I giovani Maga che non trovano coetanei con cui uscire, i cuori in pena delle ragazze deluse dai trumpiani: «Pensavo fossero di più mascolini»

A Washington, come in altre città dell’America più liberal e progressista, il nome di Donald Trump è tutt’altro che un cupido per i giovani repubblicani. Negli Stati Uniti, infatti, l’appartenenza politica è diventata sempre di più un elemento cruciale nella scelta dei potenziali partner e a farne le spese, specialmente nelle città più grandi, sono i giovani conservatori, di entrambi i sessi. In metropoli dove nove persone su dieci hanno votato democratico, essere un sostenitore dell’attuale presidente o anche solo del Partito repubblicano diventa così un freno importante alla felicità in amore.
Le sfide per trovare un partner conservatore in una città liberal
Dalle pagine del Washington Post arrivano numerose storie di giovani uomini e donne che per via dei loro valori conservatori faticano a trovare l’amore. È il caso, per esempio, di Morgan Housley, 29 anni, trasferitasi a Washington per lavoro lo scorso aprile. La ragazza ha le idee chiare: cerca un uomo «che vada in chiesa», che sappia «proteggere e prendersi cura», ma trova solo «maniaci del lavoro che non prendono sul serio la ricerca di una moglie». Per lei, come per le sue colleghe del gruppo di pressione di stampo conservatore “American Principles Project”, trovare un marito a Washington è tutto fuorché semplice. «Pensavo che, essendo nella politica conservatrice, ci sarebbero stati più uomini mascolini nel movimento conservatore», dice Housley, «e invece ho scoperto che molti di loro non sono così mascolini come avrei sperato».
Le difficoltà dei giovani conservatori a Washington
D’altronde, in una città che alle ultime elezioni ha votato per il 92,5% Kamala Harris, non stupisce che i giovani Maga non siano allineati ai locali. Le agenzie che a Washington si occupano di matchmaking, cioè di trovare possibili partner da combinare, ammettono che i conservatori sono clienti difficili da piazzare. «Prima del 2016, nel mio modulo di ammissione non c’era nemmeno una domanda sulla politica», racconta la dating coach Michelle Jacoby, fondatrice di una di queste piattaforme. Ora, raccontano, c’è chi chiede di non essere abbinato con qualcuno che guidi una Tesla, simbolo di Elon Musk, fedele sostenitore di Trump fino a non troppo tempo fa. O ancora c’è chi, nell’incontrare un repubblicano a Washington, si preoccupa di domandare se abbia partecipato all’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021.
Polarizzazione politica e solitudine
La polarizzazione politica è spinta all’estremo e basta una battuta o un riferimento a Trump per troncare un appuntamento. «Le persone di sinistra chiamano quelle di destra “fasciste” e “naziste”», racconta una ventisettenne impiegata nello staff di un repubblicano. Ma solo per questo, si lamenta la giovane, «il mio partner non può pensare che io sia fascista. È assurdo». Per ovviare a questo limite, molti conservatori finiscono per frequentarsi solo tra di loro. Raquel Debono, consulente politica, ha lanciato a New York e Washington i “Make America Hot Again“, incontri per single repubblicani. Per qualcuno funzionano, ma altri patiscono il sentirsi chiusi in una bolla, in una minoranza. Christopher Byrne, fondatore del DC Social Collective, organizza serate per giovani cattolici e conservatori, ma ammette: «Personalmente le mie esperienze sono state deludenti». La solitudine, prima che sentimentale, è politica: la frattura fra i due schieramenti è ormai così forte e pervasiva da investire ogni ambito, dai rapporti sul lavoro alle relazioni personali.
