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«Sorvegliare 300 metri di spiaggia è pericoloso»: lo sciopero dei bagnini di Rimini contro l’ordinanza che aumenta la zona di controllo in pausa pranzo

09 Agosto 2025 - 13:29 Ygnazia Cigna
La protesta nasce da un'ordinanza regionale che impone ai bagnini di restare in servizio anche durante la pausa pranzo, su turni alternati. Un'indicazione che implica la presenza di un bagnino ogni 300 metri lineari di spiaggia, invece dei soliti 150

Nonostante il divieto imposto dalla prefettura di Rimini, i bagnini di salvataggio della costa romagnola non rinunciano alla protesta contro l’ordinanza regionale che raddoppia la distanza di sorveglianza durante la pausa pranzo. Inizialmente era previsto uno sciopero di otto ore, ma ieri era stato bloccato dalla prefettura, che anzi ha imposto di garantire il requisito minimo di sicurezza, ovvero un bagnino ogni 150 metri di costa, misura che rende impossibile lasciare le torrette deserte. Per aggirare la restrizione, questa mattina alle 11 i salvatori si sono ritrovati in mare aperto con i loro mosconi rossi per un flashmob simbolico. Nel corso della pausa pranzo, invece, è stato organizzato un corteo in partenza dai bagni 36-37 per raggiungere piazzale Boscovich, dove i bagnini ribadiranno le ragioni della loro mobilitazione.

Sciopero bagnini Rimini, 9 agosto
Sciopero bagnini Rimini, 9 agosto
Sciopero bagnini Rimini, 9 agosto
Sciopero bagnini Rimini, 9 agosto

Perché i bagnini protestano

La protesta nasce da un’ordinanza regionale che impone ai bagnini di restare in servizio anche durante la pausa pranzo, dalle 12:30 alle 14:30, su turni alternati. Un’indicazione che implica la presenza di un bagnino ogni 300 metri lineari di spiaggia, invece dei soliti 150. Una misura considerata pericolosa dagli stessi addetti ai lavori e dalle sigle sindacali. «Aumentare così la zona di controllo è un rischio grave per la sicurezza dei bagnanti», spiega Francesco Guitto della Filcams Cgil Rimini. «La Prefettura ha vietato lo sciopero in nome della sicurezza, ma così si calpesta un diritto costituzionale. Vogliamo che la sicurezza sia garantita, ma non a scapito della salute dei lavoratori», aggiunge.

L’ira dei sindacati: «Un annegamento può avvenire in pochi minuti»

David Marenghi, presidente dell’Associazione Marinai di Salvataggio della Riviera, sottolinea infatti il peso della responsabilità che grava sugli operatori: «Ogni anno effettuiamo centinaia di interventi di soccorso, con un tasso di esito negativo del 10%. Il tempo per intervenire è preziosissimo: coprire 300 metri di mare con il moscone richiede almeno un minuto e mezzo, ma un annegamento può avvenire in pochi minuti. Inoltre, per un salvataggio servono almeno due persone: ad esempio, mentre una esegue la rianimazione, l’altra recupera il defibrillatore». Marenghi ricorda poi che i bagnini sono penalmente responsabili degli incidenti: «Per questo abbiamo istituito un fondo di assistenza legale. Non possiamo fermare i comportamenti imprudenti dei bagnanti, possiamo ammonire, usare il fischietto, alzare la bandiera rossa, ma la responsabilità resta sulle nostre spalle».

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