Gaza, Israele prepara l’offensiva. In partenza le navi italiane della Global Sumud Flotilla. Parolin: «Bene tutto ciò che aiuta il popolo»


«Tutte le operazioni umanitarie se possono servire ad aiutare a risolvere le crisi umanitarie sono utili». A dirlo è il segretario di Stato Vaticano, Pietro Parolin, a proposito della Global Sumud Flotilla a margine di un convegno di Teologia alla casina Pio IV. «Tutto quello che può servire alla popolazione di Gaza, va bene», aggiunge. Le tre imbarcazioni a vela che appartengono alla Flottila sono partite alle 17 circa dal porto grande di Siracusa. Si stanno dirigendo alla rada di Augusta, dove ad attenderle ci sono altre 15 imbarcazioni. La partenza della Flotilla verso Gaza è prevista per domani, venerdì 12 settembre, all’alba.
Unicef: a Gaza City 1 bimbo su 5 ha malnutrizione acuta
Intanto, Unicef fa sapere che «la malnutrizione fra i bambini nella Striscia di Gaza continua a peggiorare a un ritmo allarmante: le ultime evidenze mostrano che ad agosto una percentuale record di bambini sottoposti a monitoraggio è stata identificata come colpita da malnutrizione acuta. La percentuale di bambini identificati come colpiti da malnutrizione acuta durante i monitoraggi in tutta Gaza è salita al 13,5% ad agosto dall’8,3% di luglio. A Gaza City, dove la carestia è stata confermata il mese scorso, la percentuale di bambini ricoverati con malnutrizione è stata ancora più alta, pari al 19%, rispetto al 16% di luglio».
Media: «Netanyahu convoca una riunione su “emigrazione” da Gaza»
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha convocato una riunione ristretta di alto livello «sull’emigrazione volontaria» dei palestinesi dalla Striscia di Gaza. Lo ha riferito una fonte informata al Times of Israel. Secondo da Channel 12 nell’incontro si sta discutendo un piano per consentire agli abitanti di Gaza di lasciare l’enclave a partire dal mese prossimo, via aerea e via mare. L’ufficio del Primo Ministro non ha risposto alla richiesta di commento.
L’offensiva israeliana su Gaza City
Cinque divisioni dell’esercito israeliano, composte da decine di migliaia di soldati, sarebbero pronte a partecipare alla prossima offensiva su Gaza City. Ad affermarlo è proprio l’esercito israeliano, ripreso dal Times of Israel. Tra queste divisioni, la 36ª divisione è stata spostata da Khan Younis, nella parte meridionale della Striscia, dopo mesi di operazioni contro Hamas. Questo annuncio confermerebbe l’imminente inizio delle operazioni nella capitale palestinese. L’escalation militare preoccupa la comunità internazionale, soprattutto sul fronte umanitario. L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che resterà a Gaza City nonostante l’ordine di evacuazione impartito dall’esercito israeliano, che ha chiesto lo spostamento di circa un milione di persone verso una “zona umanitaria” nel sud della Striscia.
L’uccisione di due civili a Rafah
Mentre l’Idf ha annunciato l’imminente operazione a Gaza City, questa mattina, giovedì 11 settembre, un attacco israeliano ha ucciso due persone in cerca di aiuti a Rafah. Lo riferiscono riferisce al Jazeera, citando fonti mediche locali. In totale, gli attacchi israeliani nella Striscia di Gaza hanno ucciso 13 persone nelle ultime 24 ore. Intanto, la 36ª divisione è stata spostata da Khan Younis, nella parte meridionale della Striscia, dopo mesi di operazioni contro Hamas.
L’Oms: «Non ce ne andremo da Gaza»
Il direttore generale dell’organizzazione mondiale per la sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus ha definito la richiesta di andarsene da Gaza come «scioccante», sottolineando che l’area indicata non dispone di strutture né di servizi sufficienti per ospitare i civili già presenti, figuriamoci i nuovi arrivi. «Quasi la metà degli ospedali funzionanti si trova a Gaza City», ha ricordato il responsabile, invitando la comunità internazionale a intervenire per garantire un cessate il fuoco immediato, il rilascio degli ostaggi e la protezione degli operatori sanitari e dei civili.
Hamas determinata a concludere i negoziati
Secondo quanto riportato dal quotidiano saudita Asharq Al-Awsat, Hamas sarebbe determinata a completare i negoziati per una tregua. Nonostante l’attacco a diversi alti funzionari dell’organizzazione in Qatar, i leader palestinesi puntano a un cessate il fuoco che garantisca «la fine completa della guerra e il ritiro delle forze israeliane dalla Striscia». I contatti con i mediatori internazionali dovrebbero riprendere nei prossimi giorni, non appena la situazione della sicurezza lo permetterà.
Tajani e l’Europa
Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, nell’informativa al Senato, ha definito la situazione «sempre più inaccettabile» e ha ribadito l’opposizione dell’Italia a ogni piano di occupazione di Gaza City o a trasferimenti forzati della popolazione palestinese. Sul piano politico comunitario, la crisi di Gaza è stata uno dei motivi citati dalla Sinistra europea per il deposito della prima mozione di sfiducia alla Commissione Ue nella storia dell’Eurocamera. Presentata da Manon Aubry e sostenuta da 72 eurodeputati tra cui membri dei Verdi, indipendenti e un socialista, la mozione critica, tra le altre cose, la gestione della crisi a Gaza da parte dell’Ue e la mancanza di una presa di posizione chiara sulla guerra.