Flotilla, attivisti arrestati in sciopero della fame: «Pochi hanno firmato il rientro immediato». La minaccia di restare in carcere per mesi

Sono arrivati, all’aeroporto di Fiumicino, i quattro parlamentari italiani, liberati dalle autorità di Israele, che facevano parte della Flotilla. Il senatore Marco Croatti, l’eurodeputata Annalisa Corrado, il deputato Arturo Scotto e l’eurodeputata Benedetta Scuderi sono giunti con un volo di linea da Tel Aviv e quindi sbarcati alle 14.10 al Terminal 3. Sono accolti, tra gli altri, allo scalo romano, dalla segretaria del Pd, Elly Schlein, dal senatore M5S, Lorenzo Patuanelli, e dal portavoce Avs, Angelo Bonelli. In attesa di essere rimpatriati nei rispettivi paesi gli altri attivisti. «Penso che debbano essere tenuti qui per alcuni mesi in una prigione israeliana, in modo che si abituino all’odore dell’ala terroristica»: lo ha detto il ministro dell’ultradestra israeliana Itamar Ben Gvir, in riferimento agli attivisti della Flotilla in attesa di espulsione. Ben Gvir, in un video-messaggio postato su X, ha poi aggiunto che il primo ministro Benjamin Netanyahu sta commettendo un errore ad espellerli, «perché questo li spingerà a tornare ancora e ancora e ancora».
October 3, 2025
Pochi hanno firmato per la ripartenza immediata
«Pochissimi attivisti hanno firmato finora per la partenza immediata». Lo si apprende dal team legale. Rifiutando l’espulsione immediata – viene spiegato – gli attivisti restano in carcere. La legge israeliana prevede la detenzione per chi non firma di 72 ore. I membri della Flotilla dovranno quindi attendere un provvedimento dell’Autorità giudiziaria.
Gli attivisti in sciopero della fame
Intanto, fa sapere l’International Federation for Human Rights, di cui fa parte Adalah, il team giuridico della Flotilla, gli attivisti detenuti in Israele «vengono trasferiti nella prigione di Saharonim, vicino alla prigione di Ketsiot, ad eccezione di quelli della barca dei Marinette, intercettati oggi. Diversi, tra cui il nostro vicepresidente Alexis Deswaef, si sono rifiutati di firmare documenti che riconoscevano falsamente un “ingresso illegale” in territorio israeliano e hanno iniziato uno sciopero della fame. È prevista un’udienza presso la prigione».
L’ambasciatore israeliano a Roma: «Nessun aiuto alimentare sulle barche sequestrate»
Intanto l’ambasciatore israeliano a Roma Jonathan Peled, ospite a L’Aria che Tira su La7, ha detto che non è stato «trovato nessun aiuto alimentare sulle barche sequestrate», ribadendo che la Flotilla era una «provocazione». Questa affermazione arriva all’indomani dell’abbordaggio di quasi tutte le barche della missione umanitaria. L’ultima, la Marinette, è stata intercettata questa mattina a 42,5 miglia nautiche da Gaza. «Se si avvicinasse, anche il suo tentativo di entrare in una zona di combattimento attiva e violare il blocco verrebbe impedito», aveva detto il ministero degli Esteri di Israele. Alla fine la nave è stata bloccata alle 10.29am ora di Gaza. Ma la vicenda può considerarsi tutt’altro che conclusa. Perché fra 72 ore o poco più, meteo permettendo, una nuova flotta potrebbe raggiungere la zona arancione.
Altre 11 barche in viaggio verso Gaza
Si tratta di 11 barche, «la seconda ondata» è stata definita, che hanno rivolto la prua verso Gaza. Le imbarcazioni provengono da Otranto e da Catania. La missione nasce dallo sforzo congiunto di due diverse organizzazioni. La prima, Freedom Flotilla, che mette in campo due mini-velieri, Al Awda e Ghassan Kanafani. L’altra, ThousandMadleen, mette in mare otto barche. Poi c’è la Conscience, vittima a maggio di un attacco di un drone al largo di Malta che l’ha messa ko. Fino ad ora. A bordo ci sono quasi cento medici, infermieri, giornalisti provenienti da 25 Paesi.
Gli attivisti nel carcere di Ketziot
Intanto 200 attivisti sono nel carcere di Ketziot. E ci sono stati contatti tra le autorità italiane e il capo del Mossad David Barnea. Per smentire le voci che parlavano di maltrattamenti nei confronti dei fermati. Roma ha chiesto con urgenza a Barnea di fornire immagini dei detenuti. Chiarendo che la voce stava alimentando le proteste a Roma. Il ministero degli esteri di Israele ha quindi fatto sapere che «sono in corso le procedure per chiudere quella che viene definita la “provocazione Hamas-Sumud” e completare l’espulsione dei partecipanti. Quattro cittadini italiani sono già stati rimpatriati, mentre per gli altri il procedimento è in via di conclusione. Tutti – fanno sapere le stesse fonti – si trovano in buone condizioni di salute. Le autorità ribadiscono che gli eventuali aiuti trasportati dalle imbarcazioni avrebbero potuto essere consegnati a Gaza per vie pacifiche e parlano di «una mera provocazione», si legge in un post su X. E un retroscena racconta della lite tra Giorgia Meloni e Guido Crosetto per la fregata italiana inviata in soccorso della Flotilla.
