realtà, si trovava nascosto sotto il sedile dell’auto di Valise Frumuzache.