Macron prende 48 ore per uscire dalla crisi, l’ultima chanche a Lecornu e l’ipotesi delle dimissioni: «Mi assumerò responsabilità se fallisce»


«Se Sébastien Lecornu fallirà, mi assumerò le mie responsabilità». Con queste parole, filtrate da fonti dell’Eliseo, Emmanuel Macron ha rotto il silenzio sulla crisi politica che paralizza la Francia, lasciando intendere che un nuovo scioglimento dell’Assemblea Nazionale – come quello che portò alle elezioni anticipate dell’estate 2024 – non è più soltanto un’ipotesi. Il presidente ha dato al primo ministro dimissionario 48 ore di tempo per tentare «ultimi negoziati» con i partiti e trovare una «piattaforma di azione per la stabilità del Paese» entro mercoledì 8 ottobre sera. Un ultimatum che suona come l’ultima carta a disposizione prima di nuove elezioni.
48 ore per evitare il voto anticipato
Macron ha tentato quindi l’ultima mediazione affidando a Lecornu un mandato esplorativo fino a mercoledì. Se non emergerà una piattaforma condivisa per garantire stabilità al Paese, l’Eliseo potrebbe tornare alla soluzione estrema dello scioglimento dell’Assemblea. «Mi assumerò le mie responsabilità», ha ribadito il presidente. Parole che tengono aperte tutte le opzioni, mentre la Francia attende di capire se sarà in grado di ritrovare un governo stabile, o se dovrà tornare di nuovo alle urne.
Lecornu lascia prima di iniziare
Il colpo di scena è arrivato stamattina, quando Sébastien Lecornu – nominato meno di un mese fa per succedere a François Bayrou, sfiduciato a sua volta dopo l’uscita di scena di Michel Barnier – ha presentato le dimissioni ancora prima di ottenere la fiducia del Parlamento. «Essere primo ministro è un lavoro complesso, e non lo si può fare se non ci sono le condizioni», ha spiegato, accusando i partiti di «indisponibilità totale al compromesso». La composizione del governo, annunciata appena domenica, aveva già scatenato polemiche, soprattutto per il ritorno di Bruno Le Maire alla Difesa dopo sette anni all’Economia. La scelta aveva irritato i Républicains, spingendo lo stesso Le Maire a fare un passo indietro per «favorire la ripresa delle discussioni».