Il digiuno consapevole di Raz Degan: «Il mio record è 18 giorni. Ora li organizzo su Instagram»


Raz Degan, 57 anni, ex modello, attore e regista, nel 2007 è stato il protagonista di Centochiodi di Ermanno Olmi. Il suo personaggio è un professore che abbandona tutto andando a vivere sulle rive del Po. È diventato famoso con la frase: «Questa sera non ho fame». E ora i suoi digiuni sono divnetati un record di 18 giorni. «Arrivavo da 5 anni di lavoro totalizzante, è stato il mio modo per purificarmi e ritrovare le energie». E ad agosto su Instagram ha lanciato il suo “48 ore di digiuno con Raz”: «Si sono iscritti quasi in tremila, oltre 200 hanno partecipato agli incontri live quotidiani. Ci hanno supportato diversi specialisti: il medico Salvatore Simeone, autore del Digiuno felice , lo psicologo Elton Kazanxhi, il cardiologo Paolo Diego L’Angiocola, e il ricercatore indipendente Fabio Marchesi».
Il digiuno di Raz
Raz Degan è abituato a digiunare. «Intanto le 48 ore erano precedute da un giorno di preparazione, così come, dopo, avevo previsto il “rientro consapevole”. Si poteva, anzi, si doveva bere moltissima acqua, tisane o brodi. Avevamo comunque dissuaso chi prendeva farmaci particolari, senza l’ok del suo medico, e avvertito che per fare questa esperienza bisognava essere nelle condizioni più favorevoli, magari ancora in vacanza», spiega oggi a Elvira Serra sul Corriere della Sera. A settembre ne organizzerà un altro. «Esiste oggi un’ampia letteratura scientifica sui suoi benefici, e sempre più nutrizionisti lo considerano uno strumento di prevenzione e riequilibrio. In tantissimi mi hanno scritto: si erano incuriositi e volevano provarlo», sostiene.
Un invasato
Da fuori, dice, può sembrare un invasato, «ma il digiuno consapevole è un’opportunità per creare silenzio dentro la tempesta continua di immagini e informazioni che ci travolge. È come riavviare il proprio sistema operativo: un reset che ci permette di uscire dal pilota automatico e tornare a guidare in manuale. Non è una gara di resistenza, ma un esercizio per togliere il superfluo e ritrovare respiro e lucidità. Così persino una mela, mangiata senza distrazioni, diventa un’esperienza di presenza e di libertà».
La popolarità
«Sono ancora abbastanza riconosciuto quando entro in un supermercato… Semmai ho nostalgia di quando vivevamo senza telefonini o Internet, c’era tempo per esplorare, per viaggiare verso l’ignoto, per sognare», dice parlando dei fan. Lui vive in un trullo sulla Valle d’Itria dal 2001: «Qui mi sento molto libero, cammino scalzo: è il mio modo per restare con i piedi per terra. Non ho mai smesso di essere me stesso: a gennaio mi è capitato di volare in India per il Kumbh Mela, riprendendo le morti della calca, e poi dopo poche ore salire su un aereo per andare su un red carpet».
Gaza
L’ultima sua interpretazione è stata la serie Un passo dal cielo: «Tornare davanti alla macchina da presa è stato bellissimo: ho riscoperto l’amore per un mestiere che porto dentro da sempre. Se arriverà il progetto giusto, sono pronto a una nuova avventura. Intanto mi vedrete in un cameo nella serie Ligas su Sky». Infine, su Gaza: «Questa guerra deve finire. Non esiste alcuna vittoria quando perdi un figlio, o quando non sai se potrai mai riabbracciarlo. Il dolore delle madri non ha bandiere: che sia sotto le macerie o dentro un bunker. È tutto disumano».