Il rap di Geolier, il rock di Thomas dei Maneskin e le pessime cover di Laura Pausini – Le recensioni delle uscite della settimana

Thomas Raggi – Masquerade

Ascoltare questo disco, dopo aver ascoltato quello solista di Damiano David, aiuta a comprendere perfettamente i Maneskin, una band che effettivamente funziona perché mette insieme una serie di elementi. La coolness di Victoria, per dire, lo è certamente. Lo è la figura di popstar romantica di Damiano, infatti il suo Funny Little Fears, pur avendo i propri momenti, alla fine cala giù in gola come un polpettone pop mollaccioso e discretamente dimenticabile. Se invece qualcuno là fuori è interessato all’anima rock dei Maneskin, è Masquerade il suo disco.

Che mina! Al di là delle professionalità giganti che popolano il disco (Tom Morello, Beck, Nic Cester, Alex Kapranos, Maxim, Hama Okamoto, Sergio Pizzorno, Chad Smith, Matt Sorum, Luke Spiller e Upsahl), che già, come si sul dire, valgono da soli il prezzo del biglietto, è come è stato pensato l’album che troviamo letteralmente esaltante. I pezzi sfondano il cervello, come se fossero sfizi da rock nerd che Raggi voleva togliersi; e si percepisce, in questo senso, anche il divertimento di tutte queste superstar, nel realizzare brani puramente rock, il che, si sa, Maneskin e altri ormai rari casi, non è che sia un genere particolarmente in trend topic. Infatti quello che ne viene fuori è un disco divertentissimo, oggettivamente diverse spanne sopra qualsiasi cosa abbiano fatto anche gli stessi Maneskin, uno di quelli che ti fa fare “si” con la testa, che ti fa suonare note invisibili su una chitarra invisibile. Non ci fermeremo sui singoli pezzi perché non vogliamo oltraggiare un’opera perfetta nel suo complesso. Quanto è bello il rock ‘n’ roll e quanto, alla vigilia di un Sanremo in retromarcia e inondati da immondizia urban quasi sempre uguale a se stessa, ne avevamo bisogno. Scarica elettrica. Bravissimo.