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Bambino picchiato a Fidene, parla il padre dei tre aggressori: «Eravamo al parco, non ci siamo accorti di nulla». Ma un testimone assicura: «Erano soli»

17 Settembre 2025 - 12:27 Ugo Milano
I tre fratelli da 7 a 11 anni hanno pestato un coetaneo durante la sua festa di compleanno, causandogli fratture al volto. Si indaga sulle responsabilità dei genitori

«Non ci siamo accorti di nulla, eravamo al parco con loro». Parla il padre dei bambini accusati di aver picchiato un coetaneo, ieri 16 settembre in un parco a Fidene. Tre fratelli di 7, 9 e 11 anni figli di una famiglia di etnia rom che abita nelle vicinanze del parco. Avrebbero aggredito Leonardo, 8 anni, che stava festeggiando il compleanno nel parco delle magnolie a Serpentara. Secondo le prime ricostruzioni, supportate da alcuni testimoni, i tre fratelli avrebbero aggredito il bambino con un paletto di ferro per poi scappare in casa. Dopo poco gli agenti hanno rintracciato il portone dove si erano rifugiati, riuscendo subito a parlare con i genitori. I tre bambini non sono imputabili, verrà quindi valutata la responsabilità del padre e della madre. Che si sono difesi dicendo di non essersi accorti di nulla, pur raccontando di essere stati anche loro al parco.

La versione smentita dal testimone

«Io ero lì e vi assicuro che quei bambini erano soli». Ne è sicuro Luigi Pascucci, dell’associazione che gestisce il parco. È stato lui ad assistere alla scena e chiamare i soccorsi. «Un genitore ha provato a inseguirli. Se fosse stato presente il padre dei tre fratelli ne sarebbe scaturita una discussione molto accesa, non credete?». I piccoli aggressori, residenti in alcune case popolari poco distanti, si sarebbero avvicinati al rinfresco, ma poi di fronte a una negazione si sarebbero allontanati per poi tornare armati. Il bambino aggredito ha riportato alcune fratture al volto, e una lesione al labbro per cui è stato operato.

Le indagini

La polizia sta procedendo con gli accertamenti nei confronti dei genitori, informando la procura dei minori competente. Potrebbe essere sentito anche Leonardo, il bambino aggredito, con un’audizione protetta che prevede la presenza di uno psicologo e la registrazione audio-video in sua tutela. L’ipotesi è che i genitori non abbiano vigilato sulle azioni dei figli, e che per questa omissione possano essere indagati.

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