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Spuntano i gioielli rubati al Louvre su Vinted, l’ironia degli utenti: «L’ho trovata per strada: corona a 30mila euro»

21 Ottobre 2025 - 23:33 Ygnazia Cigna
louvre vinted
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«Questi sono gioielli che ho trovato ieri per strada mentre camminavo», scrive un utente in un annuncio sull'app. «Me li ha dati un mio amico dice che erano caduti a delle persone davanti al Louvre», è la descrizione di un altro ancora

Il Louvre derubato e il mondo (di internet) che ride. Il clamoroso furto di domenica scorsa, 19 ottobre, che ha fatto sparire gioielli storici di Napoleone e dell’Imperatrice Eugenia dal polo museale francese, è già una perdita stimata di almeno 88 milioni di euro. Ora, però, il caso ha preso vita anche sul web. E, come spesso accade online, l’ironia fa da padrona. Alcuni dei preziosi trafugati, negli ultimi giorni, sono apparsi in vendita su Vinted, l’app di compravendita di seconda mano attiva in tutto in mondo, ma particolarmente diffusa in Francia.

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Gli annunci su Vinted

Gli annunci su Vinted

Tra gli annunci, un utente scrive: «Vendo questa meravigliosa collana di Napoleone trovata vicino al Louvre», fissando un prezzo di poche migliaia di euro per un oggetto di valore inestimabile. Un altro pubblica i gioielli a 20mila euro scrivendo nella descrizione: «Questi sono gioielli che ho trovato ieri per strada mentre camminavo». Non manca chi è ancora più esplicitamente ironico: «Ciao sono Lupin. Ecco gioielli rubati senza lasciare traccia con attrezzature professionali». E un altro ancora: «Me li ha dati un mio amico dice che erano caduti a delle persone davanti al Louvre».

Le indagini

Nel frattempo proseguono le indagini sul caso del furto al Louvre. Secondo quanto ricostruito, i ladri avrebbero utilizzato un montacarichi rubato pochi giorni prima nel comune di Louvres, a nord-ovest di Parigi, durante un tentativo di vendita tra privati. Il museo ha respinto le polemiche emerse in questi giorni sulla qualità delle teche, sottolineando che quelle installate nel 2019 rappresentano un progresso in termini di sicurezza rispetto ai vecchi sistemi ormai obsoleti. E anche la ministra della Cultura, Rachida Dati, ha confermato che i dispositivi di sicurezza avrebbero funzionato. Tra le piste aperte, gli inquirenti valutano anche l’ipotesi di una possibile «soffiata» da parte di un dipendente infedele o di un ex collaboratore in cerca di vendetta.

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