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Dopo Francia e Germania torna la leva militare anche in Italia? Crosetto: «Presto il piano in Consiglio dei ministri, sarà volontaria» – Il video

27 Novembre 2025 - 16:23 Alba Romano
Il ministro della Difesa apre alla possibilità di reintrodurre una forma di servizio militare, sulla scia dei piani presentati dagli altri Paesi europei

«Reintrodurre in Italia un nuovo servizio militare? Se lo deciderà il Parlamento, sì». Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, apre alla possibilità di reintrodurre in Italia una forma di leva militare, sulla scia dei piani messi in campo nelle ultime settimane da Francia e Germania. Intervistato dal Tg3, Crosetto ha chiarito che la scelta finale spetterà alle Camere, ma il governo intende avviare una riflessione sul futuro della difesa. «Io penso di proporre, prima in Consiglio dei ministri e poi in Parlamento, una bozza di disegno di legge da discutere che garantisca la difesa del Paese nei prossimi anni e che non parlerà soltanto di numero di militari ma proprio di organizzazione e di regole», ha detto Crosetto. 

«Ci sono motivi di sicurezza che rendono importante farlo»

Durante un incontro a Parigi, rispondendo a una domanda sul progetto di un nuovo servizio militare annunciato oggi in Francia da Emmanuel Macron, il ministro ha sottolineato come il mutato scenario internazionale imponga una revisione dei modelli adottati negli ultimi decenni: «Noi abbiamo costruito negli anni scorsi modelli in Italia, in Germania, in Francia, che riducevano il numero dei militari – ha osservato Crosetto – In questa nuova situazione tutte le nazioni europee mettono in discussione quei modelli che avevamo costruito 10-15 anni fa e tutti stanno pensando di aumentare il numero delle forze armate. Ognuno ha un suo approccio diverso, alcuni hanno addirittura ripristinato la leva». Secondo il ministro della Difesa, anche l’Italia dovrebbe avviare una riflessione su una possibile inversione di rotta rispetto alla progressiva riduzione dello strumento militare, valutando un rafforzamento delle forze armate e della capacità di mobilitare riserve in caso di crisi. «Ci sono motivi di sicurezza che rendono importante farlo», ha concluso.

Cosa prevede il piano della Germania

La riflessione di Crosetto si inserisce in un contesto europeo più ampio, dove diversi Paesi stanno già ripensando i propri modelli di difesa: la proposta italiana, infatti, s’inserisce a modo suo nel solco tracciato da Germania e Francia, entrambe impegnate a introdurre o rafforzare nuove forme di servizio militare. Più nello specifico, il governo tedesco ha deciso di adottare un piano per ampliare il numero di cittadini coinvolti nel servizio militare. A partire dal 1° gennaio 2026 in Germania circa 700mila giovani nati nel 2008 saranno contattati per registrarsi e sottoporsi a una visita medica che valuti la loro idoneità fisica e mentale. Tutti dovranno compilare un questionario online con informazioni su salute, istruzione, capacità fisiche e disponibilità all’arruolamento. Il questionario sarà inviato sia a maschi che femmine, ma solo i primi saranno obbligati per legge a rispondere, poiché in Germania il servizio militare femminile resta su base volontaria. L’obiettivo è di aumentare il personale attivo da 182mila a 260mila unità entro il 2035 e i riservisti da 60 mila a 200 mila. Il piano, frutto di un accordo tra la Cdu del cancelliere Friedrich Merz e l’Spd del ministro della Difesa Boris Pistorius, prevede una prima fase di incentivi all’arruolamento volontario.

Cosa prevede il piano della Francia

In Francia, invece, il presidente Emmanuel Macron ha annunciato oggi l’introduzione, dalla prossima estate, di un nuovo servizio nazionale «puramente militare» e «volontario». Rivolto principalmente ai giovani tra i 18 e i 19 anni che avranno preso parte alla Giornata della Difesa e della Cittadinanza, il servizio durerà 10 mesi: un mese di formazione iniziale e nove mesi in una unità militare sul territorio nazionale. I volontari riceveranno un’indennità minima di 800 euro al mese e saranno ospitati, nutriti ed equipaggiati. Il programma partirà con 3.000 giovani, destinati a diventare 10mila entro il 2030 e fino a 50mila nel 2035, con possibilità di espansione in caso di mutamento delle minacce. In situazioni eccezionali, il Parlamento potrà autorizzare la chiamata anche di giovani non volontari con competenze specifiche individuate in precedenza.

Foto copertina:ANSA/ANGELO CARCONI | Il ministro alla Difesa Guido Crosetto in aula alla Camera durante il question time, Roma, 12 novembre 2025

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