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Nessun reato sul caso di Tatiana Tramacere? La fuga volontaria che stravolge l’indagine. Bruzzone attacca: «Paghi lei le ricerche»

05 Dicembre 2025 - 18:33 Giovanni Ruggiero
Tatiana Tramacere e Roberta Bruzzone
Tatiana Tramacere e Roberta Bruzzone
La procura di Lecce sarebbe intenzionata ad archiviare il caso della 27enne di Nardò scomparsa per 10 giorni. La rabbia della criminologa sulla «emergenza inventata»

Potrebbe chiudersi con un nulla di fatto il caso di Tatiana Tramacere, la 27enne di Nardò che si sarebbe allontanata volontariamente da casa per essere poi ritrovata ieri 4 dicembre nella mansarda dell’amico Dragos Ioan Gheormescu. Come anticipa l’agenzia Ansa, l’inchiesta va verso l’archiviazione. Inizialmente gli inquirenti avevano ipotizzato l’istigazione al suicidio proprio a carico del 30enne che ospitava la ragazza, ma per gli investigatori si è trattato di un allontanamento volontario. In un primo momento era anche circolata l’ipotesi che sia la 27enne che l’amico potessero essere indagati a vario titolo per procurato allarme o simulazione di reato. La ragazza non è ancora stata interrogata dai magistrati.

Le indagini sugli spostamenti della ragazza

Gli inquirenti hanno risolto il gialloattraverso indagini sostanzialmente tecniche. Dalla denuncia della famiglia, quattro giorni dopo la scomparsa avvenuta il 24 novembre, i carabinieri hanno acquisito i video delle telecamere nella zona dove era stata vista l’ultima volta, un parco a poche centinaia di metri da casa. La ricerca dei filmati è stata complicata anche da un forte temporale aveva mandato in tilt le telecamere pubbliche, costringendo gli investigatori a cercare gli impianti privati. Tra il 2 e il 3 dicembre sono riusciti a trovare i frame che ritraevano Tatiana e l’amico allontanarsi dal parco ed entrare in casa di lui. Da quel luogo, hanno rivelato le immagini, la ragazza non è più uscita per quattro giorni.

Tatiana ritrovata libera nell’abbaino

Ventiquattr’ore dopo, certi che Tatiana fosse nell’appartamento, pur temendo di trovarsi dinanzi a una scena del crimine, gli inquirenti hanno deciso di entrare con gli specialisti del Ris. Poi il lieto fine: Tatiana era viva, libera e stava bene. La ragazza, al momento dell’arrivo dei carabinieri, si trovava in un abbaino sul terrazzo, nascosta in un armadio quando ha sentito l’arrivo dei carabinieri nella casa dell’amico. Aveva con sé due telefoni (ma non il suo, che invece era spento) che potrebbe aver usato negli 11 giorni in cui è rimasta chiusa in quella casa. L’amico, unico indagato, è stato nel frattempo interrogato.

Le polemiche dopo il ritrovamento

Già dopo il ritrovamento e il chiarimento sull’allontanamento volontario sono nate le polemiche. La criminologa Roberta Bruzzone vorrebbe far pagare alla ragazza i costi delle ricerche messe in moto negli ultimi 11 giorni. «Non è accettabile che un Paese intero venga messo in allarme, che forze dell’ordine, volontari, unità cinofile, elicotteri e strutture operative vengano mobilitati per giorni… e poi si scopra che tutto era frutto di un allontanamento autonomo, privo di qualsiasi reale elemento di rischio», ha scritto sui social. E ha concluso: «Se sarà confermato che l’allontanamento è stato volontario, allora è doveroso che i costi delle ricerche e dei procedimenti penali avviati vengano posti a carico della diretta interessata».

La responsabilità e i costi delle ricerche

Bruzzone ha ribadito che questa storia «deve diventare un precedente chiaro, limpido e inequivocabile». Secondo la criminologa, «non si può giocare con le istituzioni, con le risorse pubbliche, con la paura delle famiglie e con l’attenzione di chi ogni giorno rischia la vita per salvare quella degli altri». Il suo messaggio è netto: «Le emergenze vere meritano mezzi e rispetto. Le emergenze inventate, no». Una posizione che ha riacceso il dibattito sulla responsabilità in casi di allontanamenti volontari che mobilitano le forze dell’ordine e i volontari per giorni.

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