Il vistoso cerotto di Mattarella e il complotto del neo “inesistente”


Sergio Mattarella si è presentato con un vistoso cerotto bianco all’altezza della tempia destra durante la commemorazione per il 40° anniversario del disastro della Val di Stava. Il Quirinale, a seguito del clamore suscitato e per rassicurare quanti si erano preoccupati per la salute del Presidente della Repubblica, ha chiarito che si trattava di una semplice medicazione dovuta all’asportazione di un neo, a seguito di un intervento dermatologico. Apriti cielo: online sono iniziate a circolare teorie complottiste sul cerotto e sul presunto “vero motivo” della sua applicazione.
Per chi ha fretta
- Le foto utilizzate per sostenere l’inesistenza del neo sono estremamente datate.
- È importante ricordare che un neo può comparire nel tempo, ed è prassi comune rimuoverne alcuni per prevenzione.
- Scatti più recenti mostrano chiaramente la presenza del neo proprio nel punto dove è stato applicato il cerotto.
Analisi
A incentivare il dibattito sull’esistenza del neo è intervenuto Cesare Sacchetti, noto per la diffusione di numerose falsità negli ultimi anni (alcuni esempi qui, qui e qui).

In un post pubblicato su X, Sacchetti scrive: «Andate a vedere quello che ho scritto due giorni fa, notizia oscurata dai media mainstream e ovviamente anche dai loro fedeli alleati, i canali della falsa informazione alternativa». Scorrendo la sua timeline, il 16 luglio insinuava che i giornali avessero taciuto su un «malore che ha colpito in questi giorni un peso massimo dello Stato profondo italiano», senza mai nominarlo esplicitamente.

La fotografia sbagliata di Mattarella, ma utile per sostenere il “complotto”
Sacchetti sostiene che non vi sia alcun neo nel punto dove è stato applicato il cerotto. A supporto di questa tesi, pubblica su X una foto di Mattarella che, però, non mostra chiaramente la tempia destra, bensì quella opposta.

Il post è stato ripreso da numerosi utenti su Facebook, contribuendo alla diffusione della teoria:

C’è chi, come in questo post, altera il cognome del Capo dello Stato:
Sergio Merdarella non ha mai avuto nessun neo sulla tempia destra. Di cosa parlano La Repubblica e gli altri quotidiani?
Cesare Sacchetti

Le foto datate per sostenere la teoria “a tutti i costi”
È semplice alimentare sospetti quando si usa una foto completamente inutile per verificare la presenza di un dettaglio. Un utente, rispondendo a Sacchetti, ha mostrato un altro scatto in cui il neo è chiaramente visibile. Per il sostenitore della teoria, però, non basta e insiste affermando che «in nessuna foto si vede nulla» e si chiede «perché mai dovrebbe farsi togliere un invisibile neo coperto dai capelli..?».

Al di là della domanda (poco fondata) sulle motivazioni della rimozione, pratica comune per la prevenzione o diagnosi precoce di un possibile melanoma, va evidenziato che lo scatto usato da Sacchetti risale al 2022. Il neo potrebbe essersi formato in seguito.

Non solo! L’altra immagine da lui utilizzata per “dimostrare” l’assenza del neo, quella che mostra poco la tempia destra, è ancora più datata: è del 2018.

La prova della presenza del neo negli altri scatti più recenti
Consultando invece scatti aggiornati, come quello del 23 giugno 2025 durante l’incontro con i volontari del Touring Club Italiano, il neo è facilmente individuabile tra i capelli del Presidente Mattarella, proprio nel punto in cui successivamente è stato applicato il cerotto.

Conclusioni
Cesare Sacchetti ha usato fotografie datate e non idonee per sostenere la sua teoria sull’inesistenza del neo. Le immagini del 2025 dimostrano invece che il neo era presente, e che la rimozione è del tutto compatibile con l’intervento dermatologico comunicato ufficialmente dal Quirinale.
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