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I dirigenti del Napoli intercettati sull’acquisto di Osimhen: «Non scrivere nulla, qui dovremo darci alle rapine…»

08 Ottobre 2025 - 18:49 Ugo Milano
osimhen de laurentiis
osimhen de laurentiis
Le conversazioni raccolte dalla Guardia di Finanza proverebbero le scorrettezze in una trattativa col Lille viziata dalle plusvalenze

L’inchiesta sul passaggio di Victor Osimhen dal Lille al Napoli, il trasferimento più oneroso nella storia della società partenopea, si arricchisce di nuovi dettagli. Il quotidiano La Repubblica ha pubblicato delle chat, risalenti al luglio 2020 e oggi contenute in un’informativa della Guardia di Finanza, che vedono protagonisti l’ad azzurro Andrea Chiavelli, l’allora ds napoletano Cristiano Giuntoli e il suo vice Giuseppe Pompilio. Secondo gli inquirenti, le conversazioni tra i dirigenti proverebbero la malafede dietro l’operazione e aggiungerebbero un tassello in più nel caso che vede il presidente Aurelio De Laurentiis rinviato a giudizio per falso in bilancio. La prima udienza preliminare è fissata per il 6 novembre.

La trattativa per portare Victor Osimhen a Napoli

La trattativa risale al 2020, quando il Lille chiedeva al Napoli 70 milioni per l’attaccante Victor Osimhen. La società partenopea, non volendo corrisponderne più di 50, aveva dunque accettato il suggerimento del presidente del Lille, German Lopez, di colmare la differenza includendo nella trattativa altri calciatori. Fino a qua nulla di strano, senonché, per arrivare a questa cifra, gli altri giocatori coinvolti sarebbero stati ipervalutati, commettendo una scorrettezza in bilancio. Addirittura, alcuni dei calciatori entrati nell’accordo – il terzo portiere Orestis Karnezis e i giovani della Primavera Luigi Liguori, Claudio Manzi e Ciro Palmieri – sarebbero stati immediatamente girati in prestito in squadre di Serie C e D, senza mai nemmeno approdare in Francia. A testimoniarlo sono stati i calciatori stessi, sentiti dalla Guardia di Finanza.

I messaggi contenuti nelle intercettazioni

«Non devi scrivere nulla. Tracce nelle mail non se ne lasciano. A voce quello che ti pare». Questa era stata la risposta di Pompilio, datata 17 luglio 2020, in una conversazione in cui l’ad Chiavelli si era lasciato scappare qualche preoccupazione sulla conclusione dell’accordo. «Speriamo rifiutino, o dovremo darci alle rapine», aveva commentato. Un altro messaggio, questa volta del ds Giuntoli, rivela che la pratica delle plusvalenze artificiose non era ignota al presidente Aurelio De Laurentiis, che avrebbe detto: «Se non ci sono bonus, ma alla fine sono 70 meno 20, per me va bene». L’informativa della Guardia di Finanza riporta anche la proposta del presidente del Lille di “gonfiare” le valutazioni e le lunghe discussioni sui giocatori da inserire nell’affare. Si apprende così che prima di Karnezis e dei ragazzi della Primavera si erano considerati anche Llorente, Leandrinho e Ounas.

La difesa della società: «Intercettazioni non penalmente rilevanti»

Secondo il collegio difensivo del Napoli, dalle intercettazioni non emergerebbe un «disegno illecito, bensì la normale dinamica di una trattativa legata alla compravendita di calciatori, fisiologica nel settore e priva di profili penalmente rilevanti». In una nota, i legali Gino Fabio Fulgeri, Gaetano Scalise e Lorenzo Contrada hanno espresso espresso «stupore per la diffusione a mezzo stampa di atti di indagine che, per la loro natura, avrebbero dovuto rimanere riservati», e la cui pubblicazione «viola espressamente il divieto stabilito dalla legge e contravviene ai principi di riservatezza e tutela del diritto di difesa». Le frasi, aggiungono, sarebbero state «estrapolate da un contesto dialettico ben più ampio, che solo se considerato nella sua interezza consente di coglierne il reale significato». Infine, ricordano che gli interlocutori sono già stati sentiti dai pm in qualità di persone informate dei fatti, fornendo «spiegazioni puntuali, chiare e convincenti».

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