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Sì Baustelle e Tananai, ni Tiziano Ferro, no Ermal Meta. Che disco Charlie Charles – Le nostre recensioni

26 Ottobre 2025 - 14:38 Gabriele Fazio

Tiziano Ferro – Sono un grande

Un disco terapeutico che forse serve più a chi l’ha scritto che a chi lo ascolta. Ciò non lo rende meno interessante o non ne sminuisce lo spessore, anzi è un disco molto molto onesto, fino a sforare più di una volta nel didascalico. È evidente che Tiziano Ferro aveva queste cose da cacciare fuori, da espellere, da esorcizzare, anche per guardare al futuro con delle più rosee prospettive dopo due anni evidentemente complessi.

Cuore rotto, il singolo che ha anticipato l’uscita, è sicuramente quello più azzeccato, e avremmo voluto sentire molti più brani con quel sound audace che riporta al primissimo Tiziano Ferro, ma così, bisogna dire, non è, il resto del disco sta almeno un gradino sotto. Interessanti Quello che si voleva, 1-2-3 e Meritiamo di più, divertente Le piace, ma sicuramente mancano hit che te la fanno ballare e cantare alla vecchia maniera.

In generale quello che Ferro non riesce a evitare è che ogni pezzo, anche quelli più solari, non vibri di una sorta di negatività, di reazione di pancia a qualcosa. Non si tratta di un disco sbagliato, anzi, per quanto riguarda Tiziano Ferro è un disco proprio necessario, appare evidente, va dritto per dritto su ogni argomento in maniera anche fin troppo esplicita, ripulisce anche gli anfratti più oscuri senza fare troppa poesia, per cui è complesso per un ascoltatore riconoscersi in questi brani, farli propri, utilizzarli per raccontare anche un pochino della propria vita. Ciò rende l’album un pochino escludente (che può anche essere una rispettabilissima scelta) e, di conseguenza, noiosetto.