Epstein files, Trump litiga con la “sua” deputata Maga: «È una pazza, non ha più il mio sostegno»

«Ritiro il mio sostegno alla deputata Marjorie Taylor Greene. La pazza Maggie non fa altro che LAMENTARSI, LAMENTARSI, LAMENTARSI». Poche parole su Truth bastano a Donald Trump per scaricare la repubblicana Maga che gli è sempre stata vicinissima. E che invece adesso lo sta mettendo in croce per il caso Epstein. La “pazza Maggie” replica a stretto giro di posta: «Attacca me per dare un esempio e spaventare tutti gli altri repubblicani prima del voto sui documenti di Epstein. È sorprendente quanto si stia battendo per fermare» la pubblicazione delle carte relative all’ex finanziere morto suicida in carcere, ha aggiunto la deputata. «Ho sostenuto Trump con molto del mio prezioso tempo e i miei soldi, e ho combattuto per lui quasi tutti gli altri repubblicani gli avevano girato le spalle. Ma io non servo Trump», ha concluso.
Donald Trump e Jeffrey Epstein
La polemica interna al Maga scoppia durante una giornata convulsa. In cui il presidente degli Stati Uniti ha tentato un contrattacco sulle mail di Epstein chiedendo un’indagine su Bill Clinton. Trump sta prendendo di mira anche Larry Summers, il Segretario al Tesoro di Clinton, l’investitore e imprenditore Reid Hoffman, la banca JPMorgan Chase, così come «molte altre persone e istituzioni». «I documenti mostrano che questi uomini, e molti altri, hanno trascorso molto tempo con Epstein», ha affermato, senza fornire alcuna prova delle sue affermazione. Intanto il Procuratore Generale Pam Bondi ha promesso su X che il suo dipartimento avrebbe agito «con diligenza e onestà per fornire risposte al popolo americano». A luglio il Dipartimento di Giustizia e l’FBI avevano annunciato di «non aver trovato prove su cui basare un’indagine contro individui non ancora processati» nel caso Epstein. Le istituzioni avevano anche stabilito che sarebbe stato inappropriato pubblicare gli Epstein files.
La rabbia dei Maga contro Trump
La posizione ha suscitato rabbia nel movimento Maga. Il presidente ha chiamato Marjorie Taylor Green “Crazy Maggie”. Tornando a definire una bufala le notizie sui suoi legami con Epstein. La Camera dei Rappresentanti dovrebbe esaminare la prossima settimana un disegno di legge che costringerebbe il Dipartimento di Giustizia a pubblicare i file e la stampa americana si aspetta che molti Repubblicani votino a favore. «Vi imploriamo di farlo», hanno scritto le vittime di Jeffrey Epstein in una lettera al Congresso degli Stati Uniti ottenuta dall’Afp. Il caso Epstein è stato riacceso questa settimana dalla pubblicazione di email del finanziere newyorkese. Trump «sapeva delle ragazze» che erano state aggredite sessualmente. E ha persino «trascorso diverse ore» con una di loro, secondo le email degli Epstein files.
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Chi è Marjorie Taylor Greene
Marjorie Taylor Greene ha vinto nel 2020 per la prima volta un seggio repubblicano in Georgia. All’epoca divenne famosa per lo spot con le armi puntate e per il fatto che parlava esplicitamente di Qanon durante la campagna elettorale. Nell’aprile 2025 ha esultato per la morte di Papa Francesco, sostenendo che così sarebbero cambiati gli equilibri mondiali. Prima ancora aveva litigato con una giornalista di Sky e l’aveva invitata a tornarsene nel Regno Unito.
«Non ne so nulla»
Il presidente degli Stati Uniti ha contrattaccato per la prima volta durante un viaggio in Florida: «Non ne so nulla. (Altrimenti) l’avrei detto molto tempo fa. Jeffrey Epstein e io abbiamo avuto un pessimo rapporto per molti anni. Queste email dimostrano che Bill Clinton non ha fatto nulla e non sapeva nulla. Il resto è solo rumore, inteso a distrarre dalle sconfitte elettorali (repubblicane) e dalle reazioni negative causate dall’impasse di bilancio». Bill Clinton ha avuto contatti con il finanziere newyorkese negli anni ’90 e 2000. Accusata di aver agevolato le attività di Jeffrey Epstein consentendogli di finanziarle, la banca JPMorgan Chase ha accettato di pagare 290 milioni di dollari alle presunte vittime in base a un accordo annunciato nel giugno 2023. «Ci rammarichiamo del rapporto che avevamo con quest’uomo, ma non lo abbiamo aiutato a commettere i suoi atti efferati», ha dichiarato un portavoce di JPMorgan Chase.
Gli Epstein files e Ghislaine Maxwell
Con la sua complice Ghislaine Maxwell che fungeva da reclutatrice, Epstein portava ragazze minorenni nelle sue residenze, in particolare a New York e in Florida, per aggredirle sessualmente con il pretesto di fare massaggi. È morto in carcere nel 2019 prima del processo, suicidandosi secondo le autorità. Maxwell sta scontando una pena detentiva di 20 anni per traffico sessuale. Il presidente ha anche attaccato Thomas Massie, il deputato repubblicano che insieme al collega democratico Ro Khanna ha presentato l’Epstein Files Transparency Act, il disegno di legge per costringere la Camera al voto sulla pubblicazione dei documenti sull’ex finanziere morto suicida in carcere. «Vota sempre contro il partito repubblicano. È un perdente», ha detto il presidente.
