Pd, pressing dei vertici per tenere l’assemblea nazionale entro dicembre: «Lì Schlein ha la maggioranza»

Nel Pd la data dell’Assemblea nazionale continua a restare un punto interrogativo. E il nodo non è solo «organizzativo» ma anche e soprattutto «politico». Il tema è spuntato anche nella tre giorni sulle colline di Montepulciano, dove ha preso vita quella cosa – «Non siamo una corrente» – che raccoglie tre aree della maggioranza, “AreaDem” di Dario Franceschini, “Demos” di Andrea Orlando e “Compagno è il mondo” di Roberto Speranza ma anche gli ex lettiani Marco Meloni e Anna Ascani e i Giovani turchi di Matteo Orfini, più Debora Serracchiani, e Gianni Cuperlo.
Ma questa iniziativa di fine anno ci ricorda quanto il tempo voli e quanti siano i punti all’orizzonte su cui la segreteria deve concentrarsi: campagna referendaria sullla riforma della giustizia, assemblea nazionale, soprattutto, il congresso.
Quando fare il congresso?
Perché non c’è tempo da perdere: la segretaria dem, riferiscono, sta cercando di capire se convenga o meno giocare d’anticipo e convocare il congresso prima della naturale scadenza. In questo modo, si presenterebbe come l’unica candidata forte, consapevole che, se il congresso venisse anticipato, non avrebbe reali sfidanti. Ma ovviamente, questa mossa comporterebbe un altro ostacolo: la campagna referendaria sulla riforma della giustizia, che finirebbe per sovrapporsi completamente alla fase congressuale. D’altra parte, la scadenza naturale del mandato di Schlein è a febbraio 2027, in piena campagna elettorale per elezioni politiche. Non il tempismo migliore.
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L’assemblea nazionale
E poi c’è l’appuntamento con l’Assemblea nazionale, il “parlamento del Pd”. Ne fanno parte 600 rappresentanti eletti, con liste collegate direttamente alle candidature, quando si sceglie il segretario nazionale alle primarie. Per questo Schlein in Assemblea gode della maggioranza. Viene solitamente convocata due volte l’anno, con la data tradizionale fissata tra il 13 e il 14 dicembre, ma con ogni probabilità slitterà a metà gennaio. È un’occasione di confronto cruciale per ridefinire il posizionamento politico su alcuni temi chiave, in cui vengono anche definiti gli obiettivi strategici del partito.
«Serve per ricompattare il partito»
E se per alcuni, il rinvio dell’Assemblea è visto semplicemente come un nodo «organizzativo»: «Con la campagna elettorale per le regionali siamo arrivati lunghi» e «ora è tardi per convocarla, mancano meno di tre settimane», dall’altra parte, c’è chi tra i dem sottolinea che «più che un tema statutario, è una questione politica», fondamentale per «ridare concretezza e sostanza a un’assemblea che deve riuscire a ricompattare il partito» e, quindi meglio «arrivarci preparati» anche se con un po’ di ritardo.
I riformisti vogliono che venga convocata la direzione
La minoranza dei dem si «augura che l’assemblea venga fatta» a dicembre e chiarisce che, per loro, sarebbe importante che si tenesse «prima la direzione, dell’Assemblea» (la direzione è l’organo con il quale il partito conferma le proprie scelte politiche, è composta da un centinaio di membri). Dall’altra parte, la maggioranza dem preferirebbe andare direttamente in Assemblea, dove la segretaria sa di poter contare su un ampio sostegno uscendone rafforzata.
Il ragionamento è in corso
Secondo i retroscena emersi su Repubblica, Elly sarebbe in un momento di stallo, alle prese con il difficile calcolo su cosa convocare prima e quando. E proprio questo ritardo sull’assemblea sarebbe la prova di un ragionamento ancora in corso. Igor Taruffi, membro della segreteria dem, interpellato da Open, ha dichiarato che l’assemblea si terrà a dicembre, anche se per molti all’interno del partito sembra difficile che ciò avvenga. «Verrà fatta a dicembre, ma se dovesse slittare a gennaio, sarà una decisione della segretaria», riassume un esponente dem, lasciando la questione completamente aperta.
