Ultime notizie Chiara PoggiDonald TrumpElon MuskFemminicidiGaza
SOSTENIBILITÀGreenPapa FrancescoVaticano

Un Vaticano «a impatto zero». Dal monitoraggio della qualità dell’aria all’illuminazione a led: il nuovo progetto per una Chiesa più green

Il Progetto di sostenibilità ambientale della Basilica Papale di San Pietro in collaborazione con l'Università di Bari e il Politecnico di Milano prevede nuove caldaie e pannelli fotovoltaici

Il Vaticano si tinge di verde. A 10 anni dall’enciclica a tema green di Papa Francesco Laudato Sì, la Chiesa celebra i primi risultati del Progetto di sostenibilità ambientale ed energetica della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano. Lo studio, avviato nel 2022 dalla Fabbrica di San Pietro, ha visto la collaborazione delll’Università di Bari Aldo Moro, del Politecnico di Milano e di Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile. Nel maggio del 2015 Papa Francesco aveva firmato la lettera apostolica e oggi gli obiettivi di quel documento sono risultati tangibili. 

Cosa prevede il progetto di sostenibilità ambientale ed energetica per la Basilica di San Pietro

L’analisi ha coinvolto la Basilica di San Pietro, il Palazzo della Canonica e il Palazzo di Santa Marta, esaminando i flussi di acqua, materiali ed energia, per identificare le soluzioni più efficaci per ridurre gli sprechi. In effetti, a seguito dell’emergenza sanitaria da Covid-19 ha messo in luce l’importanza della qualità dell’aria, specialmente in ambienti chiusi e molto frequentati, come lo è San Pietro. In particolare, per quanto riguarda la Basilica, si sono studiate soluzioni che rendano più efficiente l’impianto di illuminazione delle navate laterali. Le lampade saranno sostituite da luci a Led ad alta efficienza. Per di più, un nuovo sistema di ventilazione naturale provvederà al rinnovo dell’aria interna e, soprattutto, al raffrescamento estivo, limitando al massimo le emissioni ci anidride carbonica. Per di più, le vecchie caldaie per il riscaldamento, saranno sostituite con sistemi più all’avanguardia.

Il lavoro di analisi dell’Università di Bari e del Politecnico di Milano

Il difficile connubio tra la storicità del sito e la necessità di sistemi all’avanguardia per il miglioramento degli standard di sostenibilità hanno coinvolto istituiti di eccellenza come il Politecnico di Milano e l’Università Aldo Moro di Bari. Il primo, si è occupato dell’analisi dei consumi energetici, proponendo le modifiche necessarie per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Il lavoro dell’Università di Bari si è invece concentrato soprattutto sullo studio della qualità dell’aria. L’istituito ha  provveduto all’istallazione di 7 sensori all’interno della Basilica per il rilevamento del particolato (Pm), composti organici volatili (Tvoc), anidride carbonica (Co2), Idrocarburi Policiclici Aromatici (Ipa) e parametri microclimatici. Da questo studio, per esempio, è emerso che la Basilica di San Pietro ha già un buon ricircolo naturale dell’aria e l’aumento o la diminuzione dei livelli di Co2 dipendono più che altro dal numero di visitatori all’interno dell’edificio (in media 45 mila al giorno), e non tanto da altri fattori, come per esempio l’utilizzo di incenso. 

I risultati: un Vaticano più green

I risultati ottenibili tramite l’applicazione di tutte le misure proposte comporterebbe un abbattimento del 62% dei livelli di Co2 e del 43% dei consumi energetici attuali. Un altro tema è l’impatto residuo in termini di emissioni, impossibili da ridurre a zero, ma compensabili grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici vaticani.  Questo progetto si ascrive perfettamente nello spirito dei principi della Enciclica ‘Laudato Sì’ di Papa Francesco sull’ecologia e la «cura della casa comune». Lo studio, oltre alla Basilica di San Pietro, coinvolge anche il Palazzo della Canonica, Palazzo di Santa Marta e Studio del Mosaico. Ma l’idea è che il Vaticano possa diventare un modello di sostenibilità per tutti i monumenti e i siti storici in Italia.

leggi anche