Festival di Venezia, Selvaggia Lucarelli al vetriolo su Emanuela Fanelli: «Non parla di Gaza per paura di perdere il lavoro». E lei risponde citando Troisi – Il video
È polemica aperta tra Selvaggia Lucarelli e Emanuela Fanelli dopo che l’attrice ha confermato la sua decisione di non parlare di Gaza e della Palestina dal palco della Mostra del Cinema di Venezia. «Bastava dire: “Non parlerò di Gaza per evitare casi diplomatici e perché voglio continuare a fare l’attrice senza perdere opportunità”», ha scritto in un post su Instagram l’opinionista attaccando la comica 39enne. «Che pavidità. E che delusione». Tra le migliaia di commenti, spunta proprio una breve risposta di Fanelli: «Io sono responsabile di quello che dico, non di quello che capisci tu».
L’intervista incriminata di Emanuela Fanelli: «Mi imbarazza stare qui»
Tutto è partito da una brevissima intervista pubblicata da SkyTg24 sui suoi canali social. Incalzata da una domanda della giornalista, Emanuela Fanelli ha spiegato che «mi imbarazza molto stare qui perché in questo momento di bello c’è veramente poco. Stare qua è un cortocircuito: siamo in mezzo a bellezza, ad arte, ma anche alla leggerezza, al glamour con le pagelle dei vestiti», ha spiegato. «Io parlerò a modo mio di questo momento e di come il cinema può migliorare le persone. Non dico una frase, o magari un slogan, ma solo perché a me imbarazzerebbe in quel momento trovarmi lì con questo vestito molto costoso, con gioielli costosissimi... Dire questa frase mi sembrerebbe che possa servire più a me che alla causa in sé. Quando mi metterei a letto nella mia suite dell’Excelsior, non è che mi sentirei una grande rivoluzionaria». Ha poi confermato che parteciperà, «da privata cittadina», alla manifestazione pro-Pal di sabato 30 agosto.
L’attacco di Selvaggia Lucarelli
L’attacco di Selvaggia Lucarelli arriva in punta di fioretto: «Pensavo fosse uno dei suoi personaggi di Una pezza di Lundini, invece era proprio lei, Emanuela Fanelli. Non so se mi imbarazza di più quel toccarsi i capelli e il dito compulsivamente alla parola “Palestina” a mo’ di riflesso pavloviano, o se quella parte in cui dice che non parlerà di Gaza davanti a tutto il mondo, ma andrà alla manifestazione da privata cittadina», esordisce sui social. E poi continua, puntando il dito contro di lei e contro altri suoi colleghi: «Perché è così imbarazzante parlare di queste cose ben vestita e ingioiellata a Venezia. Bene. In effetti di sue precedenti prese di posizione su Gaza, con semplice bigiotteria e una canotta Oviesse, è pieno così. Bastava dire “Non parlerò di Gaza per evitare casi diplomatici e perché voglio continuare a fare l’attrice senza perdere opportunità” (che poi è quello che hanno fatto tutti i suoi colleghi, con rare eccezioni, e che dopo 60mila morti firmano letterine sdegnate ma in gruppo eh, così li si nota di meno). Che pavidità. E che delusione».
Emanuela Fanelli e la citazione di Troisi
La risposta di Emanuela Fanelli si perde un po’ tra il fiume di commenti di sostegno o di contrattacco che è piovuto sotto al post di Selvaggia Lucarelli. L’attrice e comica si limita a poche frasi: «Da pavida, prendo in prestito le parole del grande Troisi: “Io sono responsabile di quello che dico, non di quello che capisci tu”». Lucarelli ha risposto su una storia: «Non è lei che non ha mai detto mezza parola su Gaza – con o senza gioielli – e con una supercazzola spiega che non lo farà neppure a Venezia, quando ha gli occhi del mondo puntati addosso. Sono io che non capisco. E – questo fa sorridere – di nuovo non si prende alcuna responsabilità delle sue parole: si aggrappa a quelle di Troisi», attacca ancora. Poi continua: «Ricordo sommessamente che siamo arrivati a 60mila morti perché Israele ha potuto contare sull’appoggio di governi e cittadini. E il silenzio è l’appoggio migliore che Israele possa avere: non sporca, non impegna, non accende riflettori e consente di proseguire indisturbati col genocidio, senza neppure la scocciatura di qualche luce accesa».