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L’ex di Pamela Genini aveva chiamato la polizia, l’ultima chiamata con lei e il messaggio prima delle coltellate: «Ho paura, ha il doppione delle chiavi ed è entrato»

15 Ottobre 2025 - 17:30 Ugo Milano
pamela genini ex fidanzato femminicidio milano
pamela genini ex fidanzato femminicidio milano
Al telefono l'ha sentita urlare «Aiuto, aiuto aiuto». Poi la 29enne ha chiuso la chiamata bruscamente. Ormai il suo compagno era entrato in casa, mentre il suo ex stava chiamando la polizia

«Teso ho paura ha fatto doppione chiavi mi è entrato, non so che fare, chiama polizia», da quel messaggio mandato da Pamela Genini all’ex fidanzato è partito l’allarme alle forze dell’ordine, mentre Gianluca Soncin stava entrando nell’appartamento della 29enne per ucciderla. Prima di essere accoltellata, la ragazza era proprio al telefono con il suo ex. Nel decreto di fermo di Socin, l’ex ha raccontato di quella chiamata interrotta dall’arrivo improvviso dell’uomo con cui era contenta di aver chiuso i rapporti: «Ad un certo punto l’ho sentita gridare “aiuto, aiuto, aiuto”, – ha spiegato – dopo queste parole Pamela ha chiuso la telefonata».

La vita di F.D., imprenditore di Sant’Omobono, si è congelata alle 21.40 di martedì 14 ottobre. Una fine, che per lui forse è più un precipizio, che ha anche un indirizzo preciso: via Iglesias 33, Milano. Lì abitava Pamela Genini, imprenditrice 29enne e sua ex fidanzata. Lì lui è piombato dopo un’ultima telefonata in cui la 29enne bergamasca gli chiedeva aiuto, prima di essere massacrata dal compagno Gianluca Soncin con 24 coltellate. L’uomo, ricoverato al Niguarda per due ferite auto-inflitte al collo, è stato fermato con l’accusa di omicidio pluriaggravato. Lui, F.D., ancora non se ne capacita: «Non sono riuscito a salvarla. Questo è il peso più grande che mi resta da portare. Sarà l’ultimo miglio della mia vita».

Lo shock dell’ex fidanzato: «È stato un film dell’orrore»

L’imprenditore, intercettato da Fabio Paravisi del Corriere dopo otto ore passate in questura, di voglia di parlare ne ha poca. «Quello che è successo stanotte è già tutto nelle carte. È stato un film dell’orrore», anticipa. «So che il mio racconto potrebbe aiutare tante donne, perché queste cose non devono più succedere. E potrebbe fare quello che non sono riuscito a fare io». E cioè, nella sua lettura dei fatti, salvare la giovane donna dalla lama del compagno. «In questo momento sto cercando di essere il più lucido possibile, e devo trovare il coraggio di andare avanti. Perché questo è quello che fa un uomo coraggioso, quelli coraggiosi non accoltellano le donne».

L’ultima telefonata

È a lui che Pamela Genini fa l’ultima telefonata: «Mi raccontava tutto e io l’ho sempre aiutata, non le ho mai voltato le spalle», ha detto. Un legame consolidato dalla vicinanza dei paesi d’origine: «Siamo tutti e due della Valle Imagna, lei era di Strozza, ci siamo conosciuti a una festa di compleanno in piscina a casa mia». Riguardo alle minacce e alle violenze subite dalla donna: «Lei per un certo periodo ha pensato che le cose potessero cambiare ma poi alla fine non ci sperava nemmeno più». 

Il ricordo di Pamela e la missione: «Lei vuole giustizia per sé e per tutte le donne»

«Era una donna solare e si sentiva subito che c’era tanto di buono in lei, e proprio perché era così buona è successo quello che è successo», conclude l’uomo. «È successo come quando un’edera cresce attorno a una pianta e un po’ alla volta la uccide. Sto facendo il possibile perché venga fatta giustizia, questo è il momento della giustizia. Dico a tutti che se vedono certe situazioni bisogna denunciare, è dovere di ogni persona e di ogni cristiano. Non si può spezzare una vita a 29 anni, e penso che Pamela in questo momento chieda proprio giustizia per sé e per tutte le donne». 

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