Dopo la campagna accusata di razzismo e che piace a Trump, i jeans American Eagle hanno perso il 9% di clienti. Ecco dove hanno guadagnato davvero


La campagna di Sydney Sweeney «è valsa ogni singolo dollaro», a parlare è Craig Brommers, CMO di American Eagle, l’azienda produttrice di jeans che ha fatto molto discutere poco tempo fa per una pubblicità dal messaggio equivoco e considerata da tanti addirittura «propaganda nazista». Nella pubblicità l’attrice, famosa per aver partecipato a serie cult come Euphoria e The White Lotus, appare sdraiata, con pantaloni e giacca di jeans, mentre legge il claim dello spot, che recita: «I jeans vengono trasmessi dai genitori ai figli e spesso determinano caratteristiche come il colore dei capelli, la personalità e persino il colore degli occhi. I miei jeans sono blu». Nulla di strano in italiano. Ma è in inglese che si crea uno scomodo equivoco, perché la parola «jeans» suona esattamente come «genes», ovvero geni umani. Così la frase «I geni vengono trasmessi dai genitori ai figli e spesso determinano caratteristiche come il colore dei capelli, la personalità e persino il colore degli occhi. I miei geni sono blu», risulta perlomeno fraintendibile. A rendere ancor più politicizzata la situazione poi è arrivato l’endorsement verso la pubblicità di Donald Trump e la scoperta che Sydney Sweeney si è iscritta come elettrice del partito repubblicano alle ultime elezioni.
La American Eagle ha davvero avuto un «Picco senza precedenti»?
Secondo quanto rivelato da Brommers al sito specializzato marketingbrew.com, la campagna, lanciata a luglio, ha generato un «picco senza precedenti» di 790mila nuovi clienti acquisiti in ogni contea degli Stati Uniti, oltre a quasi 320mila nuovi follower sui social, «vendite esaurite di denim» e «traffico forte e positivo». In realtà, secondo i dati forniti da un altro sito, retailbrew.com, pare che da quando la American Eagle ha lanciato la campagna con Sydney Sweeney, il traffico pedonale negli store dell’azienda è diminuito del 9% su base annua. Pare poi che nonostante il clamore suscitato dalla campagna, sia positivo che negativo, la quota di mercato del marchio sia rimasta relativamente stabile. I dati forniti da Consumer Edge, società che raccoglie le transazioni anonime effettuate con carte di debito e di credito da milioni di consumatori statunitensi, indicano che l’acceso dibattito online non corrisponde ancora ad un aumento delle vendite. Anzi, Michael Gunther, responsabile degli insight di Consumer Edge, scrive che «La storia di American Eagle/Sydney Sweeney è un utile promemoria del fatto che i momenti virali non si traducono necessariamente in un cambiamento immediato nel comportamento dei consumatori». Autentica invece l’impennata del prezzo delle azioni della American Eagle, registrato intorno al 15%, per molti anche grazie al pubblico intervento di appoggio alla campagna del Presidente Donald Trump.
Pronta la campagna con il prossimo marito di Taylor Swift
Quale sia la verità sui risultati della controversa campagna pubblicitaria ce lo dirà solo il tempo, per ora sappiamo solo con certezza che la American Eagle spinge sul pedale dell’acceleratore in termini di comunicazione. Il marchio ha infatti annunciato una nuova collaborazione con il tight end dei Kansas City Chiefs Travis Kelce, al momento più conosciuto nel mondo come futuro marito della superstar Taylor Swift. «Volevamo lavorare con talenti che definissero la cultura aziendale – ha affermato Brommers – Collaborando prima con Sydney Sweeney e poi con Travis Kelce, non c’è dubbio che abbiamo le campagne di marketing più chiacchierate dell’anno».