October 3, 2025
Flotilla, i maltrattamenti agli attivisti
Barnea ha parlato con la ministra Miri Regev, responsabile del porto di Ashdod, sollecitandola a fornire foto con urgenza. Il materiale è stato trasmesso in Italia «per porre fine alla tempesta diplomatica». Ieri era rimasta in acqua la turca Mikeno. Intanto sono cominciate le procedure di espulsione degli attivisti. Sono in tutto 450. A quanto pare se ne farà carico Israele: sarebbero previsti tra il 6 e il 7 ottobre «con due voli charter dall’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv». La premier Meloni aveva fatto sapere di non voler pagare per il rientro. Gli organizzatori della Flotilla avrebbero richiesto di atterrare a Londra o a Madrid «ma su questo non ci sono ancora risposte». L’ambasciatore italiano in Israele Luca Ferrari ha fatto sapere che gli attivisti non sembrano intenzionati a firmare il rimpatrio volontario.
La Marinette
Una nave, la Marinette, «navigava ancora a gonfie vele», hanno dichiarato gli organizzatori della flottiglia in una diretta streaming che mostrava l’equipaggio al timone. Gli organizzatori hanno affermato che la Marinette si trovava a circa 80 miglia nautiche da Gaza giovedì sera. E a circa 10 miglia nautiche da dove Israele aveva iniziato a intercettare le altre imbarcazioni della flottiglia. La Marinette batte bandiera polacca e trasporta in totale sei passeggeri. «Nelle ultime 24 ore 21 imbarcazioni sono state intercettate, 20 presumibilmente intercettate e 1 è ancora in navigazione», ha scritto il gruppo in un post su Instagram. La Flotilla ha aggiunto che più di 450 civili sono stati «rapiti illegalmente» dalle forze israeliane.
L’intercettazione della Marinette
Marinette è stata intercettata alla fine alle 10:29 ora locale, a circa 42,5 miglia nautiche da Gaza. Lo fa sapere il canale Telegram della Global Sumud Flotilla: «In 38 ore, le forze navali di occupazione israeliane hanno intercettato illegalmente tutte le nostre 42 imbarcazioni, ciascuna delle quali trasportava aiuti umanitari, volontari e la determinazione di rompere l’assedio illegale di Israele su Gaza. Marinette ha navigato con lo spirito del sumud – fermezza – anche dopo aver visto il destino di 41 imbarcazioni prima di lei», scrivono gli attivisti. E concludono: «Ma questa non è la fine della nostra missione. La nostra determinazione ad affrontare le atrocità di Israele e a schierarci al fianco del popolo palestinese rimane incrollabile. Mentre le persone si ribellano nelle città di tutto il mondo per chiedere la fine di questi orrori e prendere posizione per l’umanità, noi ci uniamo con una sola voce: non ci fermeremo finché il genocidio non finirà. Non ci fermeremo finché la Palestina non sarà libera».
150 km da Gaza
Secondo gli attivisti la Marinette «conosce il destino delle sue sorelle in mare. Sa cosa l’aspetta. E si rifiuta di tornare indietro. Questa non è solo una nave. Marinette è Sumud: fermezza di fronte alla paura, al blocco e alla brutalità. È ciò che vediamo nelle strade di tutto il mondo: persone che conoscono i rischi, che vedono la repressione e che comunque sono solidali. Qualunque cosa accada, questo rifiuto ha già scritto un nuovo capitolo. Gaza non è sola. La Palestina non è dimenticata. Non andremo da nessuna parte». Alle 3:50 ora italiana Marinette si trovava a circa 150 km dalla costa di Gaza, secondo la geolocalizzazione condivisa sul sito della Flotilla.
Il capitano della Marinette
Parlando in videochiamata con gli organizzatori della Flotilla nella tarda serata di ieri, scrive Al Jazeera, il capitano australiano, che si è identificato solo come Cameron, ha spiegato che l’imbarcazione aveva avuto problemi al motore. E quindi era rimasta indietro rispetto al gruppo. Ora la nave sta «navigando a tutta velocità» verso Gaza. «Abbiamo a bordo un gruppo di turchi molto tenaci… io e una signora dell’Oman, e continueremo nella stessa direzione», ha detto. Un video dello yacht, attivo alle 4:00 Gmt (6.00 in Italia), mostra l’equipaggio al timone della nave mentre il sole sorge alle loro spalle. Il geolocalizzatore mostrava la nave situata a circa 43 miglia nautiche (circa 80 km) dalle acque territoriali di Gaza. Il ministero degli Affari Esteri israeliano aveva precedentemente avvertito la Marinette che il suo era un «tentativo di entrare in una zona di combattimento attiva e violare il blocco sarà impedito».
