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Gregorio Paltrinieri e il dramma degli annegamenti: «Anche io in mare ho paura, ecco cosa fare per salvare i bambini»

15 Agosto 2025 - 10:14 Alba Romano
Il campione olimpico si confessa dopo un intervento chirurgico: «Capisco il trauma di gettarsi in acqua e non riuscire a uscirne, ma si può battere»

Vite perse in un istante, famiglie e comunità spezzate per sempre. Ogni estate, tra mari, laghi, fiumi, piscine e parchi acquatici, è tragicamente segnata da annegamenti, spesso di bambini o ragazzi. Anche nelle scorse settimane si sono verificati una serie di casi drammatici. Secondo i dati ufficiali ad annegare in Italia sono ogni anno circa 300 persone: il 12% sono minorenni. Una piaga cui non può che essere particolarmente sensibile chi del nuoto ha fatto la propria vita, il proprio mestiere. Come Gregorio Paltrinieri. Il campione olimpico di Carpi si sta riprendendo dopo un delicato intervento chirurgico al dito e al gomito, e nel giorno di Ferragosto si confessa in un’intervista al Corriere della Sera. Le tragedie degli annegamenti «le vivo male, malissimo. Fatico a parlarne, per rispetto delle vittime e delle famiglie», dice Paltrinieri a Lia Capizzi. «Mi immedesimo, mi rendo conto di quale sia il trauma di gettarsi in acqua e non riuscire ad uscirne». Ma come può un nuotatore di livello mondiale capire l’angoscia dell’annegamento? «Anche io ho paura del mare in alcune situazioni», risponde Paltrinieri. Per esempio «quando nuoto al largo e arriva una corrente forte o inizia a piovere con i fulmini. L’anno scorso in Polinesia ero terrorizzato dalle onde alte 3 metri».

La tragedia degli annegamenti e l’impegno pubblico

Non sono riflessioni estemporanee, quelle di Paltrinieri. Il richiamo dell’impegno pubblico su temi legati al nuoto per lui pare sempre più forte. Da qualche tempo ha fondato un’organizzazione di gare sportive, “Dominate the Water”, con cui promuove anche iniziative di salvaguarda ambientale. Si fa carico anche degli interessi degli atleti da quando recentemente è stato eletto membro del Consiglio nazionale del Coni. E lascia intendere di essere ben disposto a una carriera da dirigente sportivo quando, non oggi, deciderà di metter fine alla carriera agonistica («Mi piacerebbe, noi atleti dovremmo avere più potere di parola»). Ma sul piano pubblico il tarlo che lo tormenta di più è, appunto, quello degli annegamenti. Che si può fare per evitarli? Molto, sostiene Paltrinieri. «Bisogna dare la possibilità a tutti di imparare a nuotare, corsi in piscina o attività nelle spiagge con i bimbi. Promuovere una cultura della sicurezza nelle attività acquatiche è l’obiettivo primario per salvaguardare le vite». Parola di chi tra Mondiali e Olimpiadi in acqua ha fatto incetta di medaglie, ma nella solitudine del mare conosce il significato della paura.

Foto di copertina: Ansa/Ciro Fusco – Gregorio Paltrinieri in azione alle Olimpiadi di Parigi – 9 agosto 2024

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