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Il rap di Geolier, il rock di Thomas dei Maneskin e le pessime cover di Laura Pausini – Le recensioni delle uscite della settimana

07 Dicembre 2025 - 18:30 Gabriele Fazio

Emis Killa – Musica triste

Bravo Emis Killa, Musica triste potrebbe essere il suo miglior album. Le canzoni di Musica triste infatti sono evidentemente mosse da un’urgenza del tutto autentica. Si, il rapper non dribbla il suo proverbiale istinto all’autoriferimento, ma non si tratta delle solite spacconate, ma di un bisogno, spesso sanguinante, di aprirsi, di studiarsi, di raccontarsi, di risolversi e mettere un punto. Ed è così che il suo flow, sempre oggettivamente preciso al millimetro, e la sua penna, sempre solida ed efficace, in questo disco è come se trovassero una collocazione, come pezzi di un puzzle che trovano il proprio posto più adeguato svelando qualcosa in più, che magari non ti saresti mai aspettato.

Presenti: noi non ci aspettavamo niente di che da Emis Killa, bravo rapper, indubbiamente, ma alla quale è sempre mancata quella sostanza cantautorale, conscious, che fa la differenza tra un artista vero e un pivello da TikTok. Oggi invece sembra aver trovato, proprio in questo senso, una quadra ben precisa, come se fosse il proprio modo di stare al mondo, da adulto e da rapper, da chi ha le spalle gonfie di quella famigerata street credibility, da chi fa i muscoli, ma anche da chi, stringi stringi, ha anche qualcosa di interessante da dire.

Certi pezzi di Musica triste colpiscono nel profondo, coinvolgono in quel disagio che no, non si può resettare con soldi e successo, in quell’umanità intoccabile che tutti conserviamo dentro e quando gli artisti ce ne regalano un pezzetto, dovremmo solo ringraziare. Per cui, grazie del regalo Emis Killa, grazie per pezzi come Luna storta, Mama, Phrate, Robb Stark, Sogni sporchi, Egoista, Mare di notte. Per questi brani nudi e crudi, che pulsano di parole azzeccate e atmosfere malinconiche ma estremamente vivide.