Israele, raid su ospedale Nasser a Gaza: 20 morti, 5 sono giornalisti: chi erano i reporter uccisi. Netanyahu si scusa: «Rammarico per l’incidente»


Sono morte 20 persone, di cui 5 giornalisti, nell’attacco israeliano che ha colpito l’ospedale di Nasser di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Le vittime erano Mariam Abu Daqqa, freelance per diverse testate tra cui l’agenzia Associated Press; Mohammed Salama, cameraman per la tv qatariota Al Jazeera; Moaz Abu Taha e Hussam al-Masri, collaboratori a contratto dell’agenzia Reuters; e Ahmed Abu Aziz, legato all’agenzia palestinese Quds Feed Network. Anche il fotografo Hatem Khaled, collaboratore di un’agenzia di stampa internazionale, è rimasto ferito. Dall’inizio del conflitto, sono stati uccisi circa 200 giornalisti. Condanna durissima dalle Nazioni Unite. «L’uccisione di giornalisti a Gaza dovrebbe sconvolgere il mondo, non spingendolo a un silenzio attonito, ma ad agire, chiedendo responsabilità e giustizia. I giornalisti non sono un bersaglio. Gli ospedali non sono un bersaglio», ha dichiarato la portavoce dell’Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani, Ravina Shamdasani, in un comunicato.
Le scuse di Netanyahu
«sraele si rammarica profondamente per il tragico incidente avvenuto oggi all’ospedale Nasser di Gaza».Ha dichiarato il premier israeliano Benyamin Netanyahu in merito all’attacco all’ospedale di Khan Younis che ha ucciso 20 palestinesi, tra cui cinque giornalisti. «Israele apprezza il lavoro dei giornalisti, del personale medico e di tutti i civili. Le autorità militari stanno conducendo un’indagine approfondita», si legge in una dichiarazione rilanciata dal Times of Israel. «La nostra guerra è contro i terroristi di Hamas. I nostri obiettivi legittimi sono sconfiggere Hamas e riportare a casa i nostri ostaggi».
Trump: «Non sono contento»
Sul raid israeliano è intervenuto anche il presidente americano Donald Trump che, rispondendo alle domande della stampa nello Studio Ovale, ha affermato che non sapeva dell’attacco, ma che «non è contento» di quanto accaduto. Nel frattempo, si moltiplicano le reazioni di condanna anche tra i leader europei. «È intollerabile: i civili e i giornalisti devono essere protetti in ogni circostanza. I media devono poter esercitare la loro missione in modo libero e indipendente per coprire la realtà del conflitto», ha dichiarato il presidente francese Emmanuel Macron. «Siamo scioccati dall’uccisione di diversi giornalisti, soccorritori e altri civili in un attacco aereo israeliano contro l’ospedale Nasser a Gaza. Occorre chiarire la dinamica dell’attacco», ha commentato il Ministero degli Esteri della Germania
Il raid sull’ospedale
L’attacco all’ospedale ha preso di mira i piani alti e il tetto dell’edificio, dove si trovavano alcuni operatori dell’informazione. È rimasto ucciso il fotoreporter dell’agenzia stampa britannica Reuters Hossam al-Masri. Mentre il personale medico cercava di raggiungere la zona colpita, un secondo attacco ha provocato nuovi feriti. Intanto, in mattinata, l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto sapere oggi che Israele è pronto a sostenere Beirut nello smantellamento di Hezbollah. L’annuncio arriva dopo che – nella giornata di ieri, domenica 25 agosto – l’esercito israeliano ha rivendicato di aver effettuato attacchi contro obiettivi militari dei ribelli Houthi in Yemen.
Tensione sul fronte libanese
Gli sviluppi a Gaza si intrecciano con il clima di crescente tensione in Libano. L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto sapere oggi che Israele è pronto a sostenere Beirut nello smantellamento di Hezbollah. All’inizio del mese di agosto, il governo libanese ha approvato gli obiettivi di un piano statunitense per disarmare il gruppo sciita filo-iraniano.
L’incontro con gli Usa
L’inviato speciale degli Stati Uniti Thomas Barrack è arrivato ieri, domenica 24 agosto, in Israele per una serie di incontri con il premier Netanyahu e altri ministri chiave, tra cui Ron Dermer e Israel Katz, alla presenza anche dell’ambasciatore americano Mike Huckabee. Al centro dei colloqui, appunto, la situazione in Siria e in Libano, con particolare attenzione ai negoziati in corso per la de-escalation nel sud della Siria, mediati da Washington. Dopo una prima tornata di contatti a Parigi a luglio, gli incontri dovrebbero proseguire con l’obiettivo di arrivare a un’intesa sulla sicurezza. Barrack ha inoltre dichiarato che Israele dovrebbe aderire al piano che prevede il disarmo di Hezbollah entro la fine dell’anno, in cambio della sospensione delle operazioni militari israeliane in Libano.
Gli attacchi nelle altre aree della Striscia
Nella zona di al-Karameh, a nord-ovest di Gaza City, un bombardamento ha colpito un’abitazione uccidendo cinque membri di una stessa famiglia e ferendone diversi altri. Altri due civili sono morti nello stesso quartiere nelle prime ore della mattinata. A Deir el-Balah, nel centro della Striscia, un raid ha colpito una squadra impegnata nella distribuzione di aiuti umanitari. Tre persone sono state uccise, mentre altre hanno riportato ferite. A sud, nella zona di al-Mawasi a Khan Yunis, un attacco contro una tenda che ospitava sfollati ha causato la morte di una donna e il ferimento di altre sette persone. Secondo gli ultimi aggiornamenti forniti da Al Jazeera, dall’alba sarebbero almeno diciannove i palestinesi rimasti uccisi negli attacchi.