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Ex soldato israeliano crea un videogioco di guerra ambientato a Gaza: «Uscirà il 7 ottobre». Scoppia la polemica

10 Settembre 2025 - 23:15 Ugo Milano
videogioco gaza
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La trama segue le azioni di un soldato dell'Idf sulla Striscia e secondo il creatore serve a «testimoniare le sofferenze dei combattenti»

Si chiama Shield of David, è sviluppato da un ex soldato dell’Idf e non a caso uscirà il prossimo 7 ottobre. È un videogioco di guerra ambientato a Gaza, del tipo “sparatutto” in terza persona. Anche se, come ha spiegato il creatore Ilan Raz, 32 anni, in un’intervista al sito di news israeliano Mako, «il gioco non si concentra solo su sparatorie o esplosioni. Si concentra sulla persona dietro l’uniforme, sulle sue paure, sulla nostalgia di casa». Ma se vuole, «il giocatore può salire a bordo di carri armati e di bulldozer per radere al suolo le abitazioni di Gaza». Una trama che romanza la vita inventata ma iper-realistica di un soldato israeliano a Gaza, Alexander, «chiamato a guidare una missione cruciale nella Striscia di Gaza durante la guerra “Spade di Ferro”». È il nome in codice dell’operazione, lanciata in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e che finora ha causato oltre 70mila vittime nella Striscia tra cui 20mila minori.

Le accuse nei commenti al trailer

Alcuni spezzoni del videogioco sono stati pubblicati sulla pagina Instagram inglese di Al Jazeera, facendo montare la polemica nei commenti: «Mi chiedo se ci sia una missione dove si spara a una macchina con una bambina intrappolata», il riferimento è alla storia di Hind Rajab, oppure «c’è un bonus se uccidi civili e minori?». Accostate alle sequenze di Shield of David, alcuni video reali pubblicati dall’Idf: «I gruppi per i diritti umani dicono che i soldati israeliani già trattano Gaza come se fosse un videogioco», scrive Al Jazeera. Due trailer sono stati pubblicati anche dal creatore, sul canale YouTube a suo nome da oltre 450mila iscritti. Ai due video sono stati chiusi i commenti, probabilmente in seguito all’arrivo di critiche sul gioco.

Trattative in corso per distribuire il gioco in tutto il mondo

Al videogioco, che ha anche una colonna sonora abbinata di 38 tracce, si era interessata una casa produttrice europea, chiedendo a Ilan Raz il 40% dei ricavi ma imponendo «modifiche sostanziali» alla trama. Un’offerta rifiutata dal programmatore, che ora è in trattativa con Epic Games, la stessa casa di Fortnite e Gears of War. «Non sto creando un gioco di propaganda», sostiene Raz, «sto documentando una realtà complessa. È una mia scelta, anche se mi costa cara. La trama si basa su ore di ricerche, interviste, testimonianze e conversazioni con soldati», ha spiegato a Mako. Annunciando già un livello bonus che verrà lanciato a gioco già uscito: «Mostrerà una scena di un attacco a un reattore nucleare in Iran. So che è provocatorio, ma non è una fantasia militare».

Foto copertina: canale Youtube Ilan Raz

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