Air India, come si è salvato l’unico sopravvissuto: le ipotesi degli esperti e il precedente del posto 11A


Si chiama Vishwash Kumar Ramesh, ha 40 anni, è originario di Leicester, nel Regno Unito, ed è l’unico sopravvissuto del disastro aereo del volo AI171 di Air India, precipitato pochi istanti dopo il decollo dall’aeroporto di Ahmedabad, diretto a Londra Gatwick. Sono morte oltre duecento persone e l’unico sopravvissuto è lui. Ramesh si trovava al posto 11A ed è riuscito a salvarsi barcollando fuori dai rottami in fiamme. Oggi, la sua sopravvivenza viene definita da molti «miracolosa». Ma dietro quel miracolo si nascondono dinamiche tecniche e ambientali che diversi esperti stanno cercando di analizzare e spiegare.
Gli esperti: «Un insieme di fattori decisivi»
Secondo John McDermid, responsabile della sicurezza presso l’Università di York, citato dal Daily Mail, la posizione scelta da Ramesh all’interno del velivolo potrebbe essere stata cruciale: «Il posto 11A è situato sopra l’ala, una delle sezioni strutturalmente più solide dell’intero aereo. Non solo: era anche a pochi passi da un’uscita di emergenza. Questo ha aumentato le probabilità di fuga immediata in caso di incendio», ha spiegato McDermid. Una valutazione condivisa anche Edwin Galea, esperto in ingegneria della sicurezza all’Università di Greenwich, secondo cui le condizioni dell’incidente erano «tali da non permettere realisticamente la sopravvivenza» perché «un aereo carico di carburante che precipita in un’area urbana genera un impatto devastante, seguito da un incendio estremo. Che qualcuno sia sopravvissuto è un miracolo».
Le ipotesi
C’è anche chi ipotizza che Vishwash Kumar Ramesh sia stato sbalzato fuori dai rottami in un momento in cui la fusoliera stava cedendo, e che sia caduto in un punto in cui le strutture o gli oggetti circostanti abbiano assorbito parte dell’urto. È quanto suggerisce l’esperto Graham Braithwaite, direttore del dipartimento aerospaziale e aeronautico della Cranfield University: «Si può ipotizzare che sia stato sbalzato fuori dai rottami e che in qualche modo, durante l’impatto, l’oggetto che ha colpito sia riuscito ad assorbire parte dell’impatto. Quando un aereo del genere ha un impatto di questo tipo, non c’è molto che si possa fare in quella situazione, se non essere fortunati nel posto in cui ci si trova».
Il precedente inquietante: stesso posto, stesso destino
Ma la sopravvivenza di Ramesh non colpisce solo per le condizioni fisiche estreme. A renderla ancora più incredibile è un dettaglio emerso nelle ore successive all’incidente: il posto 11A dove era seduto potrebbe aver giocato un ruolo fondamentale. E non sarebbe la prima volta. L’11A aveva già salvato un passeggero in un disastro simile, 27 anni fa. L’11 dicembre 1998, il cantante thailandese Ruangsak Loychusak si salvò nel tragico incidente del volo Thai Airways 261, costato la vita a 101 persone. Anche lui era seduto al posto 11A. «Ho la pelle d’oca. Il sopravvissuto era nello stesso posto dove ero io», ha infatti scritto il musicista sui social appena appresa la notizia.
La testimonianza del sopravvissuto: «Era bloccato in aria»
Dal suo letto d’ospedale, Vishwash Kumar Ramesh ha raccontato di aver avuto la sensazione che l’aereo si fosse improvvisamente fermato in volo, «come bloccato in aria», pochi istanti prima dello schianto. Mentre le autorità proseguono le indagini, la comunità scientifica continua a interrogarsi su come un solo uomo sia sopravvissuto a un impatto così letale.