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Studenti plusdotati, in arrivo l’iscrizione anticipata alla classe successiva per i piccoli geni: cosa prevede il ddl che sarà votato al Senato

24 Giugno 2025 - 15:07 Ygnazia Cigna
scuola studenti plusdotati
scuola studenti plusdotati
Sono bambini e ragazzi brillanti, ma nell'attuale sistema scolastico rischiano paradossalmente di restare indietro. Ecco come il governo intende intervenire

Dalla possibilità di saltare una classe e andare in quella successiva all’introduzione di una figura ad hoc, fino alla formazione obbligatoria per i docenti: il Parlamento si prepara a colmare un vuoto normativo sul tema degli studenti plusdotati, ovvero ad alto potenziale cognitivo, con un disegno di legge che ha appena superato una tappa fondamentale al Senato. Dopo mesi di discussioni e audizioni con esperti, la 7ª Commissione Cultura del Senato ha concluso l’esame degli emendamenti, portando il testo più vicino all’approvazione in Aula. Gli alunni plusdotati sono bambini e ragazzi che manifestano capacità di apprendimento, ragionamento e creatività significativamente superiori alla media dei loro coetanei.

Chi sono gli studenti plusdotati

La plusdotazione non è solo una questione di intelligenza, ma comprende un insieme complesso di caratteristiche cognitive, emotive e relazionali che richiedono un’attenzione educativa mirata. In molti casi, i bambini plusdotati mostrano un disallineamento tra il loro sviluppo cognitivo e quello emotivo, perché mentre pensano e apprendono come ragazzi molto più grandi, emotivamente restano in linea con la loro età, faticando a gestire emozioni e relazioni in modo equilibrato. Paradossalmente, questi studenti non sempre brillano in classe: spesso si annoiano, si sentono isolati, incompresi o, nei casi peggiori, finiscono per vivere la scuola come un ambiente ostile, inadeguato a soddisfare la loro velocità di apprendimento e la loro profondità di pensiero.

Perché una legge sugli studenti plusdotati

Le conseguenze sono preoccupanti: studi internazionali, riportati anche nel testo del disegno di legge, evidenziano che tra l’8% e il 17% degli alunni plusdotati, se non riconosciuti e supportati, è a rischio di abbandono scolastico precoce. In Italia, il tema è rimasto per anni marginale, privo di una cornice normativa chiara, con interventi frammentati e affidati alla sensibilità dei singoli docenti o a iniziative isolate. Da qui l’urgenza di un intervento legislativo organico: il ddl nasce proprio per colmare questa lacuna, riconoscendo i bisogni specifici di questi studenti fin dai primi anni di scuola.

Un iter partito nel 2022: ora il testo è pronto per il voto in Senato

Avviato nell’ottobre del 2022 con una delega al Governo, il disegno di legge presentato dal senatore Pierantonio Zanettin di Forza Italia punta a colmare un ritardo significativo: l’Italia è tra i pochi Paesi europei a non aver ancora adottato misure sistemiche a tutela degli alunni plusdotati, nonostante le raccomandazioni dell’Unione europea. Il testo ha ricevuto 26 emendamenti e 1 ordine del giorno. Dopo l’approvazione in Commissione Cultura, si attende ora il parere della Commissione Bilancio prima del passaggio in Aula. Se approvato dal Senato, il ddl proseguirà alla Camera per la seconda lettura.

Cosa prevede il disegno di legge sugli studenti plusdotati

Il ddl definisce finalità e strumenti per garantire il diritto all’istruzione e alla valorizzazione degli studenti plusdotati. Ovvero:

  • Identificazione precoce degli alunni con alto potenziale cognitivo;
  • Adozione di piani didattici personalizzati che includano flessibilità curricolare, tutoraggio, ampliamenti disciplinari e possibilità di salto di classe;
  • Formazione obbligatoria per i docenti
  • Collaborazione tra scuola, famiglia e specialisti, per una presa in carico condivisa dei bisogni dell’alunno;
  • Prevenzione dell’abbandono scolastico, attraverso percorsi adeguati alla velocità e profondità di apprendimento dello studente.

Una figura ad hoc e il salto alla classe successiva

Una delle principali novità è l’introduzione del referente scolastico per l’alto potenziale cognitivo, figura che sarà incaricata di individuare gli alunni sospetti di plusdotazione, guidare le segnalazioni e predisporre un programma personalizzato. Il referente dovrà seguire una formazione iniziale di 20 ore e aggiornamenti annuali di almeno 15 ore. Questo docente potrà proporre il passaggio dell’alunno alla classe successiva per specifiche materie, d’intesa con la famiglia, e a monitorare la formazione permanente del corpo docente. Questo passaggio dovrà passare per un esame. Tutti gli insegnanti, comunque, saranno tenuti a partecipare a corsi di formazione obbligatoria: 10 ore il primo anno, 5 ore per i successivi.

Un esame in più all’università di psicologia

Il ddl introduce inoltre un obbligo formativo nei corsi di laurea in Psicologia, Scienze della Formazione, Servizio Sociale, Lettere e Matematica, dove sarà previsto un esame dedicato alla plusdotazione.

Gli emendamenti approvati

Tra gli emendamenti approvati spiccano alcune misure di rilievo che mirano a rendere più efficace e inclusiva la gestione della plusdotazione nelle scuole. Vengono introdotti criteri più chiari e multidisciplinari per il riconoscimento degli studenti plusdotati. È prevista l’adozione di Linee guida nazionali per l’inclusione, da elaborare alla luce dei risultati ottenuti in tre anni di sperimentazione, e viene posta una particolare attenzione alla prevenzione dei disagi relazionali ed emotivi, tenendo conto del frequente disallineamento tra lo sviluppo cognitivo e quello emotivo-sociale nei ragazzi ad alto potenziale.

Cosa ne pensano gli esperti

Il percorso parlamentare del disegno di legge è stato accompagnato da una lunga serie di audizioni con psicologi, pedagogisti, rappresentanti di associazioni genitoriali e accademici. Il Consiglio nazionale dell’Ordine degli psicologi ha messo in guardia dal rischio di una valutazione unicamente cognitiva, chiedendo di considerare anche la maturazione affettiva e relazionale dell’alunno. Il Coordinamento Genitori Democratici ha espresso perplessità sull’introduzione della figura del referente, giudicandola superflua rispetto a quanto già previsto nelle scuole. Di parere opposto altri esperti come la psicologa Valeria Stefania Resta, da anni impegnata sulla plusdotazione, che ha definito «estremamente utile» il ruolo del referente scolastico per garantire interventi tempestivi e personalizzati. Molti professionisti hanno inoltre sottolineato l’esigenza di iniziare la formazione degli insegnanti già nella scuola dell’infanzia, fase cruciale per l’identificazione precoce, e di integrare criteri legati alla creatività, non solo al quoziente intellettivo. Se e come passerà, si vedrà nel voto in Aula.

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