Gaza, i leader Ue chiedono cessate il fuoco e aiuti urgenti, ma niente sanzioni a Israele: «Ne riparliamo a luglio»


Nessuna decisione per ora su eventuali sanzioni a Israele, ma un rinvio della questione al mese prossimo. È quanto emerge dalle conclusioni del vertice dei leader Ue riunitosi oggi a Bruxelles. «Il Consiglio europeo chiede un cessate il fuoco immediato a Gaza e il rilascio incondizionato di tutti gli ostaggi, che porti alla fine permanente delle ostilità. Deplora la terribile situazione umanitaria a Gaza, il numero inaccettabile di vittime civili e i livelli di fame. Invita Israele a revocare completamente il blocco su Gaza», si legge nelle conclusioni del vertice. Quanto all’Accordo di associazione Ue-Israele, i 27 capi di Stato e di governo per il momento «prendono nota» del rapporto predisposto dal Servizio d’azione esterna Ue e consegnato dall’Alta Rappresentante Kaja Kallas, rimandando ogni eventuale decisione a luglio, anche «tenendo conto dell’evoluzione della situazione sul terreno». Alcuni Paesi, in primis la Spagna, avevano chiesto di rompere gli indugi e sanzionare Israele, che nel rapporto Kallas indica chiaramente aver violato i diritti umani a Gaza così come in Cisgiordania. Ma la linea non è passata. Fonti Ue sentite dall’Ansa spiegano che sulla base del dibattito di oggi il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa ha incaricato Kallas di proporre «possibili misure» da discutere al prossimo Consiglio Esteri. Ma la formulazione adottata nelle conclusioni lascia intendere che se ci si dovesse muovere infine verso un’intesa di cessate il fuoco a Gaza lo scenario potrebbe cambiare e la «tentazione» di sanzionare Israele essere abbandonata.
L’attacco di Sanchez contro Israele
Arrivando al Consiglio europeo, il premier Pedro Sánchez aveva parlato apertamente di una «situazione catastrofica di genocidio» nella Striscia, esprimendo pieno sostegno alla richiesta delle Nazioni Unite per un cessate il fuoco immediato, il libero accesso degli aiuti umanitari e un rilancio del processo verso la soluzione dei due Stati. «Israele sta violando l’articolo 2 dell’accordo di associazione con l’Unione Europea, quello relativo al rispetto dei diritti umani», ha affermato il premier spagnolo. «Per questo oggi chiederò formalmente la sospensione immediata di quell’accordo». Sánchez ha inoltre criticato il presunto doppio standard europeo nel trattare i conflitti internazionali: «Non ha senso che l’Ue abbia approvato 18 pacchetti di sanzioni contro Mosca per l’aggressione all’Ucraina, e poi non sia in grado nemmeno di sospendere un accordo con Israele, nonostante le ripetute violazioni dei diritti umani». A Gaza resta intanto gravissima la crisi umanitaria, mentre proseguono i bombardamenti israeliani, che mietono decine di vittime ogni giorno.
La pressione italiana sui migranti: «Avanti con soluzioni innovative»
Al Consiglio europeo è prevista anche con una sessione dedicata all’Ucraina e con una videoconferenza con il presidente Volodymyr Zelensky. Infine, questa sera la cena sarà l’occasione per affrontare il tema della competitività europea e del ruolo dell’Ue nel contesto globale. A margine del Consiglio europeo, la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, insieme ai primi ministri danese, Mette Frederiksen, e olandese, Dick Schoof, ha ospitato una nuova riunione informale tra alcuni degli Stati membri più interessati al tema delle soluzioni innovative da applicare alla gestione del fenomeno migratorio e in particolare al rafforzamento del quadro legale in materia di rimpatri. Insieme a Italia, Danimarca, Paesi Bassi e Commissione europea, hanno preso parte all’incontro Austria, Belgio, Cipro, Germania, Grecia, Lettonia, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Svezia e Ungheria. Ursula von der Leyen – spiega una nota di Palazzo Chigi – ha illustrato i principali filoni di lavoro della Commissione in ambito migratorio, concentrandosi in particolare sullo stato di avanzamento dei negoziati relativi alle più recenti proposte legislative in ambito migratorio a partire dal nuovo “Regolamento Rimpatri”, confermando allo stesso tempo la convocazione di un nuovo Vertice della Coalizione globale contro il traffico di migranti per il prossimo 10 dicembre a Bruxelles. Oltre a esprimere soddisfazione per i risultati sinora raggiunti dal gruppo informale di Paesi più interessati alle soluzioni innovative, Meloni ha indicato alcuni nuovi filoni di lavoro, a partire dai seguiti della lettera aperta dello scorso 22 maggio in tema di convenzioni internazionali e loro capacità di rispondere alle sfide della migrazione irregolare. Nel ringraziare von der Leyen per il lavoro operativo e concreto portato avanti, i leader presenti hanno concordato di continuare a mantenere uno stretto raccordo anche in vista dei prossimo appuntamenti europei di vertice.
Foto di copertina: EPA/OLIVIER HOSLET | La premier italiana Giorgia Meloni con l’Alta rappresentante Ue Kaja Kallas – Bruxelles, 26 giugno 2025