Israele fa saltare in aria grattacieli di Gaza: «Si aprano le porte dell’inferno». E Hamas diffonde nuove immagini di due ostaggi – Il video


Mentre l’Idf annuncia di aver colpito un grattacielo a Gaza City che «ospitava terroristi», Hamas diffonde un nuovo video che ritrae due ostaggi israeliani. Pochi istanti prima il ministro della Difesa di Tel Aviv Israel Katz aveva annunciato che la diffusione del primo avviso formale di evacuazione per i residenti dell’edificio. Intanto, 18 palestinesi sono stati uccisi nella notte sempre a Gaza City. Tra loro si contano sette bambini. Lo riferiscono Al Jazeera e l’agenzia palestinese Wafa, che parlano di attacchi su case e tende di sfollati. L’emittente qatarina stima 75 morti in tutta la Striscia nelle ultime 24 ore, 44 dei quali nella sola città di Gaza. Sullo sfondo cresce l’allarme umanitario: per l’Unicef Gaza City sta diventando un luogo «dove l’infanzia non può sopravvivere» e i servizi essenziali crollano.
Il bilancio della notte e delle ultime 24 ore
Secondo Al Jazeera, i raid e l’avanzata militare israeliani su Gaza City hanno causato almeno 18 vittime nella notte. L’emittente quantifica in 75 i morti nelle ultime 24 ore in tutta la Striscia, con 44 decessi concentrati nell’area urbana. Wafa conferma il numero dei 18 uccisi e precisa che «sette sono bambini», parlando di bombardamenti che hanno colpito abitazioni e tende dove si rifugiavano sfollati. Le fonti mediche citate dalle agenzie descrivono un afflusso continuo di feriti e indicano tra le vittime interi nuclei familiari.
September 5, 2025
L’attacco al grattacielo a 12 piani
Proprio in queste ore, Israele ha colpito un grattacielo nel cuore della città di Gaza, sostenendo che al suo interno Hamas avesse installato infrastrutture operative per organizzare attacchi contro le truppe israeliane. L’Idf ha sottolineato di aver adottato «misure precauzionali per limitare i danni ai civili» prima del raid, arrivato poche ore dopo l’avvertimento lanciato dal ministro della Difesa Israel Katz. Su X, Katz aveva parlato del primo ordine formale di evacuazione rivolto ai residenti di un edificio multipiano, preannunciando un’intensificazione delle operazioni militari fino all’accettazione da parte di Hamas delle condizioni di Israele per il cessate il fuoco. «Ora il catenaccio sta per essere rimosso dalle porte dell’Inferno a Gaza – ha scritto –. Una volta aperta la porta, non verrà più chiusa». L’esercito israeliano aveva già fatto sapere che nei prossimi giorni i grattacieli della città sarebbero stati obiettivi mirati.
September 5, 2025
Il nuovo video degli ostaggi diffuso da Hamas
Sempre in queste ore, Hamas ha diffuso un nuovo video con due ostaggi israeliani, Guy Gilboa-Dalal e Alon Ohel, pubblicato sul proprio canale Telegram e ripreso dai media locali. Secondo Channel 12, il filmato avrebbe lo scopo di aumentare la pressione su Israele e ostacolare l’occupazione di Gaza City. L’organizzazione delle famiglie degli ostaggi ha chiesto di non diffonderlo senza l’autorizzazione dei parenti, che in parte è arrivata: la famiglia Gilboa-Dalal ha consentito la pubblicazione di alcuni spezzoni, ma non di quelli che mostrano Ohel, apparso per la prima volta in un video dalla cattura. Nel filmato di 28 secondi, registrato il 28 agosto 2025, Gilboa-Dalal appare con i capelli corti, una camicia blu e un’espressione provata. Seduto sul sedile posteriore di un’auto, pronuncia frasi che sembrano dettate dai carcerieri, implorando la sua liberazione: «Questo è tutto ciò che vogliamo, vogliamo solo che finisca. Vogliamo tornare dalle nostre famiglie. Per favore, riportateci indietro».
La vicenda del piccolo Abboud, dato per morto a maggio: sarebbe ancora vivo
A complicare il quadro di Gaza è la vicenda del piccolo Abdul Rahim Muhammad Hamden, conosciuto con il soprannome di Abboud. Il bambino di 8 anni era stato dato per morto lo scorso maggio, quando un contractor americano aveva raccontato ai media di aver assistito al suo uccisione da parte dell’Idf durante la distribuzione di aiuti. La storia, ripresa a livello internazionale da Fox News, si sarebbe però rivelata falsa nelle ultime ore: Abboud sarebbe infatti vivo e, insieme alla madre Najlaa, sarebbe stato estratto portato via dalla Striscia grazie a un’operazione della Gaza Humanitarian Foundation (Ghf). «Siamo sollevati e felici che Abboud sia salvo, questa storia si chiude nella speranza», ha dichiarato il presidente della Ghf Johnnie Moore.
September 4, 2025
«È una città di paura e funerali»
Da giorni gli operatori umanitari segnalano condizioni insostenibili. Un alto funzionario dell’Unicef, Tess Ingram, ha definito Gaza City un luogo «dove l’infanzia non può sopravvivere». «È una città di paura, fuga e funerali», ha detto in conferenza stampa ieri, giovedì 4 settembre. «L’impensabile non si profila; è già qui», ha aggiunto, avvertendo: «L’escalation è in corso». Ingram ha raccontato. «Ho incontrato bambini separati dai loro genitori in quel caos. Madri i cui figli sono morti di fame. Madri che temono che i loro figli saranno i prossimi. Ho parlato con bambini nei letti d’ospedale, i loro corpicini dilaniati dalle schegge». Il crollo dei servizi essenziali, ha spiegato, sta lasciando i più piccoli «in lotta per la sopravvivenza». Dei 92 centri ambulatoriali di trattamento nutrizionale dell’Unicef a Gaza City, solo 44 risultano operativi. «Questo è ciò che significa la carestia in una zona di guerra, ed era ovunque guardassi a Gaza City», ha detto.
Israele contro Bruxelles dopo le parole di Ribera
Sempre il 4 settembre Israele ha attaccato la vicepresidente esecutiva della Commissione europea, Teresa Ribera, che aveva definito la guerra a Gaza un «genocidio». Il portavoce del ministero degli Esteri, Oren Marmorstein, ha scritto su X: «Condanniamo fermamente le accuse infondate della vicepresidente esecutiva della Commissione europea». E ancora: «Invece di ripetere a pappagallo la calunnia del ‘genocidio’ diffusa da Hamas, Ribera avrebbe dovuto chiedere il rilascio di tutti gli ostaggi e la deposizione delle armi da parte di Hamas affinché la guerra potesse finire». Una polemica che riflette la frattura crescente tra parte delle istituzioni europee e il governo israeliano, mentre sul terreno la violenza non si ferma.
We strongly condemn the baseless allegations made by the Executive Vice President of the European Commission, @Teresaribera.
— Oren Marmorstein (@OrenMarmorstein) September 4, 2025
By doing so, Ribera has made herself a mouthpiece for Hamas propaganda.
Instead of parroting the “genocide” blood libel spread by Hamas, Ribera should… pic.twitter.com/AkczI1CjxA