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M5s: alla vicepresidenza spunta il nome di Baldino, ma il pressing di Marco Travaglio potrebbe cambiare le carte in tavola

21 Ottobre 2025 - 18:07 Sofia Spagnoli
conte appendino
conte appendino
Le tre ricandidature riconfermate e le due new entry. Ma Conte ascolterà l’appello del direttore del Fatto Quotidiano?

Il Movimento 5 stelle prova a rilanciare dopo la batosta degli ultimi giorni, che ha riacceso le solite divisioni interne al partito. Da giovedì a domenica gli iscritti al Movimento 5 Stelle sono chiamati al voto online per confermare Giuseppe Conte alla presidenza del partito. Ma più che un’elezione, sarà una formalità: Conte è l’unico candidato in corsa, dopo che tutti e venti gli aspiranti sfidanti non sono riusciti a raccogliere le 500 firme necessarie nei cinque giorni previsti dal regolamento. La riconferma, dunque, è scontata. A tenere banco, però, non è tanto la leadership quanto il futuro assetto della squadra.

Al centro del dibattito interno c’è la scelta dei prossimi vicepresidenti, dopo l’uscita di scena di Chiara Appendino. L’ex sindaca di Torino ha annunciato le proprie dimissioni dal ruolo di vicepresidente nel corso del Consiglio nazionale della scorsa settimana, criticando apertamente la linea politica del Movimento, a suo dire troppo «schiacciata sulle posizioni del Partito Democratico». Ma a pochi giorni dalle votazioni, le nuove nomine sembrano già decise, salvo sorprese dell’ultimo minuto. E tra le variabili che potrebbero influenzare la decisione finale c’è anche l’editoriale pubblicato questa mattina da Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano.

I tre riconfermati

Si confermano le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi: nella nuova squadra di vertice del Movimento 5 Stelle dovrebbero essere riconfermati Paola Taverna, Michele Gubitosa e Mario Turco, tutti in corsa per un altro mandato da vicepresidenti. Nomine non confermate ufficialmente dai diretti interessati, che per ora mantengono un atteggiamento di cautela, ma da fonti interne al partito. Paola Taverna, già senatrice e vicepresidente del Senato dal 28 marzo 2018 al 12 ottobre 2022, è stata tra le voci più critiche nei confronti di Chiara Appendino nelle ultime settimane. Intervistata da La Stampa, ha commentato: «Appendino sbaglia – ha dichiarato alla Stampa – il confronto politico è sempre positivo e le critiche sempre legittime» ma «deve avvenire nelle sedi opportune». Verso la riconferma anche Michele Gubitosa, fedelissimo di Giuseppe Conte, deputato eletto nel 2018 e poi di nuovo nel 2022 e Mario Turco, senatore ed ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla programmazione economica e agli investimenti durante il governo Conte II.

Il nuovo nome e il peso delle Regionali

Tra i nuovi vicepresidenti, che sono in tutto cinque come cinque sono le stelle del partito, spunta il nome di Vittoria Baldino, deputata alla Camera. Il suo nome è ritornato spesso nelle settimane precedenti alle elezioni regionali in Calabria, che si sono svolte il 5 e 6 ottobre e concluse con la riconferma del presidente di centrodestra Roberto Occhiuto. Ma nella fase pre elettorale, quando erano in corso le trattative per la candidatura del centrosinistra, Baldino era stata considerata come possibile candidata prima dell’ufficializzazione di Pasquale Tridico, l’ex presidente dell’Inps. E per alcuni nel partito la sua nomina sarebbe un riconoscimento dopo la vicenda calabrese.

La ricompensa per la clemenza di Silvestri

E poi ci sarebbe il nome di Francesco Silvestri, anche lui deputato alla Camera dei deputati. Secondo alcune indiscrezioni, con questa nomina Silvestri – che ha ricoperto il ruolo di capogruppo alla Camera fino a gennaio di quest’anno – verrebbe in qualche modo “ricompensato” per essersi fatto da parte al termine del suo mandato, agevolando così l’ascesa di Riccardo Ricciardi, l’attuale capogruppo a Montecitorio.

L’editoriale di Marco Travaglio

Ma c’è un “ma” che potrebbe cambiare le carte in tavola: l’editoriale pubblicato oggi, 21 ottobre, da Marco Travaglio sul suo giornale, intitolato “Cassandra Appendino”. Per il giornalista, vicino ai 5stelle, Appendino «ha un po’ ragione e un po’ torto». Le rimprovera soprattutto i tempi delle dimissioni da vicepresidente del M5S: «Ha torto sui tempi delle dimissioni: se era contraria alle alleanze col Pd nelle Marche, in Calabria e in Toscana, avrebbe dovuto darle prima, quando furono decise». Tuttavia, Travaglio esorta «i fedelissimi di Conte, anziché scomunicare il grido d’allarme intempestivo ma fondato di Appendino» ad «ascoltarla e riflettere». E spiega che «farebbero bene a tenerla nel gruppo dirigente: non c’è nulla di strano se, al vertice di una forza politica, accanto a chi spinge sul “progressismo” c’è anche una Cassandra o un grillo parlante (con la “g” minuscola) che insiste sull’indipendenza». Resta ora da vedere se Conte prenderà in considerazione questo suggerimento. O proseguirà per la sua strada.

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