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«Raoul Bova vuole denunciare Ryanair e il Napoli»: entrambi hanno utilizzato l’audio rubato all’attore sui social 

28 Luglio 2025 - 20:42 Alba Romano
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Lo riporta la Repubblica. La compagnia aerea ha usato la frase «dal sorriso meraviglioso e gli occhi spaccanti», tratta dal vocale rubato, per promuovere la sua app, mentre il Napoli l’ha ripostata in un video con De Bruyne

Raoul Bova sarebbe pronto ad avviare una doppia causa civile nei confronti di Ryanair e il Napoli. A darne notizia è la Repubblica. Al centro della vicenda, l’utilizzo – giudicato lesivo e non autorizzato – di messaggi vocali privati inviati dall’attore alla modella Martina Ceretti, ora coinvolta in un’indagine per tentata estorsione avviata dalla procura di Roma. Tutto è cominciato con la diffusione di alcuni vocali personali attribuiti all’attore, diventati virali nelle scorse settimane. In uno di questi messaggi, Bova si rivolge alla modella con toni affettuosi e frasi che, una volta diventate pubbliche, sono state riprese in chiave ironica e usate, a detta dell’accusa, a scopo promozionale da alcuni brand e account social.

Il tweet di Ryanair e il video del Napoli

A far scattare la reazione di Bova sarebbero stati due episodi specifici. Il primo riguarda un tweet pubblicato da Ryanair Italia sui propri profili X e Facebook: «Buongiorno passeggeri speciali dal sorriso meraviglioso e gli occhi spaccanti, avete scaricato l’app?». Una citazione quasi letterale di una frase contenuta in uno dei vocali dell’attore, utilizzata con tono ironico e in chiave pubblicitaria. Il post ha avuto ampia risonanza, ma per Bova – scrive ancora il quotidiano romano – è stato vissuto come un’ulteriore umiliazione pubblica.

Pochi giorni dopo, è stata la volta del Napoli. Sul profilo TikTok ufficiale del club è stato, infatti, pubblicato un filmato con protagonista il calciatore Kevin De Bruyne, in cui si sente chiaramente la voce originale di Bova, tratta da uno dei vocali finiti al centro del caso giudiziario. Non si tratterebbe di una semplice imitazione: l’audio è autentico e, secondo fonti vicine all’attore, citate da Repubblica, sarebbe stato montato su immagini ironiche a tema calcistico, aggravando l’impatto sulla reputazione dell’interprete.

La possibile mossa dei legali

I legali di Bova starebbero quindi preparando un’azione per danno d’immagine, legato a un uso non autorizzato di materiale personale, in un contesto – quello dei social network – che ne ha amplificato il senso di esposizione e l’umiliazione dell’attore, già coinvolto in una vicenda personale delicata. L’avvocato di Raoul Bova, David Leggi, ha dichiarato all’Ansa che le azioni compiute – ora al vaglio degli inquirenti – hanno alimentato un’ondata illecita e inaccettabile sul web, dove il materiale coinvolto continua a circolare senza controllo, nonostante la sua natura debba ancora essere chiarita. «Si è messa in moto una macchina infernale – ha aggiunto – che non risparmia nessuno, né le persone né i loro figli, spesso privi degli strumenti per distinguere tra cronaca, cattiveria o voyeurismo di bassa lega. Tutto questo impone una seria riflessione sui meccanismi che regolano il mondo del web e dei social media, sempre più simili a un nuovo far west».

L’inchiesta giudiziaria

Intanto, la modella 23enne Martina Ceretti e il 29enne pr milanese Federico Monzino, entrambi coinvolti nella vicenda della diffusione degli audio privati dell’attore, sono stati ascoltati dagli investigatori e nonostante tutto gli interrogativi continuano a moltiplicarsi. E pare ancora lontana anche l’esatta ricostruzione della filiera di responsabilità che si cela dietro la vicenda, finita all’attenzione della procura di Roma, anche se gli investigatori non escludono che possano emergere le ipotesi di altri reati, come la ricettazione e, ovviamente, la violazione della privacy. Il groviglio dell’ipotetico triangolo – che collega la modella al suo amico e al noto fotografo – resta intricato, perché le versioni rese dai protagonisti della vicenda per il momento sembrano non coincidere.

L’influencer avrebbe spiegato di aver condiviso in buona fede con Monzino alcuni audio e chat delle conversazioni avute con l’attore, ma senza alcun secondo fine. Ma il pr, intervistato da Repubblica, sostiene: «Ho inviato tutto io a Corona, Martina mi aveva mandato il materiale pochi secondi prima sul mio telefono e poi mi aveva dato il consenso di inoltrargliele». Poi però, «sentendo quello che Corona avrebbe voluto pubblicare», Ceretti «si è resa conto che dell’impatto che tutto questo avrebbe potuto avere sulla sua vita privata e sulla sua immagine. Così mi ha chiesto di fermare tutto. Io ho rispettato la sua volontà e da quel momento ho fatto di tutto perché quelle chat non venissero pubblicate», spiega ancora Monzino. «Ha chiesto anche lei a Corona di fermare tutto, di non far uscire nulla. A lui non è fregato nulla e ha pubblicato tutto di sua iniziativa, fuori da ogni controllo. Oggi sta usando quel materiale per costruirsi un racconto che non rispecchia la verità».

Foto copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO | Raoul Bova, durante la registrazione della trasmissione televisiva: Ciao Maschio, in onda su RAI Uno, Roma 17 settembre 2024

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