Gaza, al via gli sgomberi: «Distrutto l’80% degli edifici». Pronti 70 miliardi per la ricostruzione. Trump prende tempo: «Due Stati? Vedremo» – La diretta


All’indomani della storica firma della «Dichiarazione di Trump per la pace» a Sharm el-Sheikh la situazione in Medio Oriente sta ancora tentando di assestarsi su un qualche equilibrio. Dopo il lungo discorso di Donald Trump alla Knesset, il parlamento israeliano, e lo scambio di ostaggi e prigionieri, nei prossimi giorni dovrebbero prendere il via i negoziati per la seconda fase del piano proposto dalla Casa Bianca. Ma i dubbi e i punti non risolti – dal disarmo di Hamas alla soluzione a due Stati – sono molti.
Corce Rossa e Onu: «Aprire tutti i valichi»
Le Nazioni Unite e il Comitato Internazionale della Croce Rossa hanno chiesto «l’apertura di tutti i valichi di frontiera per Gaza, per consentire l’ingresso degli aiuti disperatamente necessari nel territorio palestinese devastato dalla guerra». È ciò che gli operatori umanitari, incluso il Cicr, hanno chiesto nelle ultime ore: garantire che, a causa dell’enorme necessità, «tutti i punti di ingresso possano essere aperti», ha dichiarato a Ginevra il portavoce della Croce Rossa Christian Cardon. Il portavoce dell’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite, Jens Laerke, ha aggiunto: «Abbiamo bisogno che siano tutti aperti»
Ricostruzione di Gaza, Onu: «Pronti 70 miliardi»
La promessa di Trump di ricostruire la Striscia di Gaza è stata colta al volo da numerosi Paesi. A riferirlo è un funzionario del Programma dell’Onu per lo sviluppo, secondo cui gli Stati Uniti e i governi di altre nazioni arabe ed europee si sarebbero detti disponibili a contribuire al finanziamento dell’operazione, con un costo stimato di almeno 70 miliardi di dollari. «Abbiamo già ricevuto ottime indicazioni», ha dichiarato Jaco Cilliers.
Iniziano gli sgomberi a Gaza: «Distrutto l'80% degli edifici»
Sono iniziate le prime operazioni di sgombero nella Striscia di Gaza. Si procede però a rilento data la presenza di ordigni inesplosi e il continuo ritrovamento di corpi sepolti dalle rovine. Secondo l’Undp, il Programma dell’Onu per lo sviluppo, si conterebbero almeno 55 milioni di tonnellate di macerie. E circa l’80% degli edifici in tutta la Striscia sarebbe distrutto o danneggiato, percentuale che sale al 92% a Gaza City.
Idf identifica salme di due ostaggi, uno era musicista rapito al Nova Festival
Le prime salme degli ostaggi sono arrivate in Israele. Due sono già stati identificati: sarebbero il musicista Guy Iloz, rapito da Hamas al Nova Festival e morto per le ferite riportate in un ospedale, e lo studente nepalese Bipin Joshi. Altri due copri sarebbero in mano all’Idf ma non sarebbero ancora stati riconosciuti.
Israele ad Hamas: «Entro oggi la riconsegna dei corpi degli ostaggi»
Parte dell’accordo di mutuo scambio di prigionieri e ostaggi era anche la riconsegna da parte di Hamas dei corpi di circa 26 ostaggi morti nella Striscia di Gaza negli ultimi due anni. Il gruppo armato palestinese aveva chiesto dieci giorni per poter localizzare tutte le salme ma Tel Aviv vuole accelerare le operazioni. Avrebbe infatti fissato a oggi il termine ultimo per la restituzione dei cadaveri, essendo convinta che già ieri Hamas avesse in mano alcuni corpi ma si sia rifiutato di consegnarli.
Trump ammette: «Ricostruiremo Gaza. Due Stati? Alcuni ne vogliono uno solo»
Di rientro dall’Egitto in America, Donald Trump ne ha approfittato per improvvisare un botta e risposta con i giornalisti a bordo del suo Air Force One. «Stiamo parlano di ricostruire Gaza», ha assicurato. Si è poi soffermato sulla questione dei due Stati: «Non sto parlando di uno Stato unico, di uno Stato doppio o di due Stati. Molte persone apprezzano la soluzione di uno Stato unico. Alcune persone apprezzano la soluzione di due Stati. Vedremo». L’accordo firmato a Sharm el-Sheikh, come sottolinea il Guardian, sull’eventuale creazione di uno Stato palestinese è «estremamente vago», facendo riferimento solo alla continuazione di una «visone globale di pace, sicurezza e prosperità condivisa nella regione».
Sette palestinesi uccisi dall'Idf, sei colpiti da un aereo: «Non si erano fermati all'alt»
Nelle ultime ore sarebbero 7 i palestinesi uccisi dal fuoco israeliano, nonostante l’accordo di pace e lo scambio di prigionieri. A riferirlo sono i media palestinesi. Un uomo, Khalid Barbakh, sarebbe stato colpito dalle colpi di arma da fuoco di alcuni soldati dell’Idf mentre questi ispezionavano la sua abitazione, nel centro di Khan Younis. Altri sei sono invece stati uccisi da un aereo a Gaza City. Secondo Times of Israel, i tre si erano avvicinati a piedi a un manipolo di soldati varcando la «Linea Gialla» che demarca la zona che in base all’accordo di cessate il fuoco è rimasta temporaneamente in mano all’esercito israeliano. Non essendosi fermati all’«alt» dei militari, sono stati colpiti e uccisi. Secondo i media palestinesi, quel gruppetto di persone stava andando a ispezionare quanto rimaneva delle loro case nel quartiere di Shuja’iyya.
Israele ha liberato 55 operatori sanitari, erano tra i prigionieri rilasciati ieri
La liberazione dei 20 ostaggi israeliani, in cambio di circa 1.950 prigionieri palestinesi, è stato l’atto che ha aperto la giornata di lunedì 13 ottobre, poi conclusa con l’ufficialità dell’accordo. Secondo Al Jazeera, tra i palestinesi rilasciati ci sarebbero 55 operatori sanitari tra cui 24 infermieri, 7 medici e 2 paramedici. Almeno 44 di loro «sono stati rapiti dalle forze di occupazione israeliane dagli ospedali in cui lavoravano», sostiene Healthcare Workers Watch. Altri 115 operatori sarebbero ancora detenuti in Israele.