Gaza, ecco perché gli aiuti umanitari non arrivano: la maggior parte vengono rubati – I dati ONU


Quanti aiuti umanitari arrivano davvero a chi ne ha bisogno nella Striscia di Gaza? Domanda legittima, tenendo conto di episodi come quello recentemente denunciato dagli stessi attivisti palestinesi in cui bande armate sequestrano i camion dei rifornimenti per poi rivendere i prodotti a prezzi maggiorati alla stessa popolazione. Una risposta ufficiale arriva da un’analisi dei dati ufficiali forniti dal sito UN2720, il portale dedicato al monitoraggio degli aiuti diretti verso la Striscia di Gaza, mostrando una situazione sul campo preoccupante per la popolazione, facendoci comprendere come le scene ritratte nel video a non sia un caso isolato, ma largamente diffuso.
Il portale UN2720 e il tracciamento degli aiuti
Il portale nasce in seguito alla risoluzione 2720 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, approvata il 22 dicembre 2023, per affrontare l’emergenza umanitaria nella Striscia di Gaza. Dal 2024, gli osservatori internazionali hanno iniziato a verificare ogni spedizione umanitaria destinata alla regione, tracciando nel dettaglio le richieste approvate, i carichi ricevuti, quelli distribuiti e quelli “intercettati” (in pratica, rubati) durante il tragitto. Questi ultimi, di fatto, sono quelli che non giungono affatto dove c’è bisogno.
Quanti aiuti arrivano davvero?
L’obiettivo del portale è semplice, ossia comprendere quanti aiuti riescono effettivamente ad arrivare alle famiglie palestinesi in difficoltà. Secondo l’ultimo aggiornamento disponibile sul portale, relativo al periodo compreso tra il 19 maggio 2025 e oggi, la situazione risulta problematica.

43.943 pallet (pari a 40.012 tonnellate) sono stati scaricati lungo i valichi del perimetro di Gaza, di cui 29.885 pallet (27.434 tonnellate) sono stati ufficialmente raccolti. Ora arriviamo al tasto dolente: ben 25.703 pallet (quasi 24.000 tonnellate) sono invece stati “intercettati” lungo il tragitto nelle strade della Striscia, sottratti o da “bande armate” (“armed actors”) o da “persone affamate” (“hungry people”). Solo una minima parte, ossia 4.204 pallet, ha raggiunto la propria destinazione.

Il sito non distingue con precisione tra furti da parte di uomini armati o “persone affamate”. In ogni caso, questi dati, oltre a sollevare seri dubbi sulla sicurezza della catena di distribuzione, forniscono quanto sia gigantesca la dispersione degli aiuti umanitari destinati ai più bisognosi.

Quanto cibo e quanti prodotti contro la malnutrizione?
Secondo quanto riportato dal portale, gli aiuti che non giungono a destinazione sono composti per oltre il 98,6% da generi alimentari e per lo 0,6% da cibo terapeutico e integratori destinati ai casi di malnutrizione e vulnerabilità nutrizionale.

Tra quelli che arrivano a destinazione, appena 4.204 pallet (pari a 4.111 tonnellate di peso), il 66,6% è costituito da cibo comune, il 9,1% da cibo terapeutico e integratori, e il 5,4% da medicinali.

Questi dati evidenziano uno scenario reale in cui la popolazione di Gaza, già duramente colpita dal conflitto, si trova ad affrontare una crisi alimentare estrema, denunciata da tempo da attivisti e media che diffondono foto di bambini con evidenti segni di malnutrizione e in pericolo di vita per sensibilizzare l’opinione pubblica.