Il ritorno di Carmen Consoli con Amuri luci: «La cultura è rivoluzionaria, vi racconto che dischi mi fa ascoltare mio figlio» – L’intervista
«Io esisto a prescindere dai dischi che pubblico» con queste parole Carmen Consoli non solo torna con un nuovo album dal titolo Amuri luci, il primo di una trilogia, ma rivendica anche il silenzio discografico degli ultimi quattro anni. Un silenzio che silenzio non era, lo sappiamo bene, impegnata com’è stata con un lungo tour e anche con una colonna sonora, ma che ha fatto sentire ugualmente la sua mancanza. Un album che è risultato di una ricerca profonda ed intellettuale, in cui la cantantessa siciliana, in dialetto siciliano, rievoca e musica testi di Ignazio Buttitta, ma anche di Ovidio e Teocrito, fino alla corrispondenza epica tra Nina da Messina e Dante da Maiano. Amore e luce così non sono solo il titolo ma il risultato della complessa equazione musicale con la quale Carmen Consoli lega passato e futuro, vita e desideri, poesia e politica. Ne viene fuori sicuramente un disco politico, nell’accezione più alta del termine, contro quei governi di oggi che non scommettono più sulla bellezza e sulla cultura, definita dall’artista come più potente arma per una rivoluzione, e sull’amore, ma sulle armi. Non un prodotto discograficamente conveniente in un mercato cui domanda purtroppo si fa sempre più superficiale, intriso di un intellettualismo profondo dovuto a anni di studio, ma, dice a Open la cantautrice, «Non faccio cose convenienti per il mercato, perché non mi danno felicità».