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Stefano, ucciso da un’auto a 13 anni. I genitori del pirata chiamano la famiglia Angonese: «Sono nostri amici, siamo andati a chiedere scusa»

10 Settembre 2025 - 15:56 Ugo Milano
I padri, rispettivamente del ragazzino investito e dell'autista poi scappato, si conoscevano. Moreno Angonese: «Li perdono, ma loro figlio deve stare in galera tutta la vita»

Non solo la morte di un ragazzo di 13 anni, ma anche il destino che intreccia le vite di due famiglie che si conoscevano e che da anni condividevano rapporti di amicizia e lavoro. È questo il dramma che si è consumato a Lusiana Conco, in provincia di Vicenza, dopo l’incidente di domenica sera, quando un’auto ha travolto e ucciso Stefano Angonese, 13 anni, mentre si recava con un amico alla sagra di Rubbio. A investire il ragazzino è stato un operaio di 23 anni di Cartigliano, ora agli arresti domiciliari. Dopo lo schianto, il giovane non si è fermato a prestare soccorso ed è tornato a casa. Solo 24 ore più tardi i carabinieri sono riusciti a identificarlo grazie a un frammento dello specchietto rimasto sull’asfalto.

Il padre: «Perdono i genitori, ma il loro figlio no»

Ma il dettaglio che rende questa storia ancora più drammatica è che i genitori dell’investitore, ignari che fosse loro figlio il «pirata» a cui i militari stavano dando la caccia, sono stati i primi ad avvisare la famiglia Angonese. «Sono stati loro a dirci che era stato il figlio a uccidere il nostro Stefano», racconta il padre, Moreno. «Noi sapevamo solo che era stato preso il responsabile ma il nome lo abbiamo avuto direttamente dai suoi genitori, quando sono venuti gli ho detto che loro li perdono ma lui no, anzi spero che sia condannato alla galera a vita, la stessa pena a cui lui ha condannato me». Oltretutto i due padri si conoscevano bene, avevano lavorato insieme anni fa, uno come operaio e l’altro come magazziniere, in una ditta di Marostica. In più, stavano organizzando un evento comune proprio a Cartigliano, il paese della famiglia del 23enne.

Le parole del padre del 23enne

Dall’altra parte c’è la disperazione della famiglia del 23enne: «Conosciamo i genitori del bambino, sono amici di famiglia, ieri sera sono stato da loro, siamo andati a chiedere scusa, siamo disperati, lo stesso lutto che hanno loro lo abbiamo anche noi». ha detto il padre del ragazzo. Ora il giovane è agli arresti domiciliari, nell’attesa di comprendere se al momento dell’incidente fosse sotto l’effetto dell’alcol. Determinante per la sua individuazione, oltre allo specchietto compatibile, è stata la testimonianza di un ragazzo che si trovava nella stessa Golf che ha investito Il 13enne. Per quanto riguarda il bambino che era in compagnia di Stefano, se l’è cavata con solo qualche escoriazione.

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