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Antonello Venditti risorge dopo due fallimenti consecutivi di sue società. Equitalia le ha portate in tribunale, i bracci di ferro con Unipol e Mps. La risposta del cantante: rotto con gli amministratori

16 Luglio 2025 - 16:10 Fosca Bincher
antonello venditti
antonello venditti
La sola società sopravvissuta nell’impero del cantante ha dimezzato i guadagni nel 2024. Ma è in piedi grazie al mattone. Perché le altre sono state dichiarate fallite dal Tribunale di Roma e sono state cancellate fra il 2019 e il 2024. Anche quella con la barca da un milione in leasing

Uscito da anni piuttosto complicati, con due fallimenti da imprenditore sulle spalle dolorosi nonostante il silenzio che ha accompagnato queste disavventure, Antonello Venditti è riuscito nonostante tutto a guadagnare 244.888 euro con la società che è restata in piedi, la New Sound City srl di cui lui (con il vero nome di Antonio Venditti) è socio al 95%, mentre il restante 5 per cento è in mano al nipote Tomaso (figlio di Francesco). L’utile netto si è dimezzato però rispetto a quello del 2023, e anche il fatturato 2024 è in calo: 3,4 milioni di euro rispetto ai 4,595 milioni di euro dell’anno precedente.

Antonello Venditti sul balcone del sindaco di Roma, Gualtieri

La nuova società di Venditti patrimonializzata soprattutto con il mattone

La New sound city di Venditti si occupa di «attività di supporto alle rappresentazioni artistiche» ed è ben patrimonializzata, al di là del risultato annuale. In cassa ha anche un anticipo di 1,65 milioni di euro concesso dalla Heinz music srl del gruppo Sony, casa discografica con cui è uscito il suo ultimo album “Cuore 40th Anniversary Edition”. A patrimonio ha una bella consistenza il mattone, visto che le immobilizzazioni materiali in bilancio ammontano a 9,5 milioni di euro. Anche come persona fisica gli investimenti dei guadagni di Venditti sono stati soprattutto nel mercato immobiliare: risultano intestati a lui cinque fabbricati (fra cui una villa di 32 vani) in gran parte in un paese della provincia di Roma. La società ha anche in carico un contratto di leasing per un Mercedes GLE coupè C 167, la cui ultima rata scade il 30 giugno 2027.

Antonello Venditti nel suo ultimo concerto a giugno

Il primo fallimento aperto nel 2017 su richiesta di Equitalia e chiuso alla fine del 2018

Sulle spalle di Venditti imprenditore si sono abbattuti però due fallimenti societari negli ultimi anni, anche se la notizia è restata riservata sulla stampa. La prima società a saltare a gambe levate è stata la Voglio cantare srl, che ha cessato le sue attività il 21 gennaio 2019. La società era controllata al 55% da Venditti, al 30% dal socio Giuseppe Cova e per il restante 15% da un’altra società del cantante, la Easynvest srl. Il fallimento è stato è stato chiesto dal creditore “Equitalia servizi riscossione spa”, e dichiarato con sentenza del tribunale di Roma n.739 del 10 ottobre 2017, nominando come curatore e liquidatore l’avvocato romano Giuseppe Mazzuti. La società in quel momento aveva un patrimonio netto negativo di 1,151 milioni di euro e debiti con il fisco e con le banche per 1,155 milioni di euro. La maggiore banca creditrice era il Monte dei Paschi di Siena, seguita dalla Banca popolare di Vicenza. Il fallimento è stato chiuso con sentenza del tribunale civile di Roma del 27 dicembre 2018 perché «non presente attività realizzabile».

Il secondo fallimento di Venditti

Il secondo fallimento, la barca da un milione e il contenzioso con Unipol Banca

Il secondo fallimento segreto nel piccolo impero di Venditti è stato un po’ conseguenza del primo, visto che a chiudere i battenti è stata proprio la Eaynvest srl azionista e in parte finanziatrice della prima società. La società era controllata al 51% dal cantante e al 49% dalla Roma sound city, società poi chiusa nel 2021 che a sua volta il cantante controllava al 95% lasciando il 5% al nipote Tomaso. I contenziosi qui erano sia con gruppi finanziari (Unipol banca) che con società di leasing con cui era stata presa una barca per un valore di poco inferiore al milione di euro, che poi è stata ceduta alla Roma sound city. Il fallimento è stato aperto dal tribunale di Roma nel 2018 con il numero 290 e dichiarato chiuso con sentenza del 6 dicembre 2023 dal collegio del tribunale di Roma presieduto da Antonino La Malfa, perché ormai era stato ripartito fra i creditori tutto quello che si era riuscito a realizzare anche attraverso accordi transattivi del curatore fallimentare.

