Calenda e Meloni, prove di intesa sulle mozioni in vista del Consiglio europeo. Il governo chiede modifiche al testo e Azione accetta


Prosegue il clima di dialogo e apertura, seppur con delle riserve, tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il leader di Azione, Carlo Calenda. Stamattina, 22 ottobre, dopo che Meloni ha tenuto le comunicazioni al Senato in vista del Consiglio Europeo del 23 ottobre, e dopo le dichiarazioni dei gruppi, c’è stato il voto sulle risoluzioni di maggioranza e di opposizione. L’opposizione è arrivata totalmente frammentata, con cinque testi, e con il parere del Governo contrario su tutte le risoluzioni, tranne quella di Azione.
Sul documento sottoscritto dal gruppo di Carlo Calenda, il ministro degli Affari europei, Tommaso Foti, parlando a nome dell’Esecutivo, ha chiesto alcune modifiche nelle premesse e negli impegni. Riformulazioni che sono state accolte prima che il testo passasse al voto. E a poche ore dall’inizio della discussione alla Camera, il gruppo di Azione si orienta a favore della risoluzione di maggioranza. Che non siano prove di intesa in vista delle politiche del 2027?
I cinque punti recepiti e riformulati
In particolare, nella mozione di Calenda sono stati approvati cinque punti, con una formulazione parzialmente diversa: uno sul sostegno politico militare «alla resistenza dell’Ucraina all’aggressione russa, anche al fine di accrescerne la forza negoziale per un accordo di cessate il fuoco, le cui condizioni non possono essere imposte contro l’effettiva volontà del governo e del popolo ucraino». Oltre al «rispetto degli obblighi connessi alle sanzioni alla Russia». A cui si aggiunge un punto sulla «reazione coordinata in sede europea alle minacce ibride e al pericolo che esse rappresentano per il funzionamento delle istituzioni democratiche, nonché dei servizi di interesse pubblico e delle infrastrutture critiche».
Spesa militare al 5% entro il 2035
Altro passaggio sul piano internazionale condiviso, quello delicatissimo su Israele e Palestina: «L’impegno affinché l’emergenza alimentaria e sanitaria di Gaza sia affrontata in modo rapido ed efficiente ed affinché sia avviato il programma di ricostruzione e di sviluppo della Striscia». Infine, «l’impegno per il progressivo innalzamento della spesa per la difesa e la sicurezza fino al 5% del PIL entro il 2035, secondo quanto stabilito dalla Nato».
Passata maggioranza e Azione
E così alla fine, nell’Aula del Senato, sono passate le due risoluzione di maggioranza e di Azione: con 104 voti favorevoli, 63 contrari e un’astensione la prima, e 107 voti favorevoli (quindi con qualche voto che potrebbe essere arrivato da altrove) 26 contrari e 34 astensioni la risoluzione di Azione.