Beatrice Venezi e le polemiche sul suo curriculum non all’altezza del Teatro La Fenice. C’è stato un precedente proprio lì, ma l’orchestra non protestò


C’è chi dice che Beatrice Venezi ha commesso un errore imperdonabile. Quello di schierarsi politicamente, dichiarando apertamente da che parte sta. E cioè dalla quella di Giorgia Meloni, di cui la direttrice d’orchestra ha tessuto le lodi in più occasioni. A partire dal settembre 2022, all’indomani delle elezioni politiche, quando Venezi ha pubblicato su Instagram una foto assieme alla leader di Fratelli d’Italia, congratulandosi per la vittoria e accordandole profonda stima: «Ti meriti tutto Giorgia». Fino a giugno di quest’anno, quando in un’intervista a L’Espresso la 35enne le ha rinnovato i complimenti sostenendo che «una donna del genere nel nostro panorama politico italiano, e non solo, non l’abbiamo ancora vista, sinceramente». Se a ciò aggiungiamo anche che è figlia dell’imprenditore immobiliare Gabriele Venezi, che nei primi anni Duemila fu candidato sindaco a Lucca per il partito neofascista Forza Nuova, di cui era anche un dirigente, capiamo perché la musica, quando parliamo di lei, ha smesso di essere la protagonista.
Le polemiche sulla nomina di Venezi alla guida della Fenice
L’ultima polemica su Beatrice Venezi riguarda infatti la sua nomina a direttrice musicale del Teatro La Fenice di Venezia, a partire dall’ottobre del 2026 fino al marzo del 2030. Nomina decisa all’unanimità dalla fondazione che gestisce il teatro, presieduta dal sindaco della città Luigi Brugnaro, di centrodestra, e per cui sono insorti musicisti e lavoratori della Fenice (e non solo). A loro dire, infatti, al di là della scarsa trasparenza con cui è avvenuta la nomina, Venezi non avrebbe nemmeno il curriculum adatto a ricoprire l’incarico che le è stato affidato. Eppure la stessa cosa era avvenuta con il suo predecessore: il venezuelano Diego Matheuz era stato infatti nominato direttore musicale del teatro La Fenice nel 2011, a soli 27 anni e senza alcuna particolare esperienza operistica. In quel caso però non c’erano state sollevazioni né parole di sdegno. Dove sta dunque la differenza?

La lettera dei musicisti contro la nomina di Venezi
Nella lettera che hanno inviato e che di fatto ha avviato la polemica, i musicisti del teatro La Fenice hanno detto che la loro opposizione a Venezi non va interpretata come una presa di posizione politica, ma riguarda esclusivamente il piano professionale. «Non ha mai diretto né un titolo d’opera né un concerto sinfonico pubblico in cartellone alla Fenice. Il suo curriculum non è minimamente paragonabile a quello delle grandi bacchette che, in passato, hanno ricoperto il ruolo di Direttore Musicale di questo Teatro», hanno scritto. Alla protesta si è poi unita anche l’assemblea dei lavoratori che ha proclamato lo stato di agitazione. «Vanta all’attivo oltre 160 concerti sinfonici e oltre 40 recite di opere liriche», si legge sul curriculum della neo-direttrice musicale. Eppure, chi la critica sostiene che Venezi abbia un’esperienza troppo ridotta per dirigere uno dei teatri lirici più prestigiosi al mondo.
Il precedente del venezuelano Diego Matheuz
Prima di quella di Venezi, anche la nomina a direttore principale del Teatro La Fenice del venezuelano Diego Matheuz, allora 27enne, aveva colto molti di sorpresa. Nonostante il grandissimo talento riconosciutogli, la sua giovane età e la sua scarsa esperienza avevano suscitato non poche perplessità. Ma c’è un ma. Matheuz, oltre a essere una delle perle di El Sistema di José Antonio Abreu, l’uomo politico e musicista venezuelano ideatore di un modello didattico musicale, che consiste in un sistema di educazione musicale pubblica, diffusa e capillare, con accesso gratuito e libero per bambini di tutti i ceti sociali, era anche il pupillo di Claudio Abbado, uno dei più grandi direttori d’orchestra di tutti i tempi, morto nel 2014.

Il ruolo di Abbado nella nomina di Matheuz
Del modello si Abreu, promosso dal socialismo del Venezuela di Chavez e Maduro, Abbado era fervido sostenitore e si era fatto promotore in Italia con un’iniziativa analoga. Nel 2008 Matheuz aveva debuttato in Italia con l’Orchestra Mozart, di Abbado appunto. Tre anni dopo, con la nomina a direttore della Fenice, la giovinezza e l’inesperienza di Matheuz non furono in alcun modo un ostacolo. Se da un lato il 27enne venezuelano aveva già all’attivo esperienze e ingaggi con grandi orchestre per il repertorio sinfonico, era carente nel repertorio operistico. Il suo esordio, infatti, risaliva solo a un anno prima con un Rigoletto proprio alla Fenice. Eppure all’epoca di proteste non ce ne furono.