Ultime notizie DaziDonald TrumpGazaUcrainaVladimir Putin
ATTUALITÀCuneoGiovaniInchiesteOmicidiPiemonte

Spinse un 13enne che non sapeva nuotare nel fiume Tanaro, l’amico 15enne accusato di omicidio dopo mesi. L’appello del padre del ragazzo sparito

11 Agosto 2025 - 09:05 Ugo Milano
Abdou Ngom tanaro
Abdou Ngom tanaro
Il giorno di Pasquetta, Abdou sarebbe stato spinto da un 15enne nelle acque del fiume, sebbene avesse detto agli amici di non saper nuotare. Suo padre vorrebbe riportare il corpo in Senegal. Ma le ricerche si sono concluse senza il ritrovamento del corpo

«Cercate mio figlio, restituitemi il suo corpo. Voglio soltanto riportarlo in Senegal e piangerlo».
Quella di Khadim Ngom è la voce di un padre che a distanza di quattro mesi ancora non conosce pace. Era il 22 aprile, lunedì di Pasquetta, quando il figlio Abdou, 13 anni, è scomparso nelle acque del Tanaro, a Verduno, nel Cuneese. Da allora il fiume non ha mai restituito il suo corpo. Khadim, operaio specializzato in Italia da 24 anni, vive a Bra con la moglie e altri tre figli. Ricorda ogni dettaglio di quella giornata: «Ero al lavoro, in casa c’era solo mia moglie. Abdou è uscito senza dire nulla. Non sapevamo sarebbe andato al fiume. Mio figlio non sapeva nuotare: se me lo avesse detto, non gli avrei mai dato il permesso».

La ricerca della verità

Oggi Ngom non cerca colpevoli, ma, come racconta al Corriere della Sera, un corpo da salutare: «Viviamo un doppio dolore: nostro figlio è morto e non abbiamo un corpo da piangere. Dopo la sua morte abbiamo celebrato due cerimonie, a Bra e in Senegal, dove vivono i suoi nonni. È lì che dobbiamo riportarlo». Per questo, attraverso l’avvocata Francesca Carpino, ha scritto al prefetto chiedendo di autorizzare nuove ricerche: «Allevierebbe almeno una parte della sofferenza». Quella della famiglia Ngom è anche una ricerca per la verià: «Non so cosa sia successo quel giorno, come siano andate le cose. Vorrei conoscere la verità e il perché, qualunque esso sia. Se un ragazzino dice di non saper nuotare, perché viene spinto in acqua?».

L’accusa di omicidio volontario per un 15enne

Secondo quanto emerso dalla indagini, Il 13enne Abdou avrebbe avvisato a più riprese gli amici presenti sulla riva del fiume di non saper nuotatre. In un primo momento si pensava che fosse scivolato in acqua e che la corrente lo avesse trascinato via. Ma le indagini dei carabinieri, coordinate dalla Procura dei minori di Torino, hanno tracciato un’altra versione. Secondo quanto emerso, Abdou sarebbe stato spinto nel fiume da un 15enne, forse per gioco, mentre ripeteva: «No, non so nuotare». Per l’adolescente è scattata una misura cautelare in comunità in stato d’arresto con l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale.

Le nuove indagini

Le nuove accuse sono nate dopo che gli inquirenti hanno riascoltato i tre ragazzi presenti. Una delle testimonianze, insieme a chat recuperate dai cellulari e ad alcune intercettazioni ambientali, ha rafforzato la tesi della spinta volontaria. In una conversazione registrata, i ragazzi sembrano concordare la versione da raccontare poi agli inquirenti. Il 15enne indagato, difeso dagli avvocati Giuseppe Vitello e Mario Morra, nega di aver spinto Abdou e sostiene di averlo lasciato sull’arenile, da dove sarebbe stato poi travolto dall’acqua.

leggi anche