Putin propone il ritiro della Russia dalla Convenzione sulla tortura. Sale la pressione Usa sul Cremlino: «Pronti a seconda fase di sanzioni»


Il presidente russo Vladimir Putin ha presentato alla Duma di Stato, la camera “bassa” del Parlamento, una proposta di legge per il ritiro dalla “Convenzione europea per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti”. Il progetto di legge è stato pubblicato oggi, 9 settembre, nel database legislativo della Duma di Stato, ma è già dalla fine di agosto che circolavano notizie di un possibile ritiro dalla convenzione. Il 26 agosto scorso, infatti, il governo russo, guidato dal premier Mikhail Mishustin, aveva proposto al presidente di denunciare e invalidare la Convenzione. Ora che il decreto è passato dalle mani di Putin, sarà decisivo l’esame del Parlamento. Se dovesse arrivare un parere favorevole, la Russia potrebbe uscire da una Convenzione che aveva ratificato nel 1996, quando era diventata membro del Consiglio d’Europa.
L’annuncio di Trump: «Alcuni leader europei verranno nel nostro Paese lunedì o martedì»
Nel frattempo continua il confronto tra le diplomazie sul tema della guerra in Ucraina. Nella notte italiana, prima di tornare a Washington da New York (dove ha assistito alla finale degli Us Open), il presidente americano Donald Trump si è detto scontento per quello che sta succedendo in Ucraina. «Parlerò con Putin nei prossimi giorni», ha annunciato il tycoon, dicendosi comunque fiducioso «che si troverà un accordo: dobbiamo farlo». Ha poi aggiunto che «alcuni leader europei verranno nel nostro Paese lunedì o martedì individualmente», senza specificare però a chi si riferisse.
In arrivo una seconda fase di sanzioni
A meno di un mese dal vertice tra Putin e Trump in Alaska, due notti fa il più grande attacco russo sull’Ucraina – impiegati oltre 800 tra droni e missili – ha colpito per la prima volta anche il palazzo del governo a Kiev. Dagli Usa Trump si è detto pronto ad una «seconda fase di sanzioni» contro la Russia, un’idea definita «giusta» anche dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Lo stesso Zelensky ha poi esortato nuovamente i Paesi europei a non acquistare energia dalla Russia. I nuovi provvedimenti, tuttavia, non sembrano impensierire il Cremlino. «Nessuna sanzione potrà costringere la Federazione Russa a cambiare la sua posizione coerente», ha dichiarato il portavoce di Putin, Dmitry Peskov. «Una cosa si può probabilmente dire: questo numero senza precedenti di sanzioni introdotte contro il nostro Paese negli ultimi, si potrebbe dire, quasi quattro anni, non ha avuto alcun effetto», ha concluso, sostenendo che le sanzioni «si sarebbero rivelate assolutamente inutili per esercitare pressione sulla Russia».
Foto copertina: EPA/VLADIMIR SMIRNOV/SPUTNIK/KREMLIN | Vladimir Putin in visita a Vladivostok, Russia, 04 September 2025