L’altra Flotilla in arrivo
Intanto ci sono 45 navi civili che vanno verso Gaza. Si tratta di imbarcazioni salpate ieri dal porto di Arsuz in Turchia. Va segnalato che secondo Repubblica invece il rimpatrio “veloce” presuppone l’acquisto del biglietto aereo: sono esibendolo gli attivisti verrebbero accompagnati in aeroporto per rientrare. I rimpatri forzati invece verrebbero sostenuti da Israele. Fonti del team legale della Flotilla escludono che il rimpatrio sia a carico degli attivisti: «Ci sarà un volo speciale organizzato dalle autorità italiane». Anche se Giorgia ha detto no. Anzi, alla premier oggi il quotidiano attribuisce questo virgolettato: «Faremo tutto il possibile perché possano tornare in Italia quanto prima».
Lite tra Meloni e Crosetto sulla fregata Fasan?
Intanto un retroscena racconta che tra Meloni e il suo ministro della Difesa c’è stata una lite sulla fregata Fasan. Appena saputo dell’incursione dei droni sulle imbarcazioni con a bordo una quarantina di connazionali, Crosetto si è consultato con i vertici della Marina e ha deciso di autorizzare la spedizione. Senza avvertire la presidente del Consiglio. Forse perché intanto lei era a New York. O forse non ci ha pensato. Quando la premier lo ha saputo si è infuriata. Per lei, quella nave non sarebbe dovuta partire. E lo ha detto chiaro al titolare della Difesa. Anche i vertici di FdI sono stati tenuti all’oscuro. Ed erano contrari all’invio della nave.
La smentita di Crosetto
Ma il ministro in un post sui social smentisce tutto: «Sul mio telefono il dialogo con il presidente Meloni inizia mercoledì 24 settembre poco dopo le 3 del mattino (ora di Tallin) con dei messaggi via Whatsapp. C’era stato un attacco con droni ad alcune imbarcazioni della Sumud Flotilla, sulla quale c’erano cittadini italiani. Alle 3,59 le giro l’analisi del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Gen. Portolano. Alle 4,24 le invio l’analisi giuridico-legale fatta dalla Marina Militare che mi fornisce il Capo di Stato Maggiore della Marina, Amm. Credendino. Nel prosieguo del confronto abbiamo addirittura concordato come comunicare la decisione, che sapevamo essere rilevante».
«Dopo quel momento sono centinaia i messaggi tra me e lei per seguire evoluzioni, prevenire problemi, confrontarci sulle preoccupazioni. Inframezzati a tanti altri su altri temi, come accade ogni giorno. Ah, dimenticavo! Un’altra stranezza dell’articolo è la citazione dei vertici di FdI che non sarebbero stati informati. Come se i ministri fossero tenuti ad informare i vertici di un partito delle scelte istituzionali. No comment. Comunque, come spesso accade, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi», conclude il post.
L’Onu
Nel frattempo l’Onu fa sapere che considera una violazione l’intercettazione da parte di Israele delle barche della Flotilla in acque internazionali. «Certamente riteniamo che le leggi applicabili alle acque internazionali debbano essere rispettate. Questo è tutto ciò che ho da dire in merito», ha risposto il portavoce, Farhan Haq, ai giornalisti. Anche perché, ha spiegato, «non riteniamo che la Flotilla rappresenti un’escalation, ma siamo consapevoli di come la situazione si sia sviluppata sul terreno e in mare. Ciò che stiamo cercando di fare assicurarci che tutto venga risolto senza, in particolare, che venga arrecato alcun danno a coloro che stanno partecipando a questo atto non violento».
I parlamentari italiani
Infine, sono stati liberati dalle autorità di Israele i 4 parlamentari italiani che facevano parte della Flotilla. Il senatore Marco Croatti (M5s), l’eurodeputata Annalisa Corrado (Avs), il deputato Arturo Scotto e l’eurodeputata Benedetta Scuderi erano stati fermati mentre si avvicinavano alla costa di Gaza. Lo riferisce una nota della Farnesina. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva avuto più contatti con il ministro israeliano Gideon Sa’ar chiedendo la liberazione immediata. I parlamentari italiani sono stati trasferiti all’aeroporto di Tel Aviv e prenderanno un volo di linea assistiti dal personale dell’ambasciata, si legge nella nota della Farnesina. Partiranno per Roma con il volo IZ 335 delle 10 locali.
In tutto sono 473 i componenti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla trasferiti dalle autorità israeliane nel carcere di Saharonim, nel deserto di Neghev, nel sud di Israele, in attesa del completamento delle procedure per il previsto trasferimento nei rispettivi paesi. Lo ha confermato Loubna Yuma, legale di Adalah, il team giuridico della Flotilla, all’agenzia Efe.
