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Papa Leone argina i poteri dello Ior: «Investimenti non più in esclusiva». Il pontefice apre a nuovi intermediari: «Anche di altri Stati»

06 Ottobre 2025 - 13:49 Ugo Milano
papa leone xiv ior investimenti
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Con una Lettera apostolica, pubblicata “motu proprio”, Prevost abroga un provvedimento di Papa Francesco e spinge per una «corresponsabilità»

I soldi vaticani non saranno più gestiti solo dall’Istituto per le Opere di Religione, noto come Ior. A deciderlo è papa Leone XIV, che ha ribaltato la scelta del predecessore Francesco pubblicando una Lettera apostolica “motu proprio”, quindi per volontà esclusivamente personale. Il pontefice americano, nel testo, spiega la decisione con la volontà di rimanere più aderente possibile ai doveri della Curia Romana. In particolare modo alla «corresponsabilità nella comunione», o Coniuncta cura: espressione latina scelta non a caso come titolo della Lettera.

Lo strappo dallo Ior

Nella pratica cambia tutto. Lo Ior – in particolare Gianfranco Mammì, funzionario amico di Bergoglio fedelissimo di Papa Francesco – aveva ricevuto da Bergoglio la gestione esclusiva dei fondi del Vaticano e delle decisioni di investimento finanziario. Da ora, invece, Leone si riserva la libertà di ricorrere a «intermediari finanziari stabiliti in altri Stati» nel caso in cui lo «ritenga più efficiente o conveniente». Detto in poche parole, i miei soldi li do in mano a chi voglio. 

L’abrogazione del provvedimento di papa Francesco

«Corresponsabilità nella communio è uno dei principi per il servizio della Curia Romana, come voluto da Papa Francesco e stabilito nella Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium, del 19 marzo 2022», si legge nella Lettera apostolica. Un concetto che, secondo Leone, richiede una definizione chiara dei ruoli di ogni istituzione e al contempo una «convergenza di tutti in una dinamica di mutua collaborazione». Per questo, tenendo conto anche delle raccomandazioni pubblicate dal Consiglio per l’economia, papa Leone ha deciso di abrogare il rescriptum di papa Francesco, che affidava le attività finanziarie all’Istituto vaticano.

Le liquidità del Vaticano affidate anche ad «altri intermediari»

La decisione, a tre anni dal precedente stravolgimento, rimette di fatto le liquidità vaticane a portata di tutti i grandi istituti di credito e finanziari mondiali. Detto nei termini della Lettera: «L’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica generalmente fa effettivo uso della struttura organizzativa interna dell’Istituto per le Opere di Religione, a meno che gli organi competenti non ritengano più efficiente o conveniente il ricorso a intermediari finanziari stabiliti in altri Stati». Una scelta che Leone «ordina che abbia fermo e stabile vigore, nonostante qualsiasi cosa contraria». 

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