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La vittoria di Harvard contro Trump in tribunale: «Illegale il blocco dei fondi». Lo scontro sull’antisemitismo: cosa ha scritto la giudice

03 Settembre 2025 - 23:22 Giulia Norvegno
donald trump harvard studente italiano
donald trump harvard studente italiano
La sentenza emessa dalla giudice federale che segna un'altra vittoria per l'ateneo contro la campagna della Casa Bianca. La giudice ha riconosciuto che Harvard si sta impegnando a combattere l'antisemitismo, seppur «tardivamente»

L’Università di Harvard ha ottenuto una vittoria legale significativa contro Donald Trump. Una giudice federale ha stabilito che il governo ha violato la legge congelando miliardi di dollari destinati alla ricerca, tutto sotto la bandiera della lotta all’antisemitismo. La giudice Allison D. Burroughs della Corte distrettuale di Boston, nominata durante la presidenza di Barack Obama, ha inflitto quello che viene definito «un brutto colpo alla campagna del tycoon volta a rimodellare con la forza l’istruzione superiore d’élite». Anche se la sentenza potrebbe non essere definitiva, spiega il New York Times, rappresenta comunque una prima risposta alla campagna della Casa Bianca di voler riorganizzare con la forza l’istruzione superiore d’élite.

La denuncia di Harvard e il primo emendamento

Harvard aveva denunciato la violazione del Primo Emendamento e dei diritti al giusto processo. La decisione della giudice potrebbe ora dare all’università una nuova leva nei tentativi di conciliazione con la Casa Bianca iniziati a giugno. In una sentenza di 84 pagine, la giudice Burroughs ha scritto: «Dobbiamo combattere l’antisemitismo, ma dobbiamo anche proteggere i nostri diritti, incluso il diritto alla libertà di parola, e nessuno dei due obiettivi dovrebbe né deve essere sacrificato sull’altare dell’altro».

L’appello della giudice per la «libertà accademica»

La giudice ha riconosciuto che «Harvard sta attualmente, seppur tardivamente, adottando le misure necessarie per combattere l’antisemitismo e sembra disposta a fare ancora di più, se necessario». La giudice, però, ha anche sottolineato il ruolo cruciale dei tribunali: «Ora è compito dei tribunali fare lo stesso, agire per salvaguardare la libertà accademica e la libertà di parola, come richiesto dalla Costituzione, e garantire che importanti ricerche non siano indebitamente sottoposte a sospensioni arbitrarie e proceduralmente inefficaci dei finanziamenti, anche se ciò comporta il rischio di incorrere nell’ira di un governo impegnato a perseguire i suoi obiettivi a qualunque costo».

Come era nata la causa

La causa era stata avviata dall’università lo scorso aprile, dopo che l’amministrazione Trump aveva insistito sul fatto che la più antica università del Paese fosse diventata una fonte di intolleranza. L’11 aprile, la Casa Bianca aveva preteso da Harvard che rivedesse i suoi criteri di selezione per l’ammissione degli studenti, eliminando per esempio i programmi di diversità e inclusione. E poi avrebbe dovuto esaminare ed eliminare «i programmi e i dipartimenti che più alimentano le molestie antisemite o sostengono posizioni ideologiche». Harvard aveva rifiutato quelle condizioni. Poche ore dopo, la Casa Bianca aveva annunciato l’inizio dei tagli dei fondi alla ricerca.

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