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Cosa sta succedendo in Nigeria e perché Trump minaccia un intervento militare «per salvare i cristiani»

03 Novembre 2025 - 17:22 Alessandra Mancini
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Motivato dalla missione di tutelare i cristiani nel mondo, il presidente Usa ha minacciato di avviare un nuovo intervento militare nel Paese africano. Ecco le ragioni dietro la sua dichiarazione

Spinto dalla missione di «salvare» i cristiani nel mondo, Donald Trump ha minacciato di aprire un nuovo fronte di guerra in Nigeria. Interrogato sull’Air Force One da un giornalista dell’Afp su un eventuale invio di forze di terra o solo raid aerei nel Paese africano, il presidente americano ha glissato con un «vedremo, non ho ancora deciso». Ma «stanno uccidendo tantissimi cristiani – ha aggiunto – e non lo permetterò». Il giorno precedente, Trump aveva già annunciato la possibilità di un’azione militare nel caso in cui il governo nigeriano avesse continuato a tollerare «l’uccisione di cristiani», come riportato su Truth. «Siamo pronti a interrompere immediatamente tutti gli aiuti alla Nigeria» e «potremmo perfino entrare in quel Paese ormai screditato, “sparando a raffica”, per annientare completamente i terroristi islamici responsabili di queste atrocità», si legge nel post in cui ordina al dipartimento della Guerra, guidato da Pete Hegseth, «di prepararsi a un’eventuale azione» definita «veloce e feroce». L’annuncio recente arriva dopo la proposta di inserire la Nigeria nella lista dei Paesi «particolarmente preoccupanti» per la libertà religiosa. Un passo che potrebbe precedere l’imposizione di sanzioni contro una specifica nazione.

La replica (piccata) della Nigeria

EPA/ANTONIO LACERDA | Il presidente della Nigeria

Il presidente nigeriano di fede musulmana, Bola Tinubu, al potere dal 2023, ha respinto le accuse, definendo la Nigeria – spaccata in due tra cristiani e musulmani – una «democrazia che tutela la libertà religiosa». Secondo il leader africano, descrivere il Paese affacciato sul Golfo di Guinea come «religiosamente intollerante» non riflette la «realtà nazionale» né considera «gli sforzi costanti e sinceri del governo» contro i gruppi terroristici, tra cui Boko Haram e lo Stato Islamico dell’Africa Occidentale, accusati da Trump di uccidere cristiani. Piccata, inoltre, la reazione su X di Bayo Onanuga, consigliere speciale di Tinubu: «Non c’è alcun massacro di migliaia di cristiani. Si tratta di una grave esagerazione: cristiani, musulmani, chiese e moschee subiscono attacchi in modo indiscriminato», si legge. 

Per stemperare i toni, Daniel Bwala, consulente per le comunicazioni del presidente nigeriano, si è espresso sulla questione sottolineando l’importanza di agire contro l’estremismo. «Trump ha dato un grande aiuto alla Nigeria consentendo la vendita di armi, e il presidente Tinubu ha saputo sfruttare questa opportunità nella lotta al terrorismo, ottenendo risultati significativi». Bwala ha inoltre precisato che il governo nigeriano interpreta le minacce di Trump più come una «tattica negoziale» e accoglierebbe volentieri una «maggiore condivisione» di informazioni di intelligence. «La lotta al terrorismo riguarda il mondo intero – ha detto, citato dal Washington Post -. Non ci aspettiamo un intervento militare statunitense in Nigeria, ma riteniamo che i due leader possano collaborare per raggiungere un’intesa comune». In altre parole, la Nigeria sarebbe pronta ad accettare l’aiuto degli Stati Uniti nella lotta al terrorismo, a condizione che venga rispettata la sua integrità territoriale. Secondo i media locali, Tinubu incontrerà presto il presidente statunitense per discutere della questione.

Perché Trump minaccia un intervento militare in Nigeria? 

Negli ultimi mesi figure di spicco della coalizione Maga di Trump hanno ripreso il tema degli attacchi contro i cristiani da parte dei gruppi terroristici, sostenendo che le uccisioni mirate costituiscono un «genocidio». Il deputato repubblicano della Virginia, Riley Moore, ha affermato che tra i 50 mila e i 100 mila cristiani nigeriani sarebbero stati uccisi a causa della loro fede, mentre il senatore texano Ted Cruz ha dichiarato su X che le autorità nigeriane «ignorano o addirittura facilitano le uccisioni di massa dei cristiani».

Affermazioni, queste, smentite in parte da funzionari ed esperti, tra cui Massad Boulos – consigliere di Trump per gli affari arabi e africani – che ha ricordato lo scorso mese come «Boko Haram e l’Is stanno uccidendo più musulmani che cristiani» e che «le persone soffrono, qualunque sia la loro provenienza». Il tema ha comunque guadagnato ulteriore visibilità sui social, con commenti di celebrità come il comico e conduttore televisivo Bill Maher e la rapper Nicki Minaj, che hanno rilanciato la presunta persecuzione dei cristiani paragonandola alla situazione sulla Striscia di Gaza.

Per molti analisti statunitensi, la reazione di Trump risponderebbe anche alle pressioni del blocco evangelico nazionalista, sostenuto da organizzazioni come l’International Christian Concerne, New Apostolic Reformation e Faith & Freedom Coalition, quest’ultima protagonista nel 2024 con 62 milioni di dollari per mobilitare il voto evangelico repubblicano.

Le persecuzioni contro cristiani e musulmani in Nigeria

La Nigeria, coi suoi circa 230 milioni di abitanti, è da anni scossa da violente insurrezioni di Boko Haram e dello Stato Islamico della provincia dell’Africa occidentale (Iswap), che hanno causato migliaia di morti. Secondo Associated Press e il Council on Foreign Relations, la maggior parte degli attacchi si concentra nel nord-est del Paese e le vittime sono prevalentemente di fede musulmana, nonostante «la nota ostilità di questi gruppi terroristici nei confronti dei cristiani», più numerosi nel sud. Il Paese è infatti equamente diviso tra cristiani e musulmani, e la Commissione statunitense per la libertà religiosa internazionale ha rilevato nel 2024 che la violenza colpisce entrambe le comunità in «grandi numeri».

Secondo i dati di Acled (Armed Conflict Location and Event Data), tra gennaio 2020 e settembre 2025 in Nigeria si sono registrati oltre 20mila decessi a seguito di circa 11mila episodi di violenza contro civili. Tra le vittime, 317 cristiani hanno perso la vita in 385 episodi legati alla loro fede, mentre i musulmani contano 417 morti in 196 casi simili. Le aggressioni che coinvolgono i civili non sono causati esclusivamente da motivi religiosi, ma derivano anche da conflitti per le risorse, questioni etniche e contese territoriali. Nella Nigeria centrale si registrano, infatti, frequenti scontri tra allevatori, prevalentemente musulmani, e comunità di agricoltori, in gran parte cristiani, legati alla contesa per l’accesso all’acqua e ai pascoli.

Nonostante le statistiche, alcune organizzazioni cristiane hanno chiesto maggiore protezione. Il presidente arcivescovo Daniel Okoh della Christian Association of Nigeria ha evidenziato che molte comunità cristiane hanno subito gravi attacchi, perdite di vite umane e distruzione di luoghi di culto. Okoh ha rinnovato l’appello al governo e alle agenzie di sicurezza affinché vengano adottate misure urgenti e trasparenti per «fermare gli omicidi, proteggere le comunità vulnerabili e assicurare i responsabili alla giustizia».

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