Flotilla, il ministro Tajani: «Hanno ignorato tutti gli appelli, anche di Mattarella». E su Gaza: «Israele si fermi»


Israele «è stato attaccato il 7 ottobre» quindi «ha diritto di difendersi», ma «gli abbiamo chiesto di mettere fine alla violazione del diritto internazionale umanitario, di non infierire su una popolazione inerme e incolpevole. Gaza non è Hamas. I palestinesi non sono Hamas, sono le prime vittime di Hamas». A dirlo è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenuto questa mattina, 2 ottobre, nell’Aula della Camera dei deputati per riferire, a nome dell’Esecutivo, sui recenti sviluppi nella Striscia di Gaza, dopo le ripetute richieste avanzate nelle scorse settimane dall’opposizione. Il suo intervento arriva a poche ore di distanza dai cortei pro-Palestina e a sostegno della Global Sumud Flotilla che si sono svolti nella notte in diverse città italiane. Al termine del suo intervento, sono state presentate le risoluzioni di maggioranza e di opposizione.
«La carneficina nella Striscia di Gaza deve finire»
Lo Stato ebraico «è andato ben al di là di quanto consentito di fronte a questa tragedia». Il ministro si è detto di essere «orgoglioso di rappresentare un Paese che, per i cittadini di Gaza, ha fatto più di qualunque altra nazione europea, ponendosi allo stesso livello solo di alcuni grandi Stati arabi della regione». E ancora: «La situazione nella Striscia è inaccettabile: la carneficina deve finire. Come siamo amici del popolo palestinese, restiamo però anche amici del popolo israeliano».
Gli aggiornamenti sulla Global Summud Flotilla
Tajani ha portato aggiornamenti sui membri della Global Sumud Flotilla, fermata ieri sera dalle autorità israeliane. «Tutti i nostri appelli, le stesse autorevoli parole del Presidente della Repubblica Mattarella, sono stati ignorati» ma garantisce che «gli abbordaggi sono stati pacifici e senza violenze, preceduti da numerose misure di avvicinamento partite dalla nave madre Alma». «Secondo quanto appreso dalla nostra Ambasciata a Tel Aviv – prosegue – la Marina israeliana ha impiegato oltre 16 navi nell’operazione, che si concluderà nella giornata di oggi. Le precauzioni adottate erano volte a evitare incidenti. L’arrivo ad Ashdod richiederà ancora diverse ore di navigazione».
Il rientro dei membri della Flotilla
Tajani ha fatto sapere di aver avuto diversi colloqui nei giorni scorsi con l’omologo israeliano, Gideon Sa’ar, «chiedendo di evitare azioni aggressive». «Sono sollevato dal constatare che le regole di ingaggio siano state rispettate e che, fino a questo momento, non si registrino atti di violenza o complicazioni nelle operazioni delle forze israeliane», ha aggiunto. Il ministro avverte che già da venerdì potrebbero esserci le prime partenze dei membri della Flottila che sono stati fermati, «soprattutto per chi accetterà di lasciare volontariamente Israele. Per chi invece «rifiuterà l’espulsione immediata, sarà necessario attendere il provvedimento di respingimento dell’autorità giudiziaria israeliana, che potrebbe richiedere dalle 48 alle 72 ore».
Il piano di pace di Trump
Un passaggio poi sul piano di pace presentato da Donald Trump lunedì. «Israele e l’Autorità Nazionale Palestinese hanno accolto il piano di pace americano, molti importanti paesi arabi e musulmani hanno fatto la stessa cosa. Per Gaza si profila un futuro governato da rappresentanti arabi, un graduale ma rapido ritiro delle forze di Israele, e un ambizioso piano di ricostruzione con capitali sauditi, americani e non solo. Tutto ora dipende da Hamas, dalla risposta che darà. La salvezza o la tragedia per la popolazione di Gaza dipendono dalle loro scelte».
Abbas in Italia il 7 novembre
Tajani ha aggiornato che il 7 novembre sarà in Italia il presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmud Abbas, pronto a essere accolto a Roma «per proseguire nel dialogo e lavorare insieme per rafforzare l’Anp, con lo sguardo rivolto alla ricostruzione». In visita anche la nuova ambasciatrice di Ramallah.
Il riconoscimento della Palestina
Tajani ha ricordato che «il Governo continuerà a lavorare con pazienza per la pace e per la costruzione dello Stato palestinese: crediamo da sempre nei due popoli e nei due Stati». «L’Italia sostiene fermamente il sogno del popolo palestinese di avere uno Stato. La deportazione nella Striscia di Gaza ci ha sempre visti contrari». Ha ribadito il riconoscimento condizionato della Palestina, già anticipato dalla premier Giorgia Meloni: «il Governo è pronto al riconoscimento dello Stato di Palestina, a condizione del rilascio degli ostaggi, del disarmo di Hamas e dell’esclusione di Hamas da qualunque ruolo politico». «In nessun modo Hamas potrà avere un ruolo in quei territori: il terrorismo deve essere bandito per sempre», ha concluso.