I 3 bimbi portati via dalla famiglia che vive nel bosco a Chieti: «Strappati ai genitori, saranno traumatizzati»

Nathan Trevallion dice che i suoi figli sono stati «strappati ai genitori». E che rimarranno «traumatizzati» dopo che ieri i servizi sociali e i carabinieri li hanno portati via dalla casa nel bosco dove vivevano per affidarli a una struttura protetta. «Abbiamo visto arrivare tantissimi carabinieri in borghese, senza sirena né vessilli, insieme ai servizi sociali, al nostro avvocato Giovanni Angelucci, al sindaco Giuseppe Masciulli e alla curatrice speciale, l’avvocatessa Marika Bolognese. Volevano subito portarci via i bambini, ma grazie a Giovanni che ha negoziato con loro mia moglie è riuscita ad andare insieme a loro nella struttura a Vasto», racconta oggi al Messaggero.
La casa colonica nei boschi di Palmoli
La famiglia viveva in una casa colonica nei boschi di Palmoli in provincia di Chieti. Poi il tribunale dei minori dell’Aquila ha sospeso la loro potestà genitoriale. «Sicuramente domani (oggi, ndr) penserò prima a dar da mangiare ai nostri animali, perché non posso abbandonarli. Poi prenderò l’auto e andrò di nuovo davanti alla casa famiglia per vedere di cosa hanno bisogno Catherine e i piccoli. Porterò con me le loro valigie con tutto il necessario perché quando sono venuti a prelevarli hanno fatto in tempo soltanto a prendere lo stretto necessario per la notte», spiega Trevallion. La moglie Catherine Birmingham grazie al loro avvocato Giovanni Angelucci ha ottenuto la possibilità di vivere e dormire insieme ai figli nella struttura protetta.
Il padre
«Chi mai separerebbe una famiglia con dei bimbi piccoli, se non ha fatto niente di male? Credo che questo provvedimento sia frutto di un sistema orribile che fa del male alle persone che vivono onestamente», conclude. L’ex istruttrice di equitazione originaria di Melbourne (Australia) e l’ex commerciante di mobili pregiati britannico hanno tre figli: una bimba di otto anni e due gemelli di sei. Tra le motivazioni del provvedimento, il magistrato ha riportato le condizioni vissute dai minori nell’ex casa colonica: un immobile con criticità senza acqua corrente, luce, gas e bagno. Inoltre i tre minori non frequentano la scuola (studiano a casa con il metodo dell’un-schooling) e non socializzano. L’avvocatessa Marika Bolognese, curatrice speciale nominata dal Tribunale per i minori dell’Aquila, doveva prelevare solo i tre bambini. Nathan ha deciso di seguire il corteo a bordo della sua macchina.
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L’amica di famiglia
L’unica persona che è riuscita a oltrepassarlo è stata un’amica di famiglia, una 36enne che ha poi assistito alla scena: «Quando sono arrivata c’erano carabinieri, il sindaco e un pulmino da nove posti pronto a partire. Era già buio, l’atmosfera molto tesa e pioveva». La testimone riferisce di essere stata fermata due volte prima di poter passare: «Poi è uscito Nathan dall’abitazione e, dopo un colloquio rapido, mi hanno fatto entrare. Ho trovato Catherine agitata ma composta, è successo tutto in pochi minuti: ha detto ai bambini di prendere il pigiama, lo spazzolino da denti e di metterli nello zainetto, aggiungendo una frutta da mangiare. Ha cercato di controllare la situazione».
«Poi sono andati via con la macchina dell’avvocato. I piccoli sembravano sereni, ma con gli occhi pieni di domande su ciò che stava accadendo e abbiamo giocato un po’. Mi hanno proposto loro stessi un gioco, come fosse un momento normale della giornata. La madre è rimasta accanto ai figli per tutto il tempo e li ha accompagnati nel trasferimento verso la struttura».