La replica dell’avvocato di Venditti: fallimenti dovuti ai contabili

Dall’avvocato di Antonello Venditti riceviamo e pubblichiamo

Gentilissimo Direttore, in qualità di difensore del Sig. Antonio (Antonello) Venditti intendo rettificare quanto riportato nell’articolo dal titolo “Antonello Venditti prova a risorgere dopo due fallimenti
consecutivi. Equitalia lo ha portato in tribunale, i bracci di ferro con UnipolBanca e MPS”, a
firma Fosca Bincher, pubblicato sulla vostra testata in data 16 luglio 2025, poichè privo di
qualsiasi connotazione di cronaca, critica o satira, gravemente erroneo e contenente fatti non
corrispondenti al vero. In primo luogo si contesta il tenore del titolo, falso ed avente unica finalità denigratoria del mio Cliente e della sua immagine:
a) Antonello Venditti non ha alcuna necessità di “provare a risorgere”, dato che non è
mai morto e che i due fallimenti in questione non sono giuridicamente rivolti nei suoi confronti;
b) non risulta alcun giudizio di Equitalia nei confronti di Venditti, nè alcun braccio di
ferro con UnipolBanca e MPS;
c) non risulta che Equitalia abbia “portato in tribunale” Venditti, espressione falsa e di
inaccettabile sapore di gogna mediatica.
In secondo luogo l’articolo si riferisce a fatti (i fallimenti di Voglia di Cantare S.r.l. e di
Easynvest S.r.l.) occorsi rispettivamente nel 2019 e nel 2021. Rispetto a tali fatti non si comprende quale sia l’esigenza giornalistica: non è di cronaca, nè di critica o di satira, ma solo il tentativo gratuito quanto illegittimo di danneggiare l’immagine e la reputazione del mio Cliente. L’articolo è in gran parte rivolto a tale finalità. Per di più va spiegato che, dal punto di vista giuridico, il fallimento di una società non
è mai assimilabile al fallimento del/i socio/i di tale società. Il Sig. Antonello Venditti non è mai
fallito, e questo è un dato certo ed incontrovertibile che rende gravemente e pericolosamente
falsa la narrazione della giornalista. In relazione a tali due società (come poi di Roma Sound City S.r.l.) l’amministratore pro tempore è stato revocato dai soci ed interrotto ogni rapporto con lo studio professionale che gestiva la contabilità delle due società. Inoltre, l’articolo fa riferimento a “il secondo fallimento segreto”: come è noto, non esistono fallimenti segreti, perchè tali provvedimenti – tutti – sono iscritti nel Registro delle Imprese. Ed ancora, non si comprende a quali contenziosi fra Venditti ed UnipolBanca e MPS ci si riferisca, posto che non ve ne sono. Infine, non si vede quale attinenza abbiano, con il titolo, le notizie societarie ed i risultati di esercizio esposti, che invece sono espressione dell’andamento odierno delle attività svolte con altra struttura societaria, altro amministratore ed altri professionisti a supporto.

Avvocato Luca Pardo

Risponde Franco Bechis, direttore di Open. Gentile avvocato, anche se il testo dell’articolo diceva con chiarezza che il fallimento riguardava non una persona fisica, ma due società di cui Antonello Venditti era azionista di maggioranza assoluta, ho modificato il titolo perché non lasci dubbio alcuno al lettore. Nel testo era chiaramente spiegato che i contenziosi con Equitalia, Mps e Unipol erano con le due società, e non con la persona fisica di Venditti e quindi non c’era nulla da rettificare in proposito. Detto questo è chiaro che le società fallite appartenevano a un imprenditore, che non ne porta la responsabilità giuridica (non essendo società personali), ma non può considerale estranee alla sua vita da imporenditore. Per altro in questa lettera aggiunge la notizia di una rottura con gli amministratori e studi professionali che si occupavano della gestione delle imprese, e quindi immagino che ne siano nate cause. Quanto alla segretezza dei due fallimenti, ci si riferiva al fatto che entrambi fossero inediti, non essendo mai stata divulgata la notizia. La parola fine all’ultima società è stata scritta per altro nel 2024, quindi non nella notte del tempo. E il fallimento di Easynvest non si poteva raccontare se non partendo da quello – altrettanto inedito- di Voglia di Cantare, che ne è stato l’origine. Su una cosa sicuramente si sbaglia: nessuna finalità di denigrare un cantante di cui fin da adolescente ho acquistato tutti gli LP in uscita (e perfino i 45 giri, avendo una certa età), imparando a suonare la chitarra con Lilly.

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