Le elezioni in Veneto e la doccia fredda per il partito di Giorgia Meloni, si riapre la partita per la Lombardia

Sembrava che l’appuntamento delle elezioni regionali in Veneto dovesse segnare il definitivo sorpasso di Fratelli d’Italia sulla Lega. Il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, che riesce a imporre un candidato leghista ma senza riuscire a contenere il trauma per gli elettori dell’addio a Luca Zaia. Per il partito guidato da Giorgia Meloni molti avevano ipotizzato la conquista della terra del doge. Ma questo slancio non si è concretizzato: stando alla seconda proiezione di SWG sui risultati delle liste, la Lega (con Zaia capolista) raggiunge il 36,4%, mentre Fratelli d’Italia si attesta intorno al 17,5%.
I risultati alle europee del 2024
Alla luce dei risultati delle Europee del 2024, il sorpasso di Fratelli d’Italia in Veneto era stato dato per plausibile: in quell’occasione, sebbene si trattasse di elezioni con dinamiche diverse da quelle regionali, FdI aveva conquistato il 37,58%, mentre la Lega si era fermata al 13,15%. Ma anche alle politiche del 2022 il partito di Meloni aveva ottenuto risultati migliori rispetto alla Lega, con il 32,7% contro il 14,5% del Carroccio. Insomma, numeri che avevano alimentato l’idea di un possibile ribaltamento dello scenario politico.
Il fattore Zaia c’è ancora
A incidere sul risultato del Carroccio è stato certamente il fattore Zaia, tutt’altro che tramontato, che anche dopo 15 anni gode di un ampio consenso tra i veneti. Per esempio, se si guardano i dati delle regionali in Veneto del 2020, la lista Zaia aveva ottenuto il 44,57% delle preferenze, mentre la Lega si era fermata al 16,92%. Questo dimostra che, già allora, una parte significativa degli elettori del Carroccio preferiva votare direttamente per il governatore piuttosto che per il partito. È evidente, quindi, che molti di questi elettori si siano convinti a sostenere la Lega in questa tornata elettorale.
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Lombardia nel 2028 nelle trattative
E non è detto che la partita si chiuda qui: questo risultato potrebbe riaprire gli accordi pre-elettorali che i partiti di maggioranza avevano stilato prima della sfida in Veneto. Un punto su tutti: la Lombardia a Fratelli d’Italia. Durante le pre-trattative, la Lega di Salvini, per garantirsi la possibilità di scegliere il candidato in Veneto, era stata costretta a cedere a FdI il diritto di decidere il candidato lombardo del 2028. Una decisione che aveva alimentato tensioni interne al Carroccio, come evidenziato dalle critiche mosse del segretario regionale Alessandro Romeo, fermamente contrario. Alla luce dei risultati ottenuti da FdI alle regionali, dunque, è probabile che la questione torni a essere riaperta.
