Alessandro Gassmann, la buca del teatro e l’amore per Sabrina: «Ridiamo, ma siamo peggiorati. I giovani commuovono, ma ci sono anche co****ni»
 
				
Dal Professore all’Avvocato Guerrieri, dai progetti Netflix a Natale senza babbo: è stato un anno frenetico di riprese per Alessandro Gassmann. Tanti impegni, tanta fretta, tante cose da fare e una enorme paura di cosa possano mai pensare le persone di lui. Una memoria che gli è rimasta impressa fin dall’età scolastica: «Io ero terrorizzato dal giudizio, dal voto, anche dalla reazione dei miei genitori. Ci vuole sempre un equilibrio per vivere civilmente, ma la scuola coercitiva vissuta dalla mia generazione ci ha rovinato». Così, tra le risate della nuova commedia dedicata al Natale e il «doppio merito» di tutti quegli insegnanti «appassionati e sottopagati», l’attore si è raccontato a Silvia Fumarola, su Repubblica.
L’amore per il teatro: dove tutto è iniziato
«Da ragazzino ero aggressivo: non andavo a scuola, non aiutavo i più deboli, ero un figlio poco rassicurante. Per questo mio padre è stato severo, mi ha fatto fare il servizio militare». Una durezza “da genitore” che però è stata una svolta: «Mi ha preso a teatro come attrezzista sotto il palco del Macbeth. Mi ha salvato la vita». Inizialmente, ha spiegato l’attore, si occupava di effetti speciali: «Ero pratico di fumogeni allo stadio e ero diventato il dio dei fumi delle streghe». Era un clima tranquillo, gioviale, tra amici: «Quando un attore faceva il monologo e papà gli parlava per confonderlo: “Stasera ti porto a mangiare in un posto di merda”, “L’hai fatta peggio di ieri, non ti si può sentire”. Prendeva attori che gli erano simpatici, conviviali, dopo si andava a cena. Frequentandolo, in quei due anni, stando nella botola, zitto, ho capito quanto quella scatola fosse affascinante. Ma in scena si divertivano più di me, così sono voluto uscire».
I cortei per Gaza e l’ipotesi di entrare in politica: «Sarei davvero utile?»
Insomma, la passione per la recitazione nasce nel modo più semplice e naturale di tutti: guardando altre persone divertirsi mentre lo fanno. Partendo dalla sua giovane età, si passa ai giovani di oggi e al ricordo di quelle manifestazioni per Gaza che solo poche settimane fa hanno invaso le strade di tutta Italia: «Immaginavo che ci fossero ragazzi con la testa, non che fossero così tanti. I coglioni sono sempre quei mille che minacciano in rete e vanno nelle curve degli stadi. Lo Stato dovrebbe occuparsi di loro». Lo stesso Gassmann aveva sostenuto i cortei sui social media, ma di entrare in politica ancora non se ne parla: «Ci ho pensato ma cosa potrei fare di veramente utile? Una cosa è avere progetti e idee, un’altra metterli in pratica. Quando parlo con Annalisa Corrado, eurodeputata che è stata sulla Flotilla, mi dice che è tutto difficile. Lei non è scoraggiata ma è durissima. Come si fa a far prevalere il buon senso?».
Il figlio Leo e l’amore per Sabrina: «Con lei un colpo di fulmine, ma siamo peggiorati»
Se di arte si parla con Alessandro, di arte si parla anche con il figlio Leo, cantante e attore: «Con mia moglie siamo stati attenti, ma non è tutto merito nostro. Leo è accogliente e gentile di natura. Peraltro, in un momento storico in cui essere gentili e generosi non ti fa fare grandi numeri, chi studia e cerca di comportarsi bene è in minoranza». E poi c’è Sabrina Knaflitz, sua consorte da ormai 27 anni: «Ero un bel ragazzotto, mi sono giocato la carta del timidone nell’angolo. Con lei è stato un colpo di fulmine, eravamo seduti affianco a teatro a vedere Tognazzi. Poi è stata solo tanta fortuna ed equilibrio». Il segreto, ha spiegato Gassmann, «è non provare a cambiare l’altro, in alcune cose siamo anche peggiorati. Ma ridiamo tantissimo, ci piace stare insieme, non siamo mondani e amiamo la casa. Siamo accomodanti: sopportiamo bene quello che non reggiamo dell’altro». Ma con l’età si cambia, e tanto: «Il mal di schiena c’era già, ma ora sono molto più piagnone. I giovani mi emozionano, questa generazione così diversa dalla mia a volte può dare risposte sorprendenti. Ma alla mia età non penso, mi piace vedere la mia faccia invecchiare».

 
                 
                 